La Luna della Nebbia

Serie: Nonnina e Bambina mia


La luna cambiò per tre volte nel cielo prima che Nonnina tornasse sull’argomento di quella sera, Bambina mia la vedeva uscire al tramonto e la sentiva rientrare all’alba, ma non ebbe mai il coraggio di chiederle dove andasse o cosa facesse da sola fuori nel bosco.

La vita di Bambina mia scorreva così tra la paura dell’ignoto e la certezza che qualcosa stava per cambiare e così avvenne. Nel cielo brillava la fredda luna della Nebbia quando Nonnina rientrò accompagnata dal gelido vento e la svegliò dai suoi sogni agitati.

«Bambina mia alzati. È giunta l’ora di cominciare il tuo cammino tra gli antichi saperi.»

«Nonnina fa così freddo… Perché vuoi farmi uscire nel bosco in quest’ora infelice?»

«Non hai nulla da temere del bosco e fuori arde un falò che ti scalderà, ora alzati e seguimi!»

Bambina mia non era abituata a ricevere ordini, quindi si alzò e seguì l’anziana donna più per la sorpresa che per il vero desiderio di compiacerla. Dopo pochi passi fu fuori dalla casupola e davanti a lei c’era effettivamente un fuoco che ardeva nonostante fosse circondato dalla neve che andava sciogliendosi a causa del calore. Vicino al fuoco si trovava una donna molto anziana, più anziana anche di Nonnina, che le faceva cenno di avvicinarsi con un cenno delle sue mani tormentate dall’artrite.

Bambina mia si avvicinò tremando sia per il freddo che per la paura.

L’anziana donna le slacciò la camicia da notte e la osservò a lungo girandole attorno, la giovinetta si sentiva come una giumenta al mercato, ma l’anziana ignorando le sue deboli proteste continuò a esaminarla con attenzione come fosse alla ricerca di un segno. Quando le scostò i capelli dalla nuca fece un verso soddisfatto e chiamò Nonnina per mostrarle ciò che aveva trovato, con un dito nodoso disegnò il contorno di una voglia color fragola che si trovava sul collo della ragazza.

«Sorella guarda qui… Lo vedi il segno del cappio? Questa giovinetta e senza dubbio una di noi!»

Nonnina fece un cenno d’assenso con il capo e chiese se aveva quindi il consenso per prenderla ufficialmente come sua apprendista, ma l’anziana non era ancora soddisfatta e si rivolse nuovamente alla ragazzina che aveva rialzato la povera veste nella speranza di scaldarsi.

«Ragazza qual è il tuo nome?»

«Da quel che so non ne ho mai avuto uno, sono semplicemente Bambina.» Rispose a occhi bassi con un filo di voce

L’anziana le sollevò il mento e con voce più aspra continuò il suo interrogatorio.

«Come puoi non aver un nome? Come ti chiamava tua madre?»

Bambina mia alzò lo sguardo infastidita, fissò negli occhi l’anziana signora e rispose con voce forte.

«Madre? Io non ho mai avuto una madre! Mai ho conosciuto il calore dei seni di chi mi ha messa al mondo. Mai ne ho udito la voce. Abbandonata su una pietra al bordo di una cascata, come unico abbraccio i raggi del sole e come unica voce il mormorio dell’acqua. Io non ho altra madre se non il bosco e per il bosco io non ho nome né importanza alcuna.»

«Ragazzina ti sbagli, scoprirai che il bosco cela più di quel che mostra. Che il bosco tiene molto alle sue creature e che le chiama tutte per nome perché ciò che si cela nel bosco ama e sostiene le sue creature allo stesso modo in cui allontana chi non ne ha rispetto. Ora ritorna pure a dormire la tua presenza non è più necessaria.»

Bambina mia rientrò nella casupola, adirata e confusa da ciò che era accaduto, ma non si rimise a letto. Decise di aspettare Nonnina per avere da lei delle spiegazioni su quanto avvenuto quella notte.

Nel frattempo attorno al fuoco si stava decidendo del suo futuro.

«Venerabile Anziana siete certa che questa sia la strada giusta per bambina mia? O il timore di agire solo per egoismo e per paura della solitudine più che per il suo bene.»

«Selene» rispose l’anziana con un sospiro «Sei sempre stata la più insicura e gentile di noi, per questo nutri questi dubbi. La ragazza ha tutti i segni che la porterebbero al patibolo, dovesse finire tra le mani degli uomini, non c’è più nessun luogo sicuro sulla terra conosciuta per le donne sagge.»

«In questo piccolo villaggio gli uomini sono ottusi, ma forse in una grande città…»

«Non t’illudere Selene, il buio della paura e dell’ignoranza si è impossessato della mente degli uomini e quelli che sono riusciti a conquistare un effimero potere grazie a ciò hanno tutto l’interesse che restino paurosi e ignoranti. Non c’è più spazio al mondo per la saggezza e l’amore femminile, l’unico modo che abbiamo per difenderci è restare nascoste e tramandare il sapere, fino a che avremo il nostro sapere l’inquisizione non potrà scovarci.»

Con queste parole l’anziana si alzò gemendo e scomparve nel folto del bosco come se realmente avesse avuto il potere di volare sull’onda del vento o sparire in un albero fatato.

I dubbi di Nonnina restavano, ma non poteva opporsi a ciò che aveva deciso l’Anziana, quindi non le restava che rientrare e comunicare a Bambina mia che l’indomani sarebbe cominciato il suo addestramento sperando che ciò non la portasse verso un’inevitabile rovina.

Serie: Nonnina e Bambina mia


Avete messo Mi Piace1 apprezzamentoPubblicato in Fantasy

Discussioni

  1. Ciao Lily, sono contenta che tu abbia ripreso a pubblicare gli episodi della tua serie. Storie come queste, per me, sono ammalianti come il canto della sirena; quella della “strega” è una figura che amo particolarmente. Non solo nel fantasy. Molte donne hanno perso la vita a causa dell’ignoranza. Non vedo l’ora di scoprire cosa riserva il futuro a Bambina Mia