Liliane
Serie: La ballata del Giglio rosso
- Episodio 1: Liliane
STAGIONE 1
Quando’ero bambina mi sembrava che Ynis Afallach fosse grande quanto tutto il mondo, perché era così: Ynis Afallach era tutto il mio mondo. In realtà , era il mondo di mia madre, il suo regno, e, allora, non avevo timore di correre per le strade a combinare guai e di rubare dolci alle osterie, nessuno mai mi avrebbe rimproverata finché non fossi tornata a casa la sera, quando la Dama del Lago era ormai troppo stanca per alzare la voce e curarsi dei miei comportamenti.
Qualche volta era Nimue ad accollarsi quell’incarico, ma anche lei era poco più che una bambina e finivamo soltanto per ridere insieme e stenderci davanti al caminetto fino ad addormentarci.
Quando arrivava Beltane e le mie coetanee si chiedevano perché noi bambine non potessimo partecipare ai festeggiamenti notturni, prendevo Isobel per la mano e la costringevo a danzare con me tra le candele che pian piano si consumavano e le altre si univano a noi e cantavano per soffocare il silenzio che avrebbe accompagnato le nostre notti.
Nimue mi aveva già narrato cosa accadeva fuori dal Tempio Bianco, ma non osavo tradire quel segreto, o mi sarebbero arrivate mille domande, che dovevano avere risposta solo al compimento dei nostri tredici anni. Non volevo che anche per loro la magia fosse rovinata.
Beltane, poi, significava l’arrivo definitivo della bella stagione, delle lunghe giornate piene di sole e dei campi coperti di fiori colorati tra i quali amavo correre per raggiungere il laghetto delle Nereidi, dove passavo ore con gli amici a giocare a palla vestita solo della mia chioma rossa.
Vedevo Lynette, ormai adulta, avvicinarsi a mio fratello Lancelot e poi allontanarsi e sparire con lui.
Lanval rimaneva solo e si sedeva sulla riva a farsi spazzolare dalle Nereidi i lunghi capelli color del grano.
Un giorno di fine Maggio presi coraggio e gli andai vicina.
«Perché te ne stai tutto solo?» gli domandai, strizzando l’acqua in eccesso dai capelli.
«Non vado a genio a tutti gli altri» scosse le spalle, gli occhi color muschio rivolti al suo riflesso sull’acqua limpida.
«Perché fai tutto quello che ti dice Lance» risi «e Lance ti dice di trattare male Bran» indicai mio cugino che teneva Isobel tra le braccia prima di farla cadere nel laghetto. Seguì un grido della bambina, poi una sua risata.
«Non devi stare con me perché ti faccio pena, lo sai?» cercò di congedarmi Lanval.
Mossi i piedi nell’acqua per scacciare un pesciolino, mentre due Nereidi, ridacchiando tra loro, mi spazzolavano i capelli e si domandavano come acconciarli.
«Non ho mai capito perché amino tanto i capelli, eppure sono in parte come loro» cambiai argomento.
«Però le loro mani sono delicatissime!» aggiunsi.
Lanval rise, poi si alzò e mi porse la mano.
«Sei convincente piccola Liliane!» mi trascinò verso il resto del gruppo e passammo il pomeriggio a giocare con la palla.
«Lily?» mi chiamò Nimue, mentre una ragazza serviva la cena sulla tavola. L’odore della zuppa di lenticchie mi punzecchiò le narici.
«Oggi nessuno si è lamentato di te, che ti è successo?» continuò mia sorella, versandosi della zuppa nella ciotola. Nostra madre sorrise e scosse la testa.
«Che si è innamorata!» si intromise Lancelot, con il solito cipiglio arrogante.
«Taci!» lo rimproverai, immergendo il cucchiaio di legno nella zuppa con violenza. Sporcai il tavolo e mi rovesciai addosso il resto del contenuto.
A quel punto mi alzai di scatto e colsi l’occasione per correre nella mia camera.
Non capivo il perché della mia reazione, normalmente avrei riso della mia goffaggine, ma le parole di Lancelot mi si erano incastrate nella testa come un vetro rotto. Allora credevo che l’amore fosse soltanto ciò che lui e Lynette facevano appartati nei boschi, perciò mi ero imbarazzata all’idea che mia madre potesse crederlo quando ancora non ero divenuta una donna.Â
«Non dovrei essere triste con il canto dei grilli…» mormorai tra me, il gomito appoggiato su davanzale, il mento sostenuto dal pugno chiuso.
Provai invidia per le storie che Isobel mi raccontava su suo fratello, così dolce e nobile d’animo. Provai invidia per il legame che li univa nonostante la lunga distanza, suggellato dalla collana che le aveva donato. Lancelot era cattivo con me. E lo era con tutti gli altri. Certe volte invidiavo le carezze che concedeva a Lynette, che mai avrebbero sfiorato le mie guance. Immaginai le sue braccia avvolgermi il busto, i suoi capelli scuri scivolarmi sulla spalla e le sue labbra sussurrarmi un “ti voglio bene”. Ma come potevo illudermi con certi sogni, se non osava neppure pronunciare il mio nome?
Serie: La ballata del Giglio rosso
- Episodio 1: Liliane
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