La parola

Serie: Desideri


Cosa desideriamo veramente? Quali desideri siamo disposti a confessare?

Ogni sera, alla stessa ora, il suo telefono vibrava.

Non un nome sullo schermo. Nessun promemoria. Solo un messaggio, come un respiro trattenuto che arrivava da lontano.

Era sempre lui. O meglio: quella voce senza volto che aveva imparato ad aspettare.

La prima volta aveva sorriso. Aveva pensato a uno scherzo.

Poi era arrivato un secondo messaggio.

E un terzo.

E ogni sera, da quel momento, qualcosa in lei si apriva come una porta chiusa da troppo tempo.

«Stasera, siediti davanti allo specchio. Togliti tutto. Guarda solo le spalle. Non la bocca. Non gli occhi.»

Le istruzioni erano precise, ma mai brutali.

Lui non chiedeva. Suggeriva. Sapeva.

E lei non si era accorta del momento esatto in cui aveva iniziato ad obbedire.

All’inizio erano piccoli gesti: spogliarsi lentamente, restare in silenzio, accendere una candela e spegnere la luce.

Poi erano arrivate le immagini. Le parole più affilate.

Non sporche. Non volgari.

Parole che la toccavano tra le cosce senza sfiorarla.

Ogni sera il suo corpo si preparava prima ancora di leggere.

Le dita tremavano. La pelle si scaldava.

E in mezzo al petto, una pressione dolce, insopportabile, come se qualcosa volesse uscire e non ne avesse il coraggio.

Poi, una notte, il messaggio fu diverso.

«Pronuncia una sola parola. Quella che non hai mai detto. Quella che ti scappa via quando vieni.»

Lei rimase immobile, con lo schermo acceso tra le mani.

Ne aveva tante, di parole trattenute.

Ma quella… quella era un nodo in gola.

Quella la spogliava più di ogni comando.

Provò a scriverla.

La cancellò.

La riscrisse.

Poi:

«Non posso.»

La risposta arrivò subito.

Semplice. Calda. Irrevocabile.

«Allora dilla piano. Anche se non ci sono. Dilla per me.»

Lei chiuse gli occhi.

Inspirò.

Appoggiò la guancia sul cuscino, nuda. Il profumo delle sue lenzuola le si mescolava tra le gambe.

E allora la disse.

Una parola breve, verticale, che le aprì il ventre e il petto insieme.

La mattina dopo, una scatola.

Dentro, un foulard nero, di seta.

E un biglietto:

«Stasera, verrò da te. Solo il foulard. Solo la parola. Il resto, lo sai già.»

Lei avvicinò il tessuto al viso.

La seta era fredda. Ma dentro, era già caldissima.

Serie: Desideri


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Discussioni

  1. È il tuo primo pezzo che leggo e devo dire che funziona davvero. Incuriosisce il mistero di una figura così incisiva pur essendo assente, le reazioni di lei alle corde che lui, evidentemente, sa far vibrare. Bravo, proseguo