10 anni dopo

Serie: Gut & Berg


Se vuoi capirci qualcosa ho un consiglio per te: leggi subito la prima parte, questo è il mio consiglio, purtroppo è di parte. Se non lo farai te ne pentirai. Parola di Fabius P.

«E spegni ‘sto diesel! Puzza!»

«E chiudi il finestrino.»

«Se lo chiudo muoio di caldo, il termometro lì segna 40 gradi, questo catorcio non ha neanche l’aria condizionata.»

«Sei la solita esagerata. Datti una calmata, prima o poi troveremo un buco. Ci vuole un po’ di pazienza Elga.»

«Io ne ho avuta fin troppa con te.»

Nel frattempo una macchina poco distante è in manovra.

«Finalmente un posto libero! Dai Berg, ingrana veloce la retro prima che ce lo freghino.» 

«Dov’è? Non lo vedo.»

«Vedi quella macchina a fianco del furgone?»

«Sì, vado.»

«Berg non era Berger, non aveva lo scatto del pilota ferrarista, dopo il terzo tentativo e una grattatina ingrana la retro ma ormai è troppo tardi, un grosso Suv si è già posteggiato.»

«Berg sei un cretino, anche ‘sta volta ti sei fatto fregare.»

«Calmati Elga, non è la fine del mondo. La pazienza è la virtù dei forti. Fai un respiro profondo, fai come me: Ohmmmm!»

Elga era su di giri, più del motore che girava al minimo, la calma imperturbabile di Berg l’innervosiva ancor di più.   

«Ecco, si sta liberando anche quel posto a fianco del Suv. Muoviti!»

Berg, con una manovra celere, imbuca la scassata Panda ma…… è solo un modo di dire. Poi una voce stupita.

«Elga!» Esclama Olga vedendola scendere dalla Panda. 

«Olga!» Esclama Elga, vedendo la gemella.

«Ma che combinazione, sei proprio tu, Elga.»

«Sì sono proprio io, Olga. Ma quanto tempo che non ci vediamo.»

«Sarà una decina d’anni o giù di lì.» Poi, girandosi verso Berg: «Hai visto chi c’è? C’è Olga, scendi, Berg vieni a salutarla.»

Berg si gira, alla vista della cognata rimane imbambolato. Lui non sapeva fingere, un tic nervoso muoveva la palpebra destra quando non si trovava a suo agio. Olga se ne accorge subito.

«Non sei contento di vedermi?»

«Ciao Olga.» Berg apre bocca per dire solo quelle due parole. Poi con un filo di voce: «E Gut come sta? Non è con te?»

«Sta bene, grazie. È rimasto a Milano, sai, il lavoro lo prende tantissimo.» 

«Gli affari vedo,» Elga lancia un’occhiata verso il Suv con i quattro cerchi «vedo che vanno bene, molto bene direi.» 

«Lo conosci Gut, la sua mente vulcanica non finisce mai di stupirmi. Non riesce a far fronte alle tante richieste dei clienti, gli ordini arrivano da tutta Italia, soprattutto dalle grandi città. Abbiamo dovuto ampliare il laboratorio assumendo altro personale. E tu Berg cosa mi racconti?»

«Io? Io…… lavoricchio. Potrebbe andare meglio, ma va bene così.»

La faccia di Elga smentiva Berg, il calo delle vendite nell’ultimo anno era preoccupante e il futuro che si prospettava buio. 

«Andiamo a prendere qualcosa Olga, così mi racconti.»

«Grazie Elga, ma sono di fretta. Ho un appuntamento e poi devo rientrare subito a Milano. Se volete potete venire a trovarci nella nostra villa, così ci facciamo una nuotata in piscina. Avvisami qualche giorno prima che ci organizziamo, questo è il mio numero di telefono, aspetto una tua telefonata. Ciao sorellona. Ci conto eh! Fatti viva, non facciamo passare altri dieci anni.» 

«Ciao sorellina, salutami Gut.»

«Salutalo anche da parte mia » è Berg con poca convinzione.

—–

La sera a casa di Berg e Elga il barometro segna tempesta.

«Hai visto che collana di diamanti che indossava Olga? Deve costare una fortuna. Non ricordo il marchio, mi sembra inizi per “s” e ha lo stesso cognome di quel Matteo politico.»

«Chi? L’uomo del ponte?»

«Sì, proprio lui. Ho visto la pubblicità e sono andata a guardare sul sito, sai quanto costa? 25.000 Euro. Gli affari devono andare a gonfie vele. E poi quel Suv, costerà almeno 5O.00O.»

«Costa 106.100 Euro più gli optional cara.»

«E la villa nuova con piscina?»

Elga non riusciva a stare ferma, era come una cavalla irrequieta alla corda  prima della partenza del Palio di Siena, moriva d’invidia.

«Dimmi Berg, quale potrebbe essere quell’idea geniale che ha fatto la fortuna di Gut?»

«Lui aveva tante idee, non saprei. Ricordo che mi parlava di voler registrare un marchio per avere l’esclusiva, così almeno diceva. Io non lo stavo ad ascoltare più di tanto, anzi, non ci badavo proprio, avevo sempre da stampare tante targhe e  targhette.»

«Sforzati un attimo, usa anche la testa qualche volta.» 

Berg, nel frattempo, appoggia sul tavolo alcuni volantini pubblicitari che aveva in mano.

«Cos’hai messo sul tavolo?»

«Niente, un po’ di pubblicità che ho trovato nella cassetta della posta.»

«Ma buttala via! Odio la pubblicità, sempre con le offerte dei supermercati. Sai cosa pensavo, dovremmo mettere un cartello vicino al campanello, del tipo “Pubblicità no grazie” o qualcosa del genere.»

«Siiiiì, adesso ricordo Elga. Gut voleva stampare una targhetta per chi come te non ne poteva più della pubblicità.» 

«Vai avanti, cosa voleva incidere sulla targa?»

«In questo stabile la pubblicità non è gradita o La pubblicità non è gradita in questo stabile, non ricordo di preciso.»

«E tu non eri d’accordo?»

«Lo sai che a me la pubblicità è sempre piaciuta, fin da bambino; con quelle stampe patinate la mia fantasia volava alto, come i tanti aeroplanini colorati che lanciavo dal balcone di casa.»

«Berg sei un idiota.  Du bist ein großer idiot!»

«Ti sembrerà strano ma ho anche venduto qualche targhetta con la scritta “In questo stabile la pubblicità è gradita”. Leggendo i volantini puoi trovare le offerte più vantaggiose, come il 3 x 2; sei prodotti però non me li ha dati mai nessuno, anche se è il prodotto di tre per due.»

Elga a quelle parole resta di sasso, di più, come la montagna del Gran Sasso. Aveva realizzato due verità assolute: il grande genio di Gut e l’immensa stupidità di Berg.

«Berg sei un cretino.» Elga con un filo di voce. Dopo qualche attimo di cupo silenzio riapre bocca, la voce ora è squillante: 

«Ho sposato un cretino». In un crescendo rossiniano: 

«Ho sposato il fratello cretino». 

Infine urlando: «BERG SEI UN CRETINO GRANDE COME UNA MONTAGNA!» 

Elga è affranta, non ha più voce, bisbiglia qualcosa d’incomprensibile che possiamo intuire: «Proprio quello cretino dovevo sposare». 

Lo sconforto è grande, Elga scuote lentamente la testa, vorrebbe essere Olga ma ha sposato Berg; una lacrima di rabbia si fa strada scendendo lentamente sulle gote, sulla gota destra per la precisione. 

Così è la vita Elga, anche se non pare giusto, l’importante è non farsi delle “pare” e andare avanti, non ti pare?   

Serie: Gut & Berg


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Discussioni

  1. “L’uomo del ponte” è favoloso, anche perché si rifà a “L’uomo del monte” della vecchia pubblicità Del Monte! 😅
    Un racconto divertentissimo e gradevolissimo, mi è piaciuto un sacco!

  2. I confronti sono sempre terribili… fra due sorelle gemelle, poi… devono essere da film dell’orrore.
    Grazie Fabius, per averci fatto sorridere, anzi ridere ancora una volta.
    E devo dirti una cosa: non sono solo i giochi di parole. Le storie sono davvero divertenti!
    Hai visto che segreti che ti rivelo?

    1. Grazie per avermi rivelato il quinto segreto di Fatima ma non mi è ancora del tutto chiaro. Ho chiesto alla Trotta, la bella Fatima di Made in Sud, ma non ne era al corrente. Mi ha canticchiato “FA-TI-MA n-da-re dalla mamma, a prendere il latte”, ma non penso sia questo. Se hai riso mandamene un po’ che sono celiaco, il riso è un alimento naturalmente privo di glutine. Se hai sorriso, vuol dire che non sono solo cazzate. Grazie Giancarlo.

  3. Ma quanto sei bravo a giocare con le parole? Ma sai che ti invidio? Hai confezionato un gioiello impareggiabile, scritto bene, scorrevole, divertente… Si anch’io vedo del genio! Grande Fabius!!!

    1. Io, invece, invidio tutti voi che sapete scrivere seriamente come Dio comanda e come Dante ringrazia, mi siete tutti maestri. Montale era un vero EuGenio, io al massimo sono un genio targato EU.

  4. Elga sai che anche io ho una gemella come Olga?
    Non sei sola Elga, per quel che vale. Sono anche io campionessa di pare. Ma se leggo passa tutto, troppo spassosissimo (non sono sicura di aver messo tutte le esse al posto giusto pero…) 😊

  5. La famosa ‘erba’ del vicino, che qui diventa il fratello migliore. Povera Elga, anche se, magari sposandolo lei, le cose sarebbero andate diversamente. Tipo quando sei in coda in autostrada e ti viene la splendida e alquanto inutile idea di cambiare corsia 🙂
    Grazie Fabius per avermi fatta divertire con questo racconto surreale e davvero gradevole.

    1. Se sei riuscita a leggere due episodi di seguito e ti sei divertita sono davvero felice. Una dose doppia di Fabius P, potrebbe essere per qualcuno letale. Come si dice ‘1.000 non più 1.000’, pensa che i due capitoli sono esattamente di 1.000 parole ciascuno, né una di più né una di meno.

  6. Ci stavo prendendo gusto e proprio ora é finito il testo. La mia non é una protesta ma una semplice richiesta. Una continuazione della storia che abbia per tutti un po’ di gloria. O qualche piccola gioia per quel poverino, che sia felice del suo modesto destino. A Gut il Suv e la villa con piscina; pace e bene a Berg che non inquina.

    1. Grazie per il tuo commento in rima, volevo risponderti “per le rime” quando— «Fermati ignorante che non sei altro!» è mia moglie «La stai offendendo a tua insaputa.» Così ti rispondo “in” rima: grazie tante, le tue parola sono sante, io non sono Dante, però m’impegno per scrivere in modo esilarante, non leggo nel tuo pensiero perché non sono un cartomante, immagino ti diverta anche se qualche battuta è agghiacciante, la sto tirando un po’ troppo per le lunghe e il mio discorso sta diventando allucinante. Mi fermo qua M.Luisa, perché continuare in questa maniera diventa troppo arzigogolante. Qualcuno dirà che Fabius P. è aberrante: attenti alle parole, forse è un giudizio fuorviante se espresso in maniera troppo semplicistica e decontestualizzante.

      1. Non dovremmo mai prenderci troppo sul serio, né qui né altrove. Dovremmo anzi imparare a sdrammatizzare anche nelle situazioni piú critiche. Per questo ogni tanto mi piace giocare con le rime, anche qui con qualche autore, a cui spero non dispiaccia, qualche volta, un commento un po’ giocoso. Non vorrei peró dare l’impressione di sminuire l’impegno necessario per elaborare un testo che in questo caso ha anche il pregio di farci riflettere senza dover rinunciare a sorridere.
        E spero tanto di non offendere i veri poeti capaci di comporre versi seri.

        1. Cara M.Luisa a volte a noi due piace nei commenti scrivere in rima, è un modo scherzoso e divertente che non mi disturba per niente. Ti assicuro che non ci sono secondi fini. Quanto tempo è passato, ci conosciamo da quasi tre anni, se ho scritto qualcosa che ti ha offeso non l’ho fatto intenzionalmente, può trattarsi che sia stato solo qualche gioco di parole troppo affrettato e non ponderato. Ciaooo e per quel che resta buona domenica.