
Vicini al risveglio- 28 dicembre, sera
Serie: Ne verremo a capo
- Episodio 1: 27 dicembre, ore 10:04
- Episodio 2: 27 dicembre, ore 10:21
- Episodio 3: 27 dicembre, ore 10:44
- Episodio 4: 27 dicembre, ore 11:07
- Episodio 5: 27 dicembre, ore 11:11
- Episodio 6: 27 dicembre, ore 11:32
- Episodio 7: 27 dicembre, ore 18:04
- Episodio 8: 27 dicembre, ore 20:16
- Episodio 9: 28 dicembre, ore 1:23
- Episodio 10: Per i sei Fiori
- Episodio 1: Qualcosa
- Episodio 2: Lo rifaresti?
- Episodio 3: Se solo sapessero…
- Episodio 4: Vicini al risveglio- 28 dicembre, sera
- Episodio 5: L’assassino dell’hotel- 29 dicembre, mattina
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Glicine abbassò d’istinto lo sguardo, pur sapendo che non avrebbe dovuto farlo.
“Glicine? Stai bene?” gli chiese Matteo, ora con una venatura di preoccupazione.
“Eh? Ah, sì, sì, è che… Abbiamo trovato una… specie di lettera, ecco…”
“Una lettera? Sul serio? E che c’era scritto?”
Glicine rimase sul ciglio delle parole, non aveva idea di cosa fare.
“Roba” disse.
Matteo ridacchiò.
“Roba… Un termine di un’accuratezza allucinante.”
“Delle regole, ecco. C’erano delle regole. Del gioco. Le regole del gioco” mormorò Glicine, quasi avesse paura che Tamerice potesse sentirlo.
Matteo fece per rispondere, ma Giglio, apparso dal nulla, s’intromise nella conversazione.
“Riunione” annunciò.
***
Non puoi, Orchidea. Sai che va contro le regole.
Orchidea aprì gli occhi di scatto, il cuore che le batteva a mille. Mise a fuoco il soffitto ammuffito, cercando di riprendere il controllo del proprio respiro. Certo che lo sapeva, che andava contro le regole. Quello era stato chiaro già dal primo Capodanno. La vita non ti appartiene più, decide Tamerice quando finisce, e non puoi farci assolutamente nulla. Si mise a sedere.
“Grazie, Tamerice, ora non posso manco ammazzarmi in pace…” bofonchiò, passandosi una mano tra i capelli arruffati.
Si guardò intorno: la stanza era sempre la stessa, ma ora tutto era coperto da una patina di disperazione. Si appoggiò alla testata del letto, il viso illuminato dagli ultimi raggi di sole.
Non puoi smettere di giocare, puoi solo aspettare che il gioco finisca.
Si chiese come la stessero prendendo gli altri, i suoi compagni di squadra, che continuavano a lottare nonostante si stesse sfasciando tutto. E, inevitabilmente, pensò a Ciclamino. Dal momento in cui si erano incontrati, tre anni prima, Orchidea l’aveva odiato. Perché le ricordava di quella parte di sé così arrendevole, così patetica, così debole. Lei, che voleva essere la leader e la trascinatrice, non poteva permettersi di avere un lato così scialbo. E Ciclamino, con la sola sua presenza, glielo ricordava, quasi come un rimprovero. Alla fine, Ciclamino era lei. E, non potendo sfogarsi su sé stessa, lo faceva su di lui. E gli insulti venivano fuori da soli.
“Dea?”
Orchidea si alzò, squadrando infastidita Glicine, comparso in camera sua senza nemmeno bussare.
“Dimmi, Lici, cosa c’è?”
“Tarassaco dice che serve una riunione. Che dobbiamo aggiornarci” spiegò, gesticolando in modo esagerato.
Orchidea lo fissò ancora mezza intontita.
“Arrivo.”
***
Sempre lo stesso sgabuzzino. Sempre loro sei. Sempre a parlare di ruoli.
“Dunque… Partiamo dal nostro grande Cervello, Giglio…” iniziò stancamente Orchidea, che non avrebbe decisamente voluto essere lì, sull’armadio, a gestire l’ennesima riunione.
“Sì…” rispose lui, che aveva già smesso di ascoltare.
“Gi, tu dovevi essere il razionale, no? In teoria, sei il più intelligente; avrai trovato uno stratagemma, un sistema, qualcosa che possa aiutare… Avrai pensato a un metodo dei tuoi… Vero?”
Giglio non rispose, rimase con gli occhi all’ingiù persi nel vuoto, non era più nemmeno lì.
Le parole di Virginia gli rimbombavano in testa: aveva fallito.
Tarassaco gli picchiettò sulla spalla.
“Oh, ci sei?”
“Sì. No. Non ho pensato a niente” rispose secco, senza nemmeno guardare Orchidea.
“Ottimo. Siamo messi benissimo. Andiamo oltre, per ora. Aco… L’Intimidazione… Tu lo sai perfettamente cosa dovevi fare. Però sei stato geniale, avresti dovuto essere tu il Cervello… Ormai Tulipano l’hai convinto, no? Non sa niente, sei stato incredibile!”
Tarassaco si morse la lingua per non rivelare la sua precedente conversazione.
“Sì, è meglio che non sappia niente, no? Se scoprisse che è in pericolo di vita… Io non voglio che muoia. E non voglio morire neanche io. Non possiamo morire” disse, non sapendo nemmeno a chi si stesse rivolgendo.
Orchidea lo guardò stranita, decidendo di proseguire.
“Dunque… Ciclamino. La Pietà. Con te si punta tutto sul fare pena, d’altronde ci riesci benissimo. Quindi mi auguro che-“
Ciclamino la interruppe, infastidito.
“Sì. Ho fatto. Tranquilla. Ho trovato un bambino a cui-“
“Non sa niente, vero? Non gli hai raccontato nulla della morte, del pericolo, di Tamerice…?” lo interruppe a sua volta Orchidea, diffidente.
“No. Ho detto di stare tranquilla. Non sa niente di ciò che potrebbe succedere… o che succederà” concluse.
“Primula. La Calma. La nostra mediatrice per eccellenza, che ad oggi però battezzerei l’Esploratrice, considerato che abbiamo scoperto tutto grazie a te. Come sta andando?” continuò Orchidea, cambiando espressione ed indirizzandone una di simpatia a Primula.
“Bene. Credo. Sta andando bene. E neanche io voglio morire.”
Orchidea alzò gli occhi al cielo per un secondo.
“Lo so. Lo sappiamo tutti. Nessuno vuole morire, è appurato; l’abbiamo ripetuto circa un centinaio di volte, andiamo avanti!”
“E comunque non moriremo. Fermeremo tutto. Nessuno morirà. E, per quanto Tamerice possa tenerci a farci crepare tutti, noi non glielo permetteremo. Voglio crederci” affermò dal nulla Tarassaco. Si voltarono tutti verso di lui.
“Va bene…” sussurrò Orchidea, perplessa.
“Non moriremo, ok!? Io voglio vivere, voglio che Tulipano viva, e, sì, voglio che anche quel bastardo di Giglio viva” concluse, trattenendo le lacrime.
Giglio si riprese dal momento di trance e fissò Tarassaco infastidito.
“Che cazzo vuoi da me?”
“No, ragazzi, vi prego, concludiamo ‘sta roba, poi potete menarvi, se volete” intervenne Orchidea, stremata.
“Ok, è il mio turno!” urlò da sinistra Glicine, alzando la mano.
“Ben-” iniziò Orchidea, ma venne immediatamente interrotta dal ragazzo.
“La scoperta ha fatto schifo, ma magari andando avanti il gioco diventerà divertente e-“
“Non devi divertirti; è una cosa seria. Se muori sappi che poi sono cazzi tuoi, ci fai i conti tu con Tamerice” lo bloccò Giglio.
“Ha parlato quello messo peggio di tutti: ma ti sei visto!?” ribatté Glicine, alzandosi.
“No, vi prego…” protestò debolmente Orchidea, sapendo che non sarebbe comunque riuscita a fermarli.
“Giglio, tu devi solo che stare zitto!”
“Vedi? Anche Tarassaco è d’accordo! Sei tu che non sei ancora arrivato a una, sei tu quello che alla fine muore!”
“Ma non dire stronzate. Io a differenza tua ho un quoziente intellettivo superiore a zero.”
“Non lo dimostri di sicuro.”
“Tra te e Ciclamino-“
“Scusate, ma io che c’entro?”
“E che cazzo, basta!”
Non aveva urlato Orchidea. L’aveva fatto Primula.
Si erano fermati tutti, come ghiacciati, a guardarla sorpresi. Nessuno ricordava di aver mai sentito Primula urlare.
“Basta, davvero, basta. Non ce la faccio più” ripeté, questa volta con voce più calma.
Dentro lo sgabuzzino piombò il silenzio, a segnalare che la riunione si poteva ormai dire conclusa.
Dall’altra parte della porta, qualcuno stava origliando tutto: un’esile figura quasi bidimensionale con un cubo di Rubik in mano.
Serie: Ne verremo a capo
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- Episodio 2: Lo rifaresti?
- Episodio 3: Se solo sapessero…
- Episodio 4: Vicini al risveglio- 28 dicembre, sera
- Episodio 5: L’assassino dell’hotel- 29 dicembre, mattina
Continuo a leggere e mi piace.
Ne sono molto felice
Cara Viola, vedo che hai ripreso una serie cominciata tempo fa. Mi riprometto di leggerla e portarmi al pari. Buona scrittura 🙂
Ciao Cristiana, mi sono finalmente tirata insieme, sì; forse iniziare tre serie insieme non è stata l’idea più previdente di questo mondo. Ad ogni modo, ti ringrazio per essere passata, buona scrittura anche a te!