Le pagine nascoste

Serie: Eva e i segreti di Itky


Lisa racconta a Eva le cose che ha scoperto su Itky. Era una sorte di sogno lucido che usavano per comunicare a lunghe distanze.

Nessuno ricordava più come fosse iniziato tutto, forse le informazioni erano state intenzionalmente nascoste. Ma i giardini fioriti, i campi fertili e le case solide e calde si trasformarono in rovine nel giro di pochi mesi. Gli abitanti soffrivano fame e freddo, scacciati dalle loro terre da eserciti ostili. I sorrisi scomparvero per sempre dai loro volti, i bambini non smettevano di piangere, e gli anziani, uno dopo l’altro, si fermavano, rifiutandosi di continuare il cammino.

Dopo un po’, un gruppo trovò una piccola radura in una foresta remota, lontano dalla guerra in corso. Costruirono una struttura di rami e la coprirono con foglie e muschio, riuscendo a passare qualche notte per riprendere fiato. Ma l’inverno era ormai alle porte… Disperati, decisero all’unanimità di creare un rifugio in Itky, dove avrebbero riposato a turno ammirando il loro villaggio natale. Credevano che questo potesse alleviare la tensione e infondere speranza nei loro cuori esausti.

Fu una scelta terribilmente sbagliata: uscendo da Itky e ritrovandosi nella fredda foresta, nuovamente affamati e assetati, le persone si disperavano ancora di più. E senza rendersene conto, uno dopo l’altro, si addormentavano di nuovo, senza dire a nessuno che tornavano in Itky. Bastarono pochi giorni perché più di un centinaio di abitanti sopravvissuti alla guerra si ritrovassero profondamente addormentati nelle fragili capanne della foresta selvaggia. Sparsi in diversi angoli, i compatrioti, desiderosi di sapere se qualcun altro fosse sopravvissuto, entravano a loro volta in Itky: il luogo d’incontro per tutti loro era il villaggio natale. Sentendo della scelta angosciante dei loro amici e parenti, inizialmente li supplicavano di tornare, ma, calcolando quanto tempo era passato, piangevano disperati…

«E così, uno dopo l’altro, le persone rimanevano in Itky con i loro cari, continuando a vivere come prima, come se non ci fossero state guerre, privazioni e morte» concluse tristemente Lisa. «Si dice che in tutto il mondo siano stati trovati centinaia di questi insediamenti di “dormienti”.»

«È terribile!» esclamò Eva. «Non posso credere che sia vero.»

«Nemmeno a me dà pace» rispose Lisa. «Per questo non possiamo trovare nulla di concreto su come creare Itky. Imparata la lezione, le persone cercarono di distruggere tutte le informazioni, e chi tentava di praticare veniva punito severamente.»

«E ora cosa facciamo?» chiese Eva. «L’unico che sa qualcosa è Ef, ma sono sicura che non ci aiuterà.»

Lisa si limitò a stringere le spalle. Era ancora scossa dalla storia e non riusciva a togliersi dalla testa un pensiero che si era insinuato in profondità, alimentato da una speranza nascosta. La ragazza aveva quasi dimenticato l’obiettivo principale: combattere il terrificante mostro notturno. Cercava di vietarsi di pensarci, provava a distrarsi, scacciava il pensiero come si scaccia una mosca fastidiosa, ma continuava a tornare alla stessa immagine: una bambina che abbracciava con gioia i suoi genitori. Anche solo per un attimo, solo per un istante, avrebbe voluto vedere sua madre e suo padre, stringerli e dire loro quanto li amava. Perché mai aveva dovuto scoprire l’esistenza di Itky?

«Lisa, a cosa stai pensando?» la voce di Eva interruppe i suoi pensieri malinconici. «Che ti succede?»

«Niente di importante» rispose Lisa, cercando di minimizzare.

«Te l’avevo detto, hai bisogno di riposare. Sei esausta. Torna in camera e riposati un po’, poi ti racconto tutto io» la esortò Eva.

«Va bene» accettò Lisa inaspettatamente. «Ma ricordati di svegliarmi prima di pranzo. Ho mangiato abbastanza caramelle, ma non rifiuterei un bel piatto caldo.»

«Allora è deciso!» disse Eva con entusiasmo. Le due si abbracciarono per salutarsi e presero strade diverse. Non appena Lisa oltrepassò la soglia della sua stanza, il sorriso sul suo viso scomparve immediatamente: era servito solo per non far insospettire Eva. Aspettò qualche minuto in più, poi raccolse la spazzatura dal pavimento e sistemò il letto. Guardandosi intorno per assicurarsi che nel corridoio non ci fosse nessuno, chiuse la porta e si avvicinò al comodino, dove si trovava una fotografia dei suoi genitori. Ogni giorno che passava, diventava sempre più difficile ricordare i piccoli dettagli dei loro volti, i gesti, le voci, le risate. Lisa sentiva di allontanarsi sempre più da loro, e questo la faceva soffrire immensamente.

Ricordava quando sua madre le intrecciava i lunghi capelli biondi in due trecce, mentre suo padre raccontava una delle sue storie divertenti. La bambina rideva senza sosta e sua madre, fingendo di essere severa, minacciava entrambi di lasciarli senza dolci se non si fossero calmati almeno per un minuto. La sera leggevano insieme delle favole e la curiosa Lisa faceva mille domande. Era vero che un tempo le balene nuotavano nel cielo? E allora, chi viveva nell’acqua? E se una balena venisse sollevata molto in alto, si ricorderebbe come nuotare tra le nuvole? E perché lei non poteva salire in cielo percorrendo la strada luminosa della luna? Sarebbe stato così bello vivere tra le stelle…

I ricordi malinconici le annebbiano gli occhi di lacrime, ma Lisa le scacciò scuotendo la testa. No, non poteva cedere alle emozioni; altrimenti, non sarebbe riuscita a fare nulla. Doveva restare calma e sicura di sé, senza lasciarsi sopraffare. Si inginocchiò e frugò sotto il letto, cercando qualcosa. Dopo qualche istante, teneva in mano alcune pagine strappate da un libro, sulle quali si intravedevano annotazioni e appunti tra le righe. Sedutasi sul letto, Lisa cominciò a leggere attentamente, borbottando di tanto in tanto sottovoce, come per memorizzare meglio. Dopo una decina di minuti di lettura, rimise le pagine al loro posto, tirò le tende e si sdraiò sul letto, avvolgendosi in una coperta.

Attese che il suo respiro diventasse regolare, poi chiuse gli occhi e cercò di svuotare la mente. Quando sentì di essersi completamente rilassata, iniziò lentamente a ricostruire nella memoria la sua stanza d’infanzia.

Serie: Eva e i segreti di Itky


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