Cambiare nome e aspetto

Serie: I Dormienti


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Dorniana si rassegna e assegna a Katia, la rivale di Roxanne, il compito di riportare indietro quest'ultima. Dal canto suo Katia accetta solo perché per lei questa è l'occasione di potersi vendicare della cicatrice che l'altra le ha lasciato sul volto.

Giunta in camera sua, Katia riempì lo zaino con ciò che le sarebbe servito per una lunga ed estenuante battuta di caccia. Poi calò il cappuccio della felpa sulla fronte e, allo sfiorare con il dorso della mano la cicatrice che le deturpava il labbro inferiore, – ferita che avrebbe potuto cancellare grazie all’Essenza vitale ma lei non le aveva dato il consenso per non dimenticare l’affronto subito – un moto di rabbia la pervase e strinse forte la mandibola fino a farla dolere. Sofferenza che passò in secondo piano: tra non molto si sarebbe potuta vendicare e un ghigno soddisfatto solcò il suo bel volto deturpato.

Sistemato il fucile disgregatore dietro la schiena, Katia aprì la porta per poi chiuderla dietro di sé con forza, tanta, che il contraccolpo venne udito sino in sala mensa.

Anche se molto in gamba, Katia non sarebbe riuscita a sopraffare Roxanne in un combattimento ad armi pari. Su questo rifletteva Dorniana e non sarebbe bastata solo la meditazione a tranquillizzarla. Presa una bottiglia di Verdina e un bicchiere dal cassetto, versò una dose abbondante del liquore alle erbe dentro quest’ultimo per poi buttarlo giù in gola tutto d’un fiato. Aveva intenzione di finire la bottiglia: l’alcol le avrebbe annebbiato la mente e le preoccupazioni, che continuavano ad accavallarsi nella sua testa, per un po’ l’avrebbero lasciata in pace.

Roxanne invece rimuginava su cosa sarebbe stato meglio dire a Nostra Signora, così che la lasciasse andare senza farle troppe pressioni. Ma poi bussarono alla porta e fu costretta a rimandare la decisione a dopo.

Doveva essere una delle ragazze passata ad invitarla in mensa, ma lei non ne aveva voglia e, aperta la porta, stava per dire che era stanca e che quindi non sarebbe andata, quando, al vedere Adalberta, pallida in volto come un cencio, cambiò idea: «Stai male, cara? Sei bianca cadaverica. Entra e dimmi cosa c’è non va.»

«Non riguarda me, Roxanne, io sto bene. Sono preoccupata per te, invece.»

«Perché mai dovresti? Io sto bene.»

«Aspetta, parto dal principio. Ecco, passavo davanti all’ufficio di Nostra Signora, che mi sono fermata a origliare. Lo so, non avrei dovuto, ma ero troppo curiosa e comunque, dopo quanto ho sentito, penso di aver fatto bene. Sì, perché un tizio ha ordinato a Donna Dorniana di togliere di mezzo tuo padre. Insomma, di ucciderlo, capisci? E non è finita, le ha imposto che a farlo dovevi essere tu. E sai Dorniana cosa ha risposto? Sì. Nostra Signora ha accettato l’incarico. Mi spiace, ma questa è la verità. Ah, non ho avuto modo di sentire altro, si avvicinava qualcuno e mi sono eclissata. Però credo che tanto basti a farti capire che devi correre da tuo padre ad avvisarlo di andare il più lontano possibile da Aethernum. Così, quando Nostra Signora ti affiderà il compito di ucciderlo, e sarà doloroso per lei farlo, credimi, tu le allevierai la pena nell’accettare. Sì, perché d’altro canto tu non potrai portare a compimento l’eliminazione e il committente non avrà nulla da obiettare. Avrà comunque raggiunto lo scopo di non avere più tra i piedi tuo padre.»

«Tu la fai troppo facile, Adalberta. Comunque non ti preoccupare. Grazie per essere passata ad avvisarmi, ti sono molto riconoscente e un giorno mi sdebiterò, lo giuro. Adesso va’ in mensa, io raccolgo le mie cose e corro ad avvertire mio padre del pericolo che incombe su di lui. Ah, tu non mi hai vista, d’accordo?»

«Terrò la bocca chiusa, Roxanne. Ora va’ e buona fortuna a entrambi.»

«Grazie, buona sorte anche a te, amica mia.»

Questa era l’occasione, o meglio, la scusa che lei attendeva da tempo per lasciare la Corporazione senza farsi troppi scrupoli. Opportunità che doveva cogliere al volo e, presi i quattro stracci che componevano il suo esiguo vestiario, Roxanne li impilò in una sacca per poi aprire la porta e uscire. Ma prima di far perdere le proprie tracce, andò dal padre. Anche se non erano in buoni rapporti, non se la sentiva di scappare senza avvisarlo. Un uomo che amava il lavoro più che stare in famiglia non era un padre. Tuttavia, anche se non provava più niente per quell’uomo, era pur sempre sangue del suo sangue. Però gli aveva detto l’essenziale: che doveva sparire dalla circolazione finché le acque non si sarebbero calmate in quanto qualcuno delle alte sfere intendeva eliminarlo. Lo aveva messo sull’avviso solo perché voleva che lui vivesse a lungo e soffrisse afflitto dal rimorso.

Roxanne si dirigeva a passo spedito, e senza voltarsi indietro, verso lo spazioporto. Doveva lasciare il pianeta quanto prima. Era certa che Donna Dorniana le avrebbe sguinzagliato dietro Katia e con un segugio come lei alle calcagna la prudenza non era mai troppa. Perciò, prima di imbarcarsi su un cargo per Giovenale, un pianeta di agricoltori che aveva aborrito la tecnologia e non sarebbe stato facile per l’inseguitrice scovarla, cambiò nome in Artemide. Non solo, aveva tinto i capelli, che da neri erano passati al bianco platino, e messo le lenti a contatto, così che i tanto temuti occhi scarlatti erano di un bel viola intenso, colore tra i più in voga su Aethernum e sarebbe passata inosservata. Per finire si era fatta tatuare dei serpenti sul volto e adesso non l’avrebbe riconosciuta nemmeno la madre.



Con quel suo nuovo aspetto. Roxanne, ora Artemide, entrò in un locale adibito alla ristorazione, dove aveva ordinato una porzione di verdura fresca e, – non le piaceva viaggiare a stomaco vuoto – nell’attesa che arrivasse la comanda, rimuginava su come liberarsi di Katia senza arrivare a doverla uccidere il giorno che si fossero trovate faccia a faccia.

Serie: I Dormienti


Avete messo Mi Piace4 apprezzamentiPubblicato in Fantasy

Discussioni

  1. Un inatteso risvolto, rispetto alle premesse. Paradossalmente, l’assassina professionista non è turbata sapendo di dover uccire il proprio padre, ma piuttosto preoccupata del fatto che ucciderlo porrebbe termine alla sua sofferenza: è diabolica. Apparentemente all’insaputa pure della stessa Dorniana, avvilita per dover impartire quell’ordine, ma fino a un certo punto… Grazie per la lettura

    1. Grazie a te per essere passato. E sì, Roxanne avrebbe ucciso senza farsi scrupoli suo padre, ma vuole che soffra fino alla fine dei suoi giorni – e come sai gli aethernani vivono in eterno – la loro perdita. Ma per lei è solo l’inizio di un’avventura che la vedrà… che sciocco non posso dire altro, lo scoprirai da solo. Buona serata e alla prossima. 🙂

  2. C’è, come sempre, qualcosa da smussare e lo farò a fine settimana. Grazie a tutti coloro che finora hanno letto le mie righe. Al prossimo episodio allora, dove Roxanne, ora Artemide, si troverà a costretta a scendere a patti con Vinicius. 🙂