CERIMONIA
Serie: Nova Imperia
Nella tranquilla sala d’attesa, il sole filtrava attraverso le alte finestre, illuminando l’ambiente con una tenue luce arancione, riflessa e amplificata da un grosso specchio dal bordo cesellato in ottone. Marie si trovava in un angolo, osservando con curiosità i due presenti. Il ragazzo, dall’aspetto robusto e muscoloso, si era sistemato su una panca, con le mani incrociate davanti al viso per coprirsi gli occhi. Di tanto in tanto si scompigliava alcune ciocche dei suoi capelli ricci. Indossava una tunica color paglia, e una pettorina di cuoio finemente incisa gli copriva il petto. La ragazza, invece, passeggiava sotto la finestra con un abito lungo color violetto che ondeggiava delicatamente. La sua lunga chioma dorata nascondeva appena le punte delle sue lunghe orecchie, suggerendo chiaramente la sua origine elfica e conferendole un aspetto quasi etereo.
Bellissima!
Si guardò allo specchio, i suoi occhi marroni riflessi nel vetro la fissarono di rimando. Indugiò un attimo sui capelli castani, recentemente tagliati, che le arrivavano appena alle spalle. Il semplice abito che indossava sembrava quasi banale in confronto a quelli degli altri presenti.
Poco dopo, la porta della sala si aprì e un messo li accompagnò in un’altra stanza vicina. Entrarono e si guardarono attorno. Le pareti erano rivestite di mattoni di pietra nera, illuminati qua e là da lanterne dai colori intensi. Bandiere e arazzi decoravano l’ambiente, recando stemmi di casate nobiliari e fazioni. Al centro della sala, il vessillo più imponente era quello della Fortezza Eterna, che pendeva maestoso sopra una pedana vuota.
Di fronte a loro, un semicerchio di panche di legno ospitava seduti diversi dignitari e rappresentanti, in attesa. Al centro, un piccolo trono vuoto segnalava l’assenza del Reggente.
Una signora anziana, seduta a sinistra, si alzò e si schiarì la gola per attirare l’attenzione. “Benvenuti, miei cari ragazzi. Prima di iniziare, vorrei informarvi che mastro Baron non ha potuto partecipare quest’oggi a causa di problemi di salute” disse indicando il trono vuoto “ma vi manda i suoi più sentiti complimenti per l’operato svolto. È stato affidato a me il compito di ricevervi e, con il consenso dei miei colleghi, direi di procedere. Lianna, un passo avanti, per favore.”
La ragazza al suo fianco avanzò con eleganza, i passi leggeri come una piuma. “Sei giunta qui tre anni fa come emissaria della tua città, ed è stato un onore collaborare con te. Spero di averti trasmesso tutto il mio sapere e, sinceramente, sono felice di poter affermare che ho potuto imparare ancora molto, grazie a te.” Fece una pausa per riprendere fiato.
“Grazie ai tuoi sforzi, non solo abbiamo consolidato i rapporti commerciali con la città di Emerla, ma anche la città-stato di Rima sembra ora disposta a negoziare dopo oltre un secolo. Per questo e per altri meriti, ti conferisco il titolo di Ambasciatrice della Fortezza Eterna e ti premio con il nostro sigillo. Accetti?”
“Per me è un onore” rispose Lianna con un inchino, porgendo il polso. Un inserviente si avvicinò reggendo una piccola candela dalla fiamma blu e un sigillo di metallo. Dopo aver scaldato il sigillo sulla fiamma, lo applicò sulla pelle della ragazza, marchiandola con un simbolo nero.
Marie osservò la scena con interesse. Aveva letto del processo di marcatura incantata, che non causava dolore e lasciava un segno permanente, simile a un tatuaggio. In quel momento, lo spettacolo era affascinante e solenne.
L’anziana riprese la parola. “Ti doniamo il Glifo dell’Ambasciatore, due mani che si stringono in segno di amicizia. Questo rappresenterà la tua carica e fungerà da lasciapassare ovunque esistano rapporti amichevoli con noi. Che possa ispirarti e guidarti.”
Lianna tornò al suo posto sorridendo contenta. Subito dopo, dal fondo della sala, si alzò un nano dalla pelle abbronzata; i suoi vestiti borchiati di metallo tintinnavano a ogni passo. Marie lo conosceva di vista: era considerato il miglior fabbro dell’isola.
“Ragazzo, un passo avanti” ordinò con tono autorevole. Il ragazzo, visibilmente emozionato, avanzò e si inginocchiò.
“La Gilda dei Fabbri invia sempre nuovi membri per apprendere e perfezionarsi, e noi ne accogliamo altri, anche esterni, in un rapporto di reciproca collaborazione. Le armi e le armature forgiate qui sono essenziali per la difesa del nostro mondo, e non c’è onore più grande che contribuire alla loro creazione. Quando sei arrivato, ammetto che pensavo fossi solo un altro apprendista senza speranza, ma mi hai sorpreso. Dopo sei anni di duro lavoro, sei pronto a tornare a casa con orgoglio. Ti conferisco il nostro Glifo, il martello e l’incudine, simbolo dei fabbri della Fortezza Eterna.”
“Maestro, accetto con gratitudine e sono onorato dalle tue parole” rispose il ragazzo, scoprendosi la spalla per ricevere il marchio.
Bene, ora tocca a me.
Dopo un attimo di attesa, il suo maestro, un uomo di mezz’età pelato, con abiti colorati e un sorriso benevolo, si alzò. “Ecco, pensavo di fare un lungo discorso, ma in realtà non saprei bene cosa dire. Dunque facciamola breve: Marie, hai superato egregiamente tutte le mie aspettative. Il tuo controllo e la tua conoscenza della magia sono superiori ai miei, e per questo meriti tutto il mio rispetto. Inoltre, anche se i tuoi studi sono terminati da tempo e sei stata lontana da casa, hai trovato il tempo per aiutarmi nelle mie ricerche. Ti sono profondamente grato e spero che sarai sempre di ispirazione per i ricercatori dell’isola. Con l’opportunità di conferire questo titolo solo ogni cinque anni, ti dono il Glifo della Conoscenza, rendendoti mia pari sull’isola. Inoltre, entro i confini dell’Impero, questo ti identifica come Maestra di magia di primo livello, pur senza aver sostenuto gli esami dell’Accademia Imperiale. Congratulazioni.”
Marie avanzò, scoprendo l’avambraccio. “Ti ringrazio, maestro” disse, mentre l’inserviente le applicava il marchio: un piccolo segno a forma di libro circondato da tre stelle.
Stava per tornare al suo posto, quando una figura in ombra, vestita di nero e con il volto celato da un cappuccio, si alzò. “Ora tocca a me parlare” dichiarò con tono teatrale, indicando gli altri due ragazzi.
“Confido che questa parte del discorso non esca da queste mura, intesi?”
Entrambi annuirono, intimoriti e un po’ sorpresi.
“Marie, per circa un anno hai operato tra le mie fila. Ho sfruttato il tuo talento magico per questioni… poco ortodosse, per così dire. Normalmente non faccio favoritismi, ma il tuo nuovo status di Maestra di primo livello potrebbe rivelarsi utile per ottenere informazioni preziose. Ti offro la possibilità di mantenere i nostri rapporti: riferisci tutto ciò che può interessarci o preoccuparci e, in cambio, riceverai il nostro aiuto quando ne avrai bisogno. È un vantaggio per entrambi. Che ne dici?” Estrasse un sigillo dalla tasca e lo mostrò con un sorriso enigmatico.
“Certamente, maestra. Mi sembra una proposta vantaggiosa per entrambi” rispose Marie, cercando di mantenere un tono neutro, accettando il nuovo marchio.
Il Glifo dell’Osservatore, un pugnale chiuso in un cerchio, fu impresso sul suo braccio, accanto al Glifo della Conoscenza.
Tornò al suo posto. La donna che aveva aperto le cerimonie si alzò in piedi applaudendo, subito seguita dal resto degli spettatori.
“Complimenti, complimenti! Avete raggiunto traguardi importanti che aggiungeranno valore alle opere che svolgiamo qui. Sperando sempre che in futuro non si debba mai scendere in guerra, vi ringraziamo in anticipo per tutto l’aiuto che ci fornirete.” Fece una breve pausa.
“Ora potete andare, sono sicura che avrete voglia di festeggiare! Buona fortuna!”
Vennero congedati e accompagnati di nuovo nella sala d’attesa. Una volta lì, il ragazzo li salutò con un cenno veloce e si diresse nel corridoio, ancora visibilmente euforico. La ragazza si voltò verso Marie, porgendole la mano. “Congratulazioni, non mi aspettavo di vedere due Glifi in un giorno solo! Sono un po’ invidiosa, anche se probabilmente il secondo non farebbe per me.”
Marie la strinse. “Grazie, Ambasciatrice. Nemmeno io me lo aspettavo.”
L’elfa sorrise, congedandosi. “Beh, sarà meglio che mi avvii, ho ancora parecchie cose da fare.”
Parecchie cose da fare, eh? Non dirlo a me!
Si diresse verso la sua stanza. Di lì a qualche giorno avrebbe preso una nave diretta alla capitale e doveva ancora preparare i bagagli e salutare alcune persone. Poi, una volta sulla terraferma, gli impegni sarebbero solo aumentati.
Uff, vorrei tornare a casa…
Serie: Nova Imperia
Avete messo Mi Piace1 apprezzamentoPubblicato in Fantasy
Ho letto con molto piacere questo primo episodio. Mi piace la tua scrittura ordinata, ma anche piena di dettagli e suggestioni del fantasy.
Grazie, ci provo ✌🏻