Il Re dei Pirati

Serie: Ai confini della Mappa


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Capitan José Maria ricupera la mappa e la vittoria.

Dalla vedetta nessuno la vide arrivare; da prua a poppa su tutto il ponte avevano acceso le lanterne per adumare a veglia i volti di tutti quanti affinché non si addormentassero, perché attorno a loro su tutta la distesa dei mari stregati s’era avvolta in spire una nebbia micidiale. Era presagio di cose brutte che stanno solo nei sogni dei pirati -qualcuno cominciava a vedere le gobbe dei mostri che allungano tentacoli dagli abissi per affondare le navi, altri giurarono di aver visto i morti affogati e il canto delle sirene da tutto intorno, sicché la bussola aveva smesso di girare e le vele si sgonfiarono di vento.

Il Capitano era sveglio, e fissava la Mappa come ammagato da un ricordo: il rintocco di una campanella gli fischiò nell’adesso del suo tempo per trascinarlo al timone e navigare. Il vecchio Lenti Storte di vedetta urlava di tra un silenzio e l’altro nei suoi “Mi sembra d’aver visto…!” l’urgenza di un da farsi.

“Vigilate! Non temete mai!” la voce di Longanime sul ponte sfolgorando negli occhi dei suoi compari era la campanella stessa, e continuava a suonare prolungando il silenzio quando è forte e ronza e rimbomba tutto intorno al cuore.

Nel battere le ciglia cambiò tutto proprio come succede nei sogni, oltre la nebbia verso una baldoria di luci che traboccava tra chiarore e torpore su un mare limpido e piattissimo, specchio di una luna enorme dalle rotondità fiabesche e di un grande convoglio di navi tra piccole, piccolissime e giganti unite fra di loro da file e file di lanterne accese tra funi e corde dall’una all’altra.

Certi pirati stonavano una nota appresso all’altra appresso a una fisarmonica, si perdevano dietro i racconti più epici dei veterani con la scimmia sulla spalla, bevevano di un vino che metteva la più grande delle estasi, mangiavano un pane che portava in sé il godimento e la perfetta soddisfazione. Erano tutti poveracci, pieni di stracci e grandi dolori, tutti come salvi da un pericolo e per sempre vittoriosi. Di che vittoria si festeggiava, il Capitano lo scoprì passeggiando sulle assi che portano da una nave all’altra, -dai più balordi ai veri pirati, gentiluomini veri e dagli occhi profondissimi, che parlavano la vecchia lingua dei bucanieri-: sul grande galeone ch’era centro del convoglio sfolgorava il Re dei Pirati nella gloria della fascia rossa di chi mai versò del sangue altrui, e spezzando il pane parve che tornò a suonare una campanella. Si mischiarono tutte insieme le voci, levando un coro altissimo, un inno che nessuno di loro aveva sentito mai, che s’alzò fino a toni incomparabili al di là dei quali non si può fare altro che tornare alla veglia.

*

Il Capitano scricchiolò insieme alla nave: era ancora chino sulla mappa dalle lamine d’oro splendende.

“Oggi, l’Otto di Maggio di un anno che non so, abbiamo incontrato il Re dei Pirati. È il Mistero che si compie: è Lui la direzione, sua la Mappa -adesso lo sappiamo tutti; adesso sappiamo dove dobbiamo andare.”

Serie: Ai confini della Mappa


Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Fantasy

Discussioni