Bianco e nero

Serie: Eva e i segreti di Itky


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Eva scopre una stanza segreta dove ritrova Davide, rinchiuso e bendato. Lui le rivela lʼesistenza di una società segreta nei sogni e di una creatura oscura che lo perseguita.

Eva si precipitò verso il muro dove prima c’era la porta segreta, ma ora c’era solo un grande specchio. Guardando meglio, notò un pezzetto di carta su uno dei fregi della cornice e lo tirò senza pensarci troppo. Infilandosi nel passaggio che si aprì, Eva spinse leggermente la porta, impedendole di richiudersi completamente – voleva sapere chi fosse entrato nella stanza di Davide.

«Non stai dormendo?» si sentì la voce di miss Angelica. «Tutto bene?»

«Sì, certo» rispose Davide. «Ho riposato nel pomeriggio, quindi non riesco a prendere sonno. Quando mi permetterete di tornare alle lezioni? Quando potrò togliere questa benda? Non ne posso più di urtare i mobili in tutta la stanza.»

«Ti capisco benissimo» disse dolcemente miss Angelica. «Ma abbi ancora un po’ di pazienza. Dai, togliamo la benda così ti riposi un po’ gli occhi. Ti stringe troppo?»

«Non molto, ormai mi sono abituato» rispose il ragazzo.

Eva, che spiava attentamente la conversazione, voleva dare un’occhiata alla stanza, ma farlo senza essere notata era impossibile. Tastò il muro con la mano sinistra – aveva letto da qualche parte che le porte segrete a volte avevano un’apertura per sbirciare. E, per fortuna, trovò una piccola fessura quasi invisibile, ben nascosta nell’oscurità. A un metro dallo specchio segreto, Davide si trovava in piedi, mentre miss Angelica gli toglieva la benda.

«Beh, è molto meglio. Ancora un po’ di pazienza e potrai rivedere i tuoi amici. Per ora, torna a letto e cerca di dormire – non c’è miglior medicina del sonno» disse la maestra con dolcezza.

Ma Eva notò che il volto già pallido della donna era diventato ancora più bianco quando guardò Davide. Come se avesse percepito i dubbi di Eva, Davide girò per un istante il viso verso lo specchio, e un raggio di luna lo illuminò, strappandolo all’oscurità. Trattenendo a stento un urlo, Eva si ritrasse dal muro e, incapace di controllarsi, si precipitò giù per le scale. Come in un sogno confuso, uscì dalla biblioteca e, senza preoccuparsi del rumore, tornò correndo in camera, sbattendo la porta con forza. Tremava, le gambe cedevano, e il cuore sembrava volesse esploderle dal petto. Cadendo a terra, scoppiò in lacrime – nella sua mente era ormai impressa un’immagine spaventosa: il volto smunto di David in quella stanza buia, con occhi di colori diversi – uno nero e uno bianco.

Serie: Eva e i segreti di Itky


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