
Jin
Serie: Il desiderio del jin
- Episodio 1: Lapo
- Episodio 2: Jin
- Episodio 3: Inconscio
- Episodio 4: Libertà
- Episodio 5: Magia
- Episodio 6: Terzo desiderio
STAGIONE 1
Perfino la sua mente concentrata ritrovò la luce del ricordo e del passato solo quando posò il borsello sul letto pronto a cambiarsi. Non è possibile! «Come ho fatto a dimenticare?» disse a voce alta mentre cominciava a rovistare nel borsello. C’erano fili, ferri, un cacciavite un coltello, il panino che non aveva mangiato, ma la lampada no. Non riusciva a trovarla con le mani. Svuotò tutto sul letto, qualcosa luccicò: era là sulla coperta, affascinante come prima, o forse di più.
Lapo la prese con la sinistra: Devo pulirla prima di presentarla a mamma e papà.
C’era sul comò uno straccio che sua madre, Giovanna, lasciava sempre insieme a uno spray contro la polvere.
«Da ora in poi pulirai tu la tua stanza, io sono stanca!» gli aveva detto a un certo punto e Lapo manteneva la sua camera in ordine e senza polvere. Sua madre era psicologa e non sarebbe servito a niente contraddirla.
Prese lo straccio, ma decise di non usare lo spray: non sapeva di che materiale fosse la lampada e non voleva rovinarla. Bagnò lo straccio nel bagno accanto alla sua stanza. I suoi genitori parlavano al piano di sotto in cucina, di lui e del suo futuro, quasi a bassa voce; non li sentì parlare e gli sembrò strano.
Si guardò davanti allo specchio con la lampada nella sinistra e lo straccio nella destra. Nel riflesso, la lampada non luccicava e aveva un colore più scuro. Cominciò a strofinare, il fango veniva via facilmente, ma non macchiava lo straccio. Provò a toccare la lampada sporca con un dito e il fango sembrò venire via meglio, come se una pellicola sottile venisse via solo con le mani e rendesse quell’oggetto ancora più luminoso. Finì di pulirla con le mani e la ammirò.
«Hai un desiderio da esprimere!» la voce alle sue spalle spezzò la sua quiete perché nello specchio non vedeva nessuno. “Un altra allucinazione!” pensò.
«Non sono una tua allucinazione, voltati!» Lapo ora ebbe un po’ di paura, ma ricordò subito i libri che aveva letto e si voltò lentamente. Dietro di lui c’era un uomo in giacca e cravatta, abbastanza distinto. Aveva un barba perfettamente curata, occhi azzurri e capelli ricci castani. La bocca di Lapo si spalancò. No, è un’allucinazione.
«Ripeto che non sono una tua allucinazione. Sì, so leggerti il pensiero e non mi rifletto negli specchi. Cos’hai in mano?»
Lapo guardò la lampada sempre a bocca aperta; ora era splendente come se emanasse una luce verso il signore vestito per bene.
«Potresti chiudere la bocca per favore. Sì, è una lampada magica, lo abbiamo capito finalmente. Vogliamo passare al desiderio ora?» il genio aveva incrociato le braccia e attendeva impaziente, insofferente allo stupore di quell’ennesimo umano. Sempre la stessa storia! All’inizio era bello anche spaventarli imponendosi come un gigante, ma ora tutto ciò lo aveva stancato. Questi umani erano tutti uguali e anche i loro desideri. Voglio essere ricco!, Voglio che quella donna si innamori di me, Voglio diventare direttore di questa piccola azienda, eccetera, sempre così da migliaia di anni. E Lapo non si muoveva.
«Senti, non sopporto più i vostri desideri noiosi. Ne concedevo tre prima per stuzzicare la vostra fantasia, ma erano sempre gli stessi: soldi, sesso, successo, in quest’ordine. Cosa vuoi tu? Cosa desideri? Dillo e basta così posso andarmene, purtroppo sono vincolato da un patto, almeno un desiderio devo esaudirlo visto che hai ripulito la mia casa.»
Un desiderio… pensò Lapo.
«Esatto! Finalmente! È durato poco lo stupore questa volta, menomale!»
Non è possibi…
Il genio, nervoso, alzò un braccio e diede un sonoro schiaffo a Lapo.
«Aia!»
«Oh! Finalmente parli! Ti devo leggere per forza il pensiero?»
«Chi sei?»
«Sono il genio della lampada che hai in mano, lo hai già capito, non facciamo di nuovo la scenetta. Hai un desiderio, muoviti ad esprimerlo che voglio tornare a dormire!»
«Come ti chiami?» il genio sgranò gli occhi a questa domanda.
«Avrei dovuto scegliere di leggere il futuro. Se avessi saputo di incontrare un tipo come te, non avrei mai fatto il genio. Non posso dirti il mio nome, avresti troppo potere su di me.»
«Allora desidero che tu non esaudisca più desideri!»
Il bagno si riempì della fragorosa risata del genio.
«Ragazzo!» disse ansimando dopo un po’ «Questa è proprio bella, chi sei? Aladino?» cominciò di nuovo a ridere a crepapelle e Lapo gli intimò di fare meno rumore.
«I tuoi genitori non possono sentirmi né vedermi, stai tranquillo» poi ricominciò a ridere «Desidero che tu non esaudisca più nessun desiderio!» fece il verso a Lapo e rise di nuovo forte tanto che le pareti rimbombarono.
«Ora basta!» disse tornando in un attimo serio «Tu non sei il mio padrone o cose del genere. Non puoi trasformare un desiderio in un ordine e vietarmi qualcosa. Sarei libero anche di ucciderti ora per avermi sfidato, ma mi hai fatto ridere di gusto dopo migliaia di anni di noia, quindi non ti ucciderò, ma devi esprimere un desiderio entro cinque secondi altrimenti ti disintegro» il genio alzò la mano destra con il pollice e il medio che si toccavano pronto a schioccare le dita.
«Uno…»
«Due…» Lapo guardò negli occhi quel signore vestito per bene e capì che non scherzava.
«Tre…» ora la paura si impossessò di lui. Era ipnotizzato e vedeva la sua morte.
«Quattro…» Lapo voleva parlare, voleva esprimere il suo desiderio, ma aveva paura di morire.
«Cinq…»
«Desidero che tu esaudisca ogni mio desiderio!» gli occhi del genio si infiammarono ancora di più per un attimo, poi abbassò la mano.
«Non mi aspettavo questo da te. È arrivato il giorno in cui potrò essere libero!» e alzò le mani e la testa al cielo.
«Che significa?»
«Significa che ora la mia casa sarà la tua mente, esaudirò tutti i tuoi desideri per tutta la tua vita e poi sarò libero di reincarnarmi, finalmente!» il genio schioccò le dita e sparì insieme alla lampada dalla mano di Lapo.
Serie: Il desiderio del jin
- Episodio 1: Lapo
- Episodio 2: Jin
- Episodio 3: Inconscio
- Episodio 4: Libertà
- Episodio 5: Magia
- Episodio 6: Terzo desiderio
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