A cena col capitano (seconda parte)
Serie: I mitici anni '60
- Episodio 1: A cena col capitano (prima parte)
- Episodio 2: A cena col capitano (seconda parte)
STAGIONE 1
Quel nome, pronunciato dal vicesindaco, le fece tornare alla memoria il suo ultimo viaggio in treno di ritorno verso Albarosa. Da qualche giorno, non riusciva a togliersi dalla mente quel giovane così cortese che le aveva ceduto il posto nello scompartimento sovraffollato e per tutto il tempo era rimasto nel corridoio, senza mai perderla di vista. Quando stavano per arrivare a destinazione, un altro viaggiatore lo aveva salutato con deferenza con un «Comandi, signor capitano», ricevendo una risposta che a lei sembrò gentile e misteriosa. «Per stasera ancora no, cominciamo domattina…» Ora era finalmente in grado di darsi una spiegazione: doveva trattarsi del comandante dei carabinieri che viaggiava in abiti borghesi. Virginia aveva seguito con malcelata apprensione il colloquio fra il preside e il vicesindaco. In cuor suo sperava che ci ripensassero. Lei aveva sempre inflitto ai suoi allievi continue filippiche contro i fasti che le folle riservavano ai partecipanti ai telequiz, che definiva “eroi della mezz’ora”. Non avrebbe mai immaginato che la mezz’ora stava per toccare proprio a lei, dal momento che era stata designata dal preside in persona. Avrebbe volentieri risposto di no, soprattutto per non perdere credibilità nei confronti dei suoi alunni, ma non se l’era sentita di scontentare in un colpo solo l’autorità scolastica e quella comunale. Alla fine, decise che avrebbe subito affrontato l’argomento in classe. Così, rimase spiazzata quando, una volta informati i ragazzi, non ci fu nessun moto di meraviglia tra loro, ma anzi un brusio accompagnato da sorrisi e ammiccamenti che si risolsero, alla fine dell’ora, con la consegna di una lettera firmata da tutti. Nella lettera i suoi alunni la pregavano di entrare a far parte degli “eroi televisivi”, promettendole solennemente che nessuno l’avrebbe mai tacciata d’incoerenza per questo. Virginia arrivò, puntuale come suo solito, al ristorante dove, attorno a una lunga tavolata, la attendeva una piccola folla in grande fermento: il preside discuteva animatamente col vicesindaco facendo volare per aria un plico di fogli dattiloscritti. Mentre si avvicinava, riconobbe il suo compagno di viaggio, che fu il primo ad alzarsi andandole incontro, e con mossa gentile e rapida le porse la sedia e la fece accomodare al suo fianco, regalandole un sorriso incantato. In quel momento, il sindaco prese la parola, proclamando con aria soddisfatta: «Se quelli di Montealto, a Campanile Sera, suoneranno giovedì le loro trombe, la gente di Albarosa suonerà le sue campane. Abbiamo accettato la loro sfida con il sorriso sulle labbra: ad Albarosa, nei secoli, hanno affrontato ben altre prove proposte dalla storia, al confronto delle quali quelle di Bongiorno non ci spaventano certo». I commenti di tutti non si fecero attendere e il preside Casagrande approfittò del brusio per fare gli onori di casa. «Professoressa Morbelli permette che le presenti il capitano Aldo Lombardi, il nostro comandante dei carabinieri?» Virginia, senza motivo apparente, arrossì e rispose con un sorriso imbarazzato come non le era mai successo, neppure di fronte ai suoi illustri e sussiegosi colleghi. La voce decisa del giovane capitano ruppe il ghiaccio e, nella lunga conversazione a due che ne seguì, lui si dimostrò molto informato sulla storia e le caratteristiche della città di Albarosa, e inoltre appassionato di viaggi e di buone letture. Durante tutta la serata era apparso evidente il suo impegno di fare bella figura con lei. Il suo sfoggio di cultura aveva colpito nel segno. I libri di storia e letteratura, che durante il pomeriggio Virginia aveva scrupolosamente impilato sul comodino, per quella sera rimasero a riposo. Non c’erano autori classici o famosi condottieri a popolare i suoi pensieri, ma il viso abbronzato e la mascella volitiva di Aldo Lombardi. La mattina dopo, in classe, Virginia era particolarmente pensierosa. Cercò di concentrarsi sul suo futuro impegno di esperta per la trasmissione del giovedì, tuttavia la interruppe la signora Rosa, che questa volta bussò, ma, senza aspettare risposta, entrò con un largo sorriso. «Hanno portato questo per lei, signorina» disse, porgendole uno splendido mazzo di rose accompagnato da un bigliettino che diceva: “Per ringraziarla di una bellissima serata, che spero sarà la prima di una lunga serie. Aldo Lombardi di Serrabruna.”
Serie: I mitici anni '60
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