Libertà

Serie: Il desiderio del jin


    STAGIONE 1

  • Episodio 1: Lapo
  • Episodio 2: Jin
  • Episodio 3: Inconscio
  • Episodio 4: Libertà
  • Episodio 5: Magia

NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Un jin tormenta la mente di Lapo, un giovane ragazzo buddhista, pressandolo affinché desideri cose malvagie.

 La notte di Lapo fu agitata da incubi e sogni lucidi in cui intravedeva sempre il genio o jin, come voleva farsi chiamare. Rivisse molte scene del suo passato, la relazione con Marica, e come avrebbe voluto ucciderla.

«Vorresti che morisse?» più volte gli fece questa domanda nei sogni. Lapo rispose ogni volta no con convinzione.

La mattina dopo, Lapo si alzò più stanco della sera prima. Per fortuna non doveva andare a caccia, visto che era lunedì. Non riusciva ad accettare che la realtà superasse la fantasia. Non era possibile che ci fosse davvero un genio della lampada dentro la sua testa. Non esistevano cose del genere. Pensò di parlarne con sua madre, non ne aveva mai sentito parlare, ma forse si trattava di una sindrome curabile.

«Sei un illuso! Parlane pure con tua madre e fatti rinchiudere»

«Non può andare avanti così.»

«Tu dici? Desidera e stai attento a non darmi ordini.»

«Desidero mangiare, ho fame» disse stanco.

Sentì un chiaro schiocco che rimbombò nella sua testa. In mano ora aveva un grosso hamburger.

«Non mangio queste schifezze, non lo sai?»

«Chiami schifezza il tuo cibo preferito che ancora desideri visto che ti è stato negato nell’infanzia?» Lapo rimase a pensarci. Non mangiava più carne da tempo, ma l’aspetto di quel panino gli faceva venire l’acquolina. La carne era tenera e ancora calda, il formaggio sciolto e il panino croccante.

«Una mia speciale creazione. Hamburger di bovino, con formaggio cheddar e una salsa segreta. Non fanno più hamburger così.»

Lapo diede un morso, il gusto sorprendeva nonostante l’aspetto. Era la carne più buona che avesse mai mangiato.

«Sono contento che ti piaccia il primo desiderio che hai espresso, posso usare la mia energia ora. Ci divertiremo vedrai!» e fece un’altra grossa risata.

Lapo smise di mangiare, non era affatto contento di dover stare in compagnia di quella specie di psicopatico al quale non poteva nascondere niente. Doveva liberarsi di lui e non poteva durare a lungo.

«Non durerà, infatti. Prima arriverai alla fine e meglio sarà. E ci arriverai presto, te lo assicuro» un altro brivido percorse la schiena di Lapo accompagnato da una risata del jin. Lapo decise di provare in chiesa.

«Ora mi farò quattro risate» anticipò il genio leggendo i pensieri di Lapo. Neanche il jin poteva tenere nascosta la sua voce, ormai erano una cosa sola.

Il ragazzo si vestì in fretta, buttò il panino nella spazzatura, e uscì nella freschezza di dicembre. Si avvicinava Natale e dalle sue parti molte persone frequentavano la chiesa. Proprio in quel momento cominciarono a suonare le campane. In strada, Lapo intravide alcune persone vestite per bene.

«È l’Immacolata imbecille! Hai dimenticato il cattolicesimo quando ti sei convertito?» e il jin rise di nuovo.

«Zitto!» Lapo era concentrato, ma il jin si sentì sfidato.

«È per caso un ordine?»

Qualcosa avvenne in pochi secondi nella mente di Lapo. Pensò di non poter offendere il jin, poi ricordò che già conosceva i suoi pensieri, si confuse.

«Porca puttana!» urlò per strada «Cosa devo fare, cosa devo dirti? Lasciami in pace! Desidero che mi lasci in pace!»

Riuscì a tirare un respiro di sollievo, stette fermo per strada ritto, concentrato sul suo respiro. Non sentiva più la voce del jin. Lo aveva ascoltato? Quasi non osava chiamarlo. Ma il suo pensiero era rivolto verso la sua voce e la sua immagine.

«Jin!» se fosse tornato avrebbe desiderato di nuovo che lo lasciasse, ma il jin non tornò al suo richiamo. Sapeva che non obbediva agli ordini e di certo non desiderava che tornasse. Era riuscito a sbarazzarsene! Buddha lo aveva aiutato, prima ancora di Cristo o della chiesa.

In effetti, Buddha visse prima pensò Lapo e Cristo era un Buddha.

Rinunciò all’idea di andare in chiesa, ma tornò a casa rigenerato. Pensò che avrebbe fatto una bella dormita per riprendersi dalla notte prima e che poi avrebbe mangiato qualcosa di salutare, piuttosto che quell’hamburger pieno di grasso.

Tornato a casa, trovò sua madre che aveva preparato la colazione e suo padre già sveglio che guardava il telegiornale.

«Dove sei stato Lapo?» chiese suo padre con lo sguardo aguzzo.

«Volevo andare in chiesa.»

«Ah!» suo padre rimase fermo con la bocca aperta nella sorpresa «E poi?»

«Buddha mi ha aiutato prima di arrivarci.»

«Di nuovo con Buddha! Non potevi andare in chiesa a trovare Cristo?»

Lapo rinunciò all’idea di discutere con suo padre. Andò, invece, nel bagno a svuotarsi la vescica prima di mangiare, poi entrò in camera.

«Lapo! Hai tu il cacciavite a stella?» suo padre, spinto da sua madre, lo chiamava per parlare di nuovo con lui.

Lapo mise le mani nello zaino in cerca del cacciavite: toccò qualcosa di liscio.

«Lapo!»

«Si papà, l’ho trovato!»

«Sono io Lapo! Sono tornato, visto che mi desideravi» Lapo cominciò a tremare «e sappi che non esaudirò due volte lo stesso desiderio.»

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Discussioni

  1. Per fortuna Lapo non doveva andare a caccia e poi non me lo vedo con un cacciavite in mano. Allora non è Elkann, anche se lo vedrei bene nel tuo fantasy, darebbe un po’ di colore. Povero Lapo, dico io che troppo Jin dà alla testa. Scusa Domenico per l’ironia ma per me l’occasione era ghiotta. Comunque Lapo mi sta simpatico, mi incuriosisce il prosieguo.