CONTEGGIO PAROLE 

E’ una sfida di dita. Le mie sui tasti di un computer, il suo ferreo sul grilletto della pistola. Guardo con disappunto e paura le righe che ho scritto. L’essere con la pistola mi sussurra nell’orecchio. Le sue parole mi gocciolano dentro come inchiostro caldo. I miei occhi sgranati fissano lo schermo e le troppe lettere. Osservo cosa è sacrificabile. Meglio perdere un aggettivo pomposo o una bella ma poco concisa frase piuttosto della propria vita. La mia è sul piatto. Sono più vicino alla meta, ma il momento in cui scadrà il tempo non è cambiato. Sta andando meglio. Il contatore non è più un tiranno sicuro del trono e il numero diminuisce parola dopo parola. Non posso perdere l’inerzia positiva della soppressione del superfluo. “TikTok ops volevo dire tik tok. Sapendo chi sono puoi giustificare il mio lapsus.” aggiunge il mio boia con il contorno di una risatina stridula che ha il suono di pagine girate in fretta. E’ tutta colpa mia. Non sono stato abbastanza attento. Dovevo documentarmi meglio sul patto prima di stringerlo. Dovevo fare attenzione alle clausole e soprattutto alla pronuncia in sumero. Cercavo di evocare l’ispirazione, una benevola musa dagli abiti trasparenti su nudità di seta che mi avrebbe concesso l’idea giusta. Al suo posto però, dal cerchio tracciato con la cenere di libri famosi e che profumava di essenze esotiche, è emerso un altro tipo di creatura : la manifestazione spietata della brevità e dell’effetto. In una società fatta di testi e video sincopati, di idee liofilizzate e di concetti disossati questo mostro ha sempre più forza e il mio errore nella recita della formula l’ha materializzato davanti a me nell’aspetto di un sadico conteggio parole. Mi tortura con un testo da ridurre entro un tempo preciso. Se non sarà così premerà il grilletto e una pallottola calibro 40 caratteri metterà fine al mio tormento.

Avete messo Mi Piace4 apprezzamentiPubblicato in Fantasy

Discussioni

  1. Orginale! a volte “less is more”, quindi evitare ripetizioni, formule pompose e ridondanti è preferibile. Però quando diventa un’imposizione per rispettare i vincoli della comunicazione social si rischia di semplificare all’osso, banalizzare. Ma il contaparole è lì col dito sul grilletto…