
Trame di vita (prima parte)
Serie: Un destino (S)critto male
- Episodio 1: Inciampi del destino
- Episodio 2: Incontri fortuiti
- Episodio 3: Il Patto di Moirania
- Episodio 4: Protagonista involontaria
- Episodio 5: Una vita da prima pagina
- Episodio 6: Dove il tempo si spezza
- Episodio 7: Trame di vita (prima parte)
- Episodio 8: Trame di vita (seconda parte)
- Episodio 9: Duelli di sguardi
- Episodio 10: Deviazioni non previste
- Episodio 1: Qualcosa è cambiato
- Episodio 2: Il prezzo del lieto fine – prima parte
- Episodio 3: Il prezzo del lieto fine – seconda parte
- Episodio 4: Crepe
- Episodio 5: Partecipi dello stesso sogno
- Episodio 6: Il tempio dell’apparenza
STAGIONE 1
STAGIONE 2
«L’incontro più dolce è quello che non si attende.»
— Euripide, Elena ( parafrasi)
Al suono della sveglia, allungai la mano verso il cellulare. Prima ancora di spegnerla, controllai la data: 3 marzo 2025.
Missione compiuta. Due giorni: era tutto ciò che mi serviva per rimettere le cose a posto. Nonostante le poche ore di sonno, l’attenzione era alta. Avevo ancora un po’ di tempo per sistemare gli ultimi dettagli. Mi sedetti alla scrivania e iniziai a scrivere su una pergamena.
Sì, una pergamena. Lo so, siamo nel 2025. Ma certe cose funzionano meglio alla vecchia maniera. Come il vino buono. O la vendetta degli dei.
E poi, diciamolo: sfidare il volere di Lachesi richiede un certo stile. Con o senza il permesso del Fato, avrei ridefinito la vita di Clara in modo impeccabile. Nessuna delle mie sorelle avrebbe potuto ispirare di meglio.
La sua chiamata arrivò puntuale, alle otto.
«Sì?»
«Sofi! Ci vediamo per un caffè più tardi?» esordì con quell’entusiasmo vagamente inquietante che di solito precede una pessima idea.
«Ho un impegno. Devo incontrare Francesco in tarda mattinata. Dobbiamo sistemare i dettagli del tour promozionale del libro.»
A stento trattenni uno sbadiglio.
«Hai una voce strana. Tutto bene?»
«Ho dormito poco. Ho lavorato tutta la notte a una nuova storia. Sono un po’ stanca.»
«Lavori troppo, davvero. Ti servirebbe una pausa. Passi da me? Avrei bisogno del tuo parere su una questione importante…»
Sospirai. La mia interpretazione avrebbe meritato un Oscar.
«Passo da te prima. Ma spero non stia progettando una delle tue.»
«Non preoccuparti, nulla di grave. A dopo!»
Silenzio. Poi quella risatina. Leggera, quasi innocente. Se non la conoscessi, potrei anche crederle.
Quando chiuse la comunicazione, rimasi qualche secondo a fissare la schermata del cellulare. «Niente di grave! Vedi di non combinare altri guai» mormorai tra me e me, mentre l’ansia si accomodava sullo stomaco con la grazia di un minotauro in un negozio di porcellane.
La giornata non era cambiata molto, tranne per una strana tachicardia che mi colse proprio davanti alla porta di Clara. Dovevo solo sembrare la solita me, e non farmi prendere da un eccesso di zelo. Il che, detto da una musa, è tutto un programma.
«Oggi non lavori? Perché sei ancora in pigiama e pantofole?» chiesi entrando.
«Devo finire dei bozzetti. Maison Fabiani li vuole per la prossima sfilata. Questo pomeriggio passo in studio per alcune consegne e poi continuo a lavorare da casa.»
Il caffè era pronto e lei si avvicinava al tavolino, trascinando i piedi come un fantasma domestico. Poi, l’inevitabile, come l’aurora: inciampò in una piega del tappeto.
Scossi la testa, sconsolata, e scelsi il silenzio. Parlare sarebbe stato inutile.
«Ho rovesciato solo qualche goccia, non fare quella faccia!»
«Di cosa mi volevi parlare?» chiesi, mentre cercavo di ignorare l’alone sul tappeto.
«Domani vado all’Hotel de Russie» annunciò, mentre sorseggiava il caffè.
«A fare cosa?»
«Hyun-woo è qui per promuovere il nuovo film.»
Sgranai gli occhi. Parlava di Hyun-woo con la stessa intensità mistica con cui gli antichi greci parlavano di Orfeo.
«Quel Hyun-woo» precisò. «L’uomo che è stato creato per farmi rimanere sveglia tutte le notti.»
Mi astenni dal commentare. Un tempo le muse ispiravano eroi e poeti. Ora… idolatrici di attori coreani. Com’è cambiato il mondo.
«Non mi sembra una buona idea» replicai, con tono risoluto.
«Perché?»
«Mi immagino la scena: trentenne distratta in mezzo a una folla urlante di adolescenti. Surreale. Dammi retta, guarda i video su Instagram. È più dignitoso.»
«Non puoi darmi una mano? Sei una scrittrice, conosci tante persone…»
«Non ho niente a che fare con quel mondo. Per mia fortuna! Non posso aiutarti.»
«Come non detto! Sei stata chiara.»
Mi aspettavo insistenze, sbuffi, il solito dramma da telenovela coreana. Invece, si limitò a sollevare la tazzina e bere tutto d’un fiato.
«Dico sul serio, Clara. Stai lontana da quell’hotel. Concentrati sulla sfilata e sul lavoro.»
«La solita noiosa.»
«Adesso vado, se no chi lo sente Francesco. Tra un “daje” e l’altro devo convincerlo a rivedere il suo look prima di sabato. Pensi di passare?»
Quando alzai gli occhi, la vidi fissare un punto indefinito, la mente persa chissà dove.
«Clara, sto parlando con te?»
«Sì, sì.»
«Cercati un vero uomo. Ne hai un disperato bisogno!»
«Mi sono distratta un momento. Stavi dicendo?»
«Tieniti libera per sabato. Vado!»
Uscì prima che potessi anticipare qualcosa che era meglio non svelare.
Clara non andò all’Hotel de Russie. Indossò i suoi pantaloni preferiti, a vita alta, si legò i capelli in una coda ordinata e si truccò con una cura che riservava solo alle occasioni speciali. Non sapeva bene perché, ma una vocina dentro di sé continuava a sussurrarle che doveva essere presentabile.
Chiuse la porta di casa e uscì. Prima tappa: il panificio. Era una specie di rito, un’abitudine che dava inizio alla giornata: il profumo del pane fresco e due chiacchiere di quartiere.
«Ciao Rosa! Due rosette?»
La proprietaria le porse il sacchetto con un mezzo sorriso. «Te le ho messe da parte. Lo so che, se nun ce le hai, t’arrovesci la giornata.»
Clara sorrise, sollevata. «Sei la migliore. A domani!»
«Salutame nonna Angela! È ‘na vita che non passa da qua!»
Clara rispose con un cenno della mano, già oltre la soglia, diretta verso la fermata del tram.
Nel frattempo, Rosa tornò dietro al banco, mentre due clienti, Maria e Lucia, rimaste a chiacchierare vicino alla vetrina dei dolci, seguivano Clara con lo sguardo.
«A Mari’, ma l’hai vista? Sempre più carina. Sta a fa’ ‘na cosa seria co’ ‘sti vestiti, dice Angela.»
Lucia annuì, stringendosi nello scialle. «Daje, pare de sì. Ce lavora ‘n sacco. Dice che mo’ c’ha pure er negozietto suo, giù a San Lorenzo…»
Maria fece un mezzo sorriso malizioso. «Eh, però uno bono e serio ancora non ce l’ha… Quella se meriterebbe uno che je vo’ bene, che je fa ride.»
Lucia si sporse sul bancone. «Angela e Dante hanno fatto un miracolo co’ lei. Quanno s’è trasferita a Roma, era ‘na peste.»
«Certo che me ricordo! M’ha rovesciato er carrello ar supermercato! Ma mo’ s’è fatta donna.»
Rosa sbuffò e mise fine alla tiritera. «Annate via, su! Che c’ho da lavorà! Sempre a sparlà state… parete due comari der ’68!»
Le due donne si salutarono ridacchiando, mentre Rosa si rimetteva il grembiule, borbottando tra sé e sé.
Serie: Un destino (S)critto male
- Episodio 1: Inciampi del destino
- Episodio 2: Incontri fortuiti
- Episodio 3: Il Patto di Moirania
- Episodio 4: Protagonista involontaria
- Episodio 5: Una vita da prima pagina
- Episodio 6: Dove il tempo si spezza
- Episodio 7: Trame di vita (prima parte)
- Episodio 8: Trame di vita (seconda parte)
- Episodio 9: Duelli di sguardi
- Episodio 10: Deviazioni non previste
“si legò i capelli in una coda ordinata e si truccò con una cura che riservava solo alle occasioni speciali. Non sapeva bene perché, ma una vocina dentro di sé continuava a sussurrarle che doveva essere presentabile”
E’ bello quando facciamo così, anche se non c’è un vero motivo. Serve a noi ❤️
Sono piccole coccole che ci meritiamo….
È davvero ‘frizzantino’ questo episodio perché i dialoghi sono freschi, rapidi, e anche divertenti quando inserisci il romanesco delle due comari. Ho capito che stiamo facendo un passo indietro, tipo poco prima della tragedia…
Bellissimi gli inciuci in romanesco. Io comunque spero in un incontro romamantico tra Clara e Hyun-woo. Bravissima. Tiziana❤️
Grazie per essere passata!
Vedremo cosa accadrà con quel tale, Hyun-woo! 😁😁😁 che curiosità! Brava Tiziana❤️
Grazie! Volevo pubblicare ma da ieri non è possibile 😥
Che sensazione strana tornare alla scena dell’hotel…mi ha creato un senso di straniamento, e contemporaneamente sembrava normalissimo, come se potesse davvero accadere anche nella realtà! Ora aspetto la seconda parte per vedere come va a finire…
Ti ringrazio tanto per il commento, è un feedback molto importante. Non avevo mai scritto una storia a episodi, e quando ho iniziato a progettare questa, mi sono resa conto che dovevo condensare alcuni aspetti della trama per mantenerla efficace. Uno di questi era la vita di Clara prima della cerimonia. Con questo episodio, dovevo trasmettere la sensazione di “cambio” e avevo pochi elementi per farlo, in un margine limitato di spazio.
“Un tempo le muse ispiravano eroi e poeti. Ora… idolatrici di attori coreani.”
😂
Sempre piacevolissima questa storia, adoro Clara con la sua testa tra le nuvole Moirania con la sua ironia.
Grazie ♥
Cara Tiziana, ho deciso di non leggere questa prima parte fino a quando pubblicherai anche la successiva. Non amo stare in bilico nel senso che sono una di quei lettori che, se vengono interrotti a metà del capitolo, arrivano a strapparsi i capelli 🙂
Ho solo ‘sbirciato’ qualche riga qua e là, ma niente di più 🙂
Aspetterò, con pazienza, per poterlo leggere d’un fiato.
Se riesco la pubblico domani sera. Stamattina non ho avuto il tempo di correggere le ultime cose
Io aspetto 🙂
Divertenti lo scambio di battute delle comari!! Aspetto il resto!
Un bell’episodio vivace, reso ancor più frizzante dai dialoghi in romanesco (?), che danno concretezza a questa storia tra mito e realtá.
La battuta “Ciao Rosa. Due Rosette?” te la copierei volentieri per “Le rose e le rouge”. Anche “… parete due comari der 68” niente male.
Ho apprezzato il finale e ammirato, ancora una volta, la tua grande conoscenza in Storia della mitologia.
“Ciao Rosa. Due Rosette?” è nata da una battuta che ha fatto un mio amico leggendo la bozza. Mi ha fatto ridere e l’ho inserita.
“Comari del ’68”, invece, nasce da un’esclamazione che faceva spesso mia madrina, una sarda trasferita a Roma. Ogni tanto se ne usciva con espressioni curiose che ora colgo più di allora. (Si chiamava Angela, e il compagno Dante: per questo ho dato questi nomi ai nonni di Clara.)
Interessante scoprire i retroscena da cui nascono le storie, le battute e i nomi dei protagonisti. Grazie Tiziana, per averne svelato alcuni.
Dialoghi intensi. Bello, aspetto di leggere il seguito.
Grazie Rocco. Domani o al massimo dopo, pubblico la seconda parte.