
Magia
Serie: Il desiderio del jin
Lapo rimase con il cacciavite in mano, fermo, tremando, senza sapere cosa fare.
«La tua ragazza è appena stata tradita, che roba Lapo, altro che film porno» Jin rise di nuovo di gusto.
Lapo provò una sensazione strana allo stomaco, come un rimpianto per cui si vorrebbe solo piangere. Così non andava affatto. Non poteva e non doveva continuare, doveva cacciarlo in qualche modo. L’unico suo desiderio era che quel genio andasse via, invece era tornato.
«Ormai siamo una cosa sola Lapo.» ma Lapo si era perso in troppi pensieri e cominciava ad agitarsi, il suo respiro si fece più veloce quasi affannoso, in un misto di rabbia, vendetta e delusione «Rilassati, respira!» il genio continuava a ridere e a prenderlo in giro.
«Desidero che tu esca dalla mia mente e mi lasci in pace!» ma Jin rideva.
«Ho già esaudito questo desiderio, poi mi hai chiamato e sono tornato, non ripetiamo la stessa storia.»
Lapo si agitò, si innervosì, si disperò nell’arco di pochi secondi. Non era possibile liberarsi di lui, ma non poteva nemmeno assecondarlo: «Voglio solo che tu esprima qualche desiderio e mi chieda di esaudirlo, niente di più.»
Non poteva fare altro, doveva assecondarlo in qualche modo e gli tornò l’idea di esprimere desideri positivi. «Un po’ noioso, ma meglio di niente, vediamo cosa succederà.»
Lapo fece un respiro profondo: «Bene, Jin!» disse dopo un po’ «Non mi lasci altra scelta: desidero che la mia ex torni col suo ragazzo.»
Il genio schioccò le dita: «Non so cosa succederà, ma lo immagino e non sarà tanto positivo» fece una risata sarcastica «Le sta mandando un messaggio. Che poeta contemporaneo questo ragazzo!»
La risata del jin era continua, si sbellicava. Lapo non capiva, Jin gli lasciò la sorpresa. «Vedrai» diceva solo.
La giornata si svolse abbastanza serena. Jin era soddisfatto del desiderio e non diede più tanto fastidio come prima, addirittura cominciò a narrare delle storie a Lapo, mentre mangiavano a tavola.
«Il vostro cibo è abbastanza salutare. Qualche tempo fa mi trovò una ragazza che mangiava schifezze, ma la feci dimagrire e in più gli tolsi il desiderio di mangiare tanto, l’ho preso per me. Ti svelo il mio potere: ogni desiderio che esaudirai lo prenderò per me e mi nutrirò dell’energia negativa che ne scaturirà. Non immagini il desiderio che hai espresso, non conosci la magia.»
Cosa intendi tu con magia? pensava mentre mangiava.
«Non ti svelerò il mio segreto, ma la magia esiste e io so farne tante come vedi. A differenza di voi uomini, però, a me non serve che ci crediate, mi basta uno schiocco di dita.»
Non sembri un dio, a volte mi sembri una persona.
«Ci somigliamo solo psicologicamente, io conosco e ho accesso a cose che tu nemmeno immagini.»
Se sei così evoluto, perché vuoi che succedano cose brutte.
«Che questione inutile, perché non dovrei? Il male esiste da così tanto tempo che ormai pensate faccia parte della natura delle cose. Ma il male è fantasia, creatività, illusione, come la vostra realtà e l’avete creata voi questa società. Ora dovete adattarvi a concetti come il mio.»
Ti ritieni un concetto?
«Sono andato oltre le definizioni. Ora sono un concetto presente nella tua mente, puoi considerarmi anche solo un’idea o un frutto della tua mente malata. Resta il fatto che tu hai un potere immenso, in realtà sono io ad averlo e lo trasmetto nella tua realtà attraverso i tuoi pensieri.»
I pensieri sono molto forti, ma sono le azioni che ci qualificano.
«Invece, tutto inizia nel pensiero. Non esiste la realtà senza chi la sperimenta. La tua realtà è questa ora e non puoi conoscere altro se non quello che sei.»
Lapo non capiva pienamente le parole del genio, ma gli ricordavano quelle di Buddha a tratti o, almeno, la loro interpretazione. Finì di mangiare e andò nella sua stanza: aveva intenzione di leggere un libro, sacro: I quattro pilastri della saggezza. Aveva letto quel breve libro tante volte, ma ora gli era necessaria una nuova visione e nuovi insegnamenti.
«Buddha mi piaceva, ha fatto un lungo percorso, come il mio, ma è giunto a conclusioni diverse.»
Parli della meditazione?
«Esatto!» Lapo aprì il libro in quel momento su una pagina a caso e cominciò a leggere.
Jin aspettò qualche minuto leggendo con Lapo: Allora, o monaci, lo stolto pensa così: “Davvero non ho agito bene, non ho agito salutarmente, non ho agito previdentemente; ho agito male, ho agito crudelmente, ho agito demeritoriamente…
…Che ne pensate, voi monaci: che è dunque più grande, questa piccola pietra presa da me, nella misura di un pugno, o lo Himava, il re dei monti?»
«Hai beccato la parte che parla dello stolto. Pensaci bene Lapo, perché io mi sento un re dei monti e non una pietra.»
Vuoi dire che sono stolto?
«Conosci ancora troppo poco e già vorresti sconfiggermi. Sono un demone infernale, pronto a tormentarti, ma ho lasciato l’inferno per divertirmi. Una volta entrato nella mente, non vado via facilmente» rise «Ti piace la rima?»
Veramente no, neanche la parte del demone.
«Basta! È tempo di esprimere un altro desiderio.»
Serie: Il desiderio del jin
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