Il salone della Signora F.

Serie: Desideri


Desideri

Lo aveva scelto con cura, anche se nessuno avrebbe mai detto che fosse quello giusto per lei. Troppo giovane, forse. Troppo silenzioso. Eppure, la prima volta che lui aveva posato le dita sul bordo della sua giacca per sfilarla, qualcosa dentro di lei aveva risposto immediatamente. Un fremito lieve, appena percettibile sotto la superficie della sua consueta eleganza.

Le clienti del salone, abituate al rigore discreto della Signora F., si domandavano perché quel ragazzo fosse sempre lì, silenzioso e attento, come se la sua unica missione fosse prevedere ogni movimento di lei.

Non parlavano mai più del necessario. Eppure, ogni mattina, quando la porta si chiudeva alle loro spalle, lui le toglieva il cappotto con una lentezza misurata, e la Signora F. sentiva il calore delle mani di lui filtrare attraverso la stoffa, soffermarsi un istante di troppo sulle sue spalle.

Un sabato, la Signora F. arrivò in anticipo. Si sedette sulla poltrona centrale, accavallò lentamente le gambe e si slacciò i cinturini delle scarpe, lasciandole cadere sul pavimento con un rumore sordo, definitivo. Lui la osservò, immobile, il respiro impercettibilmente più corto.

«Vieni qui», sussurrò lei, indicandogli il pavimento ai suoi piedi. Non era un ordine, eppure qualcosa nella sua voce non lasciava spazio al dubbio.

Lui si inginocchiò senza fretta. Gli occhi bassi, le labbra appena socchiuse, un accenno di rossore che gli saliva dal collo fino alle guance.

Lei gli porse un flacone d’olio profumato e sollevò appena una gamba, sfiorandogli il petto con il piede. Lui prese quell’offerta silenziosa, la accolse tra le mani come fosse qualcosa di sacro, qualcosa che aspettava da sempre.

Le mani iniziarono a scivolare sulla pelle di lei, lisce, calde, esperte, in una danza lenta che cancellava ogni altra sensazione. Ogni movimento era preciso, studiato, eppure carico di una dolcezza reverente che lei avvertiva vibrare sotto ogni tocco. Lei chiuse gli occhi, lasciando che il calore si diffondesse lentamente lungo la schiena, scendendo fino ai punti più segreti del suo corpo, risvegliando sensazioni che credeva sopite.

A un certo punto, lei sentì che lui esitava, che le sue mani si fermavano appena sopra la caviglia, trattenendo il respiro. Allora la Signora F. sollevò il mento e, con voce morbida ma ferma, pronunciò l’unica frase che avrebbe mai detto in quel momento:

«Non ti ho detto di fermarti.»

Lui riprese immediatamente, questa volta con più sicurezza, con più determinazione, con la consapevolezza che il confine tra loro era ormai definitivamente infranto.

Quando aprì gli occhi, lei non aggiunse altro. Ma la promessa implicita in quello sguardo silenzioso era ormai chiara a entrambi.

Quella mattina, ogni cliente entrò in salone percependo qualcosa di diverso, un profumo nuovo nell’aria, un’emozione che aleggiava sotto il solito impeccabile controllo della Signora F.

Solo loro due ne conoscevano davvero il motivo.

Nessuno avrebbe mai saputo fino a che punto si erano già spinti, senza bisogno di una sola parola di troppo.

Serie: Desideri


Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Erotico

Discussioni

  1. Bell’atmosfera, tesa e elettrica. L’erotismo delicato nella scelta delle parole è azzeccato e il finale, l’idea che quell’eccitazione resti a vibrare nel salone è quasi percepibile.

  2. “senza bisogno di una sola parola di troppo.”
    Mi piace come stai “dosando” le parole, a favore del linguaggio dei corpi. Ne nasce un erotismo delicato, mai volgare.

  3. Mi piace molto. È costruito bene, l’eros è delicato ma presente e anche la dominazione viene introdotta al momento giusto, facendone cogliendone i particolari presenti anche all’inizio solo dopo una seconda rilettura. È un racconto simile a un amplesso: la tensione sale prima piano, poi più velocemente e il climax arriva al momento giusto.
    Siccome devo sempre fare il rompiscatole, avrei dato qualche nota di contesto in più all’inizio sul salone e i ruoli dei personaggi, anche se il titolo aiuta.