
Prima: vittima
Serie: Vittima e mostro
- Episodio 1: Prima: vittima
- Episodio 2: Poi: mostro
STAGIONE 1
Il mondo non ha ancora una forma precisa nella mia testa. Non sono ancora nel mondo degli adulti, ma ho già gli incubi tipici dei grandi.
La notte è fresca e silenziosa, come volesse rimediare al caldo torrido del giorno appena passato: sono appoggiata al davanzale, in maglietta e pantaloncini. In casa dormono tutti.
Tutti chi? Estranei, abusivi in un casilino ferroviario.
Mia madre è a lavoro.
Aspetto. Non mia madre, ma il mio ‘fratellone’, l’unica ancora di umanità che ho trovato dentro a questo disperato spaccato di disagio.
Il silenzio si rompe: una macchina si ferma nelle vicinanze. Una portiera si apre e si richiude, seguita da un’imprecazione. È tornato. Lo saluto sottovoce dalla finestra, entusiasta. Lui ricambia con un’occhiata torva e fa segno di fare silenzio. L’entusiasmo mi muore nel petto all’istante. Le mani del mio fratellone sono coperte di sangue, le braccia graffiate e il suo naso ha una bozza innaturale, sbaffato carminio.
Sto per scendere le scale, in apprensione, ma lui sta già salendo. Sparisce in bagno, l’acqua scorre.
Qualcuno nella camera vicina si muove, passi. Con passo felpato torno in camera, sotto le lenzuola facendo finta di dormire. Silenzio. Il cuore batte sordo nelle orecchie. Due voci maschili parlottano per un breve momento.
Alcuni passi vanno in lontananza e una porta si chiude. Altri passi si avvicinano e girano attorno al lettino su cui ero.
«So che sei sveglia.» dice con voce stanca.
La voce familiare mi fa uscire allo scoperto. «Cosa ti è successo?», chiedo preoccupata.
La stanza è in penombra, il bagliore della luna entra senza speranza dalla finestra. Lui si siede sul matrimoniale dove di solito dorme con mia madre. Scendo dal lettino e mi avvicino.
«Abbiamo discusso con uno stronzo al bar, in paese. Ha messo le mani addosso a Debby e sicuramente non potevo rimanere a guardare.»
«Spero tu l’abbia conciato peggio di come ha conciato te.»
«Ci puoi scommettere, ma mi fa male tutto.», dice mentre cerca di allungare la schiena. Il mio fratellone è un ragazzo sulla trentina, alto, viso morbido, capelli alle spalle, pizzetto, uno di quei caratteri che si scaldano facilmente. Un attaccabrighe, ma dal cuore tenero, in una relazione molto intensa con alcool ed erba. E io lo adoro. Sono una ragazza senza padre e in un modo del tutto contorto mi ispira fiducia.
Mi sento in dovere di fare qualcosa per quell’estraneo che aveva rotto tutte le mie barriere e che mi stava aiutando a sostenere quel periodo buio della vita, quello dove non ci sono prospettive e non sai se il giorno dopo dovrai nuovamente fare le valigie.
A modo mio voglio ricambiare. Così, nella più totale innocenza, salto sul lettone e mi metto alle sue spalle. «Dai, ti faccio un massaggio, magari ti rilassi!»
Ho circa 12 anni, le mani piccole e una malizia appena accennata, ma del tutto sopita in quel momento di apprensione. Cerco di darmi da fare provando a massaggiare i muscoli tesi delle spalle e della schiena.
«Hey, sei proprio brava.», mi dice con un filo di voce e si lascia andare leggermente all’indietro e improvvisamente sento la sua schiena aderente al mio petto ancora acerbo, ma appena accennato. Istintivamente, senza malizia, lo abbraccio.
«Guardiamo un film?», mi chiede, e annuisco. Ci stendiamo sul lettone, abbracciati.
Lui mi avvolge in un abbraccio confortante. Gli poso la testa sul petto, sentendomi al sicuro e soddisfatta della mia piccola impresa riuscita. Mi addormento quasi subito.
La TV è un sottofondo lontano nel dormiveglia.
«Hai mai baciato qualcuno? Alla tua età dovresti iniziare.» è la domanda del mio fratellone che mi riporta lucida, ma confusa. Mi accarezza i capelli, dolce.
«N-no, perché?»
Lui si porta su un fianco e mi sovrasta. «Peccato, non sai cosa ti perdi.» dice accarezzandomi il viso.
Quelle carezze hanno un sapore diverso, chiedono una promessa. Assaggiano la pelle morbida e la vogliono. E tutto cambia.
Mi irrigidisco, incapace di muovermi. Incastrata tra la vergogna, la curiosità, la delusione e quelle mani che vogliono sapere tutto.
Gli occhi serrati, il cuore a mille.
Mani estranee corrono sul collo seguite da leggeri baci. «Devi imparare.».
Mi bacia prima dolce, poi sempre più avido, mi infila la lingua in bocca. Io, immobile e nel panico, ma curiosa, vorrei rispondere a quella lingua calda e avvolgente, invadente.
Serie: Vittima e mostro
- Episodio 1: Prima: vittima
- Episodio 2: Poi: mostro
Mi piace. Un argomento difficile da raccontare e tu lo fai molto bene.
Narrato molto bene, in maniera quasi didascalica, dando le giuste pause e il giusto peso alle scene.
Molto scorrevole e di facile lettura, nonostante un tema molto complesso come questo.
Brava!