Entrata

Serie: A porte chiuse


    STAGIONE 1

  • Episodio 1: Entrata
  • Episodio 2: Distacco

NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Racconto erotico - due amanti che si incontrano di nuovo

“Cos’è, adesso mi rivuoi?”

Guardò il ragazzo che si trovava di fronte che l’aveva appena spinta contro la parete dell’ascensore, sorprendendola con un bacio che lasciava trapelare una certa urgenza e un desiderio mai messo a dormire.

Incrociarono gli sguardi per un momento, poi quello di lui tornò a fissarle le labbra, impaziente per assaporarle di nuovo. Non rispose. Si chinò nuovamente verso di lei, questa volta in modo più delicato, assaporando il momento, facendo passare la lingua su quelle labbra che si dischiusero per lasciarlo entrare. Sentiva il sapore dolce della sua saliva e la vicinanza la riempiva del suo profumo che sapeva essere sui suoi vestiti. Lo voleva ancora nonostante tutto, non provava nemmeno a negarlo. Ma stavolta si sarebbe fatto a modo suo.

Sentiva già le mani di lui che si facevano strada sotto il cappotto, il suo corpo che la premeva contro il vetro alle sue spalle, per non lasciare più nemmeno uno spiraglio fra i loro corpi.

Fece salire la mano sul suo viso, accarezzandolo, tenendolo più stretto contro di lei, salendo fino a intrecciare le dita fra i suoi capelli, folti e morbidi. Diede uno strappo, facendogli piegare la testa all’indietro.

Teneva lo sguardo fisso su di lui, che glielo restituiva sorpreso e incuriosito. Provò a liberarsi della stretta tornando verso di lei, ma tirò più forte.

Leone fece una piccola smorfia di dolore, ma non gli diede il tempo di reagire. Lo spinse contro l’altra parete, verso le porte dell’ascensore che ormai si era già fermato al piano, senza dargli il tempo di protestare. Fece scendere una mano verso il bordo dei suoi pantaloni, senza esitazione, fece saltare due bottoni e la inserì all’interno, sorpassando facilmente anche le mutande e prendendo il suo pene direttamente in mano. Era già eccitato e fremette a quel tocco così improvviso.

Iniziò a toccarlo, con impazienza. Non era dell’umore per dei preliminari dolci.

Lui ansimò, provando a riavvicinarsi per baciarla ma con un altro strattone lo rispinse indietro, continuando a toccarlo dentro i pantaloni, senza mai perdere il contatto visivo.

Lo voleva provocare e ci riuscì. Con una mano prese lei per i capelli, dietro la nuca per attirarla a sé, mentre con l’altra mano cercò la maniglia della porta dell’ascensore e la trascino fuori. Si staccò da lei solo il tempo per aprire la porta di casa, per poi tirarla dentro e spingerla direttamente verso la sua stanza.

“In ginocchio”, disse Giuliana in tono secco.

La guardò stupito e intrigato. Non era abituato a ricevere ordini e quello aveva decisamente il tono di un ordine. Decise di darle retta e si mise in ginocchio davanti a lei.

Lo osservò per qualche momento lì sotto di lei, poi sollevò la gamba sinistra portandola sopra la sua spalla, rivelando davanti al suo viso quello che si nascondeva sotto la gonna.

“Toglile”.

Leone portò le mani sulle sue cosce, facendole salire accarezzando quella pelle morbida. Afferrò il bordo elastico del suo intimo e tiro giù, sfilandoglielo via.

Prima che avesse il tempo di fare altro, Giuliana si sedette sul bordo del letto, aprendo deliberatamente le gambe in modo lento ma deciso davanti a lui, senza mai smettere di guardarlo.

“Abbiamo un conto in sospeso. Voglio che mi faccia venire.”

Leone si passò la lingua fra le labbra, spostando lo sguardo da quello di lei a quello che gli offriva in modo così sfrontato in mezzo alle sue gambe. Fece passare le braccia sotto le gambe di lei, portandosele sulle spalle e con un solo movimento si portò nel mezzo, la bocca socchiusa e la lingua già protesa per gustarsi il suo sapore.

“Ahi! Piano.”

Fu costretto a rallentare, anche se avrebbe voluto divorarla e farla gridare e tremare proprio in quel momento. Non aveva mai avuto molta pazienza e dopo qualche leccata leggera si fece trascinare nuovamente dalla foga e tornò a usare la lingua in modo più deciso.

Fu interrotto bruscamente da un nuovo strattone ai capelli.

“Ho detto piano!”. Lo disse con un tono che non accettava proteste né repliche. Allentò la presa sui suoi capelli e lo riaccompagnò in mezzo alle sue gambe, senza interrompere il contatto visivo.

Lo guardava mentre si impegnava a darle piacere, cercando un contatto visivo con lei per ricevere conferma di star facendo un buon lavoro, di toccarla nei punti giusti e nel modo giusto. Stava iniziando a capire cosa le piaceva e lei si tradì socchiudendo leggermente le labbra, ispirandosi brevemente chiudendo gli occhi.

Non senza un leggero disappunto lo sentì interrompersi proprio quando stava iniziando a rilassarsi e a godersi il momento. Leone la prese per le gambe e la girò verso l’altro lato del letto, quello in cui c’erano gli specchi. Stavano lì apposta, glielo aveva chiesto una volta precedente, proprio per essere usati dal letto.

Così ora poteva vedere lui da tre diverse angolazioni, in ginocchio davanti a lei, e poteva guardare sé stessa e la sua reazione. E la cosa, aveva scoperto, le piaceva. Era già molto più eccitata e la lingua di lui aveva trovato finalmente il giusto ritmo.

“Solo un po’ più su” le fu sufficiente dire e finalmente “Ah, si così”.

Perfetto. Si rilassò sdraiandosi indietro, lasciandosi trasportare dalle sensazioni. Sentiva le mani di lui che le stringevano i fianchi, scendendo ad accarezzarle le cose, stringendone la carne, forte, ma non abbastanza. Voleva essere travolta e con le mani andò alla cieca ricerca di quelle di lui, trovandole, stringendole e portandole sui punti in cui voleva essere toccata di più. Stava iniziando a perdere il controllo e anche lui se n’era accorto, sorridendo mentre continuava a leccarla accelerando ogni volta di più il ritmo che ormai non era più un problema. La sentiva sempre più eccitata e bagnata, sentiva la barba che sfregava sulla vulva di lei sempre più umida e lo stava facendo impazzire il modo in cui il suo corpo rispondeva alla sua stimolazione, muovendo i fianchi per andargli ancora più incontro.

Si liberò la mano destra dalla presa di lei e la portò sotto la propria bocca, infilando un dito dentro di lei, che entrò quasi risucchiato. Era bollente. Premette il dito sulla parte anteriore di quelle pareti che già stavano iniziando a contrarsi in sintonia con la sua lingua. La sentì gemere e saltare in seguito a questo gesto, una cosa che lo faceva eccitare di più.

Ma era troppo presto. Non aveva intenzione di lasciargli il comando quella sera e vederlo in ginocchio davanti a lei ancora non le bastava. Si sollevò leggermente reggendosi sui gomiti, guardandolo e pensando al passo successivo. Voleva sentirsi desiderata, voleva una conferma che l’unica cosa che lui volesse in quel momento fosse lei. Voleva vederlo eccitato e impaziente, quasi implorante, di averla.

In modo un po’ egoistico non si voleva accontentare di ricevere piacere, ma voleva che lo provasse anche lui dal suo.

“Toccati” disse con un tono a metà fra un ordine e una richiesta. “Tiralo fuori e toccati. Voglio vedere quanto ti piace quello che stai facendo”.

Senza smettere di leccarla portò l’altra mano libera verso i pantaloni, li abbassò leggermente spostando le mutande e prendendo il proprio pene in mano, iniziando a masturbarsi, muovendo la mano a tempo con le dita dentro di lei.

Giuliana guardava la scena intrigata; lo osservava in ginocchio davanti a sé e lo vedeva leccarle concentrato vulva e clitoride, sentiva le dita di lui muoversi dentro la sua vagina e intravedeva, dallo specchio, il movimento del suo braccio in mezzo a le sue gambe, anche se non riusciva a vedere la sua mano avvolta sul pene. Era difficile capire cosa stava provando, di solito non lasciava trapelare nulla, ma non era ancora soddisfatta. Questa volta lo voleva sentire. 

Serie: A porte chiuse


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Discussioni

  1. Grazie Eliana per questo primo episodio. Mi piace il gioco della ‘presa in mano’, che diventa ancora piu’ forte quando lei vuole vedere il piacere di lui nel darle piacere.

  2. Difficile dare una valutazione. Mi spiego meglio: quando nei miei scritti sento la necessità e il desiderio di infondere un momento di amore pieno (corpo e anima) il mio approccio è molto differente. Questo non significa a priori che io non sia in grado di giudicare positivamente uno stile diverso. Ci sono molti esempi di autrici/autori celebri che in questo genere godono di fama mondiale, ciascuno con il proprio modo di raccontare.
    Il testo è ben scritto, certamente. Una rilettura in più avrebbe evitato qalche piccolo refuso di distrazione (ripetizioni), vere e proprie quisquilie. Ma è sul contenuto che vorrei concentrarmi e mi rivolgo direttamente all’autrice.
    La potenzialità visiva è forte e questo è probabilmente il talento più prezioso che chi scrive deve possedere. C’è tutto, nulla da dire. Le premesse poi sono fondamentali, affinchè non sia solo mera descrizione di una atto: e anche qui ci sono, trattandosi di un incontro dopo che la storia è finita. Questo giustifica la ricerca di lei del “di più”, con una giusta dose di cattiveria (parola un pò forte forse, ma si comprende ). Poi mi sposterei sui dettagli, fondamentali, ed è qui che si nasconde il senso di questo mio commento. Non c’è un modo breve di spiegare, perciò cito la frase che secondo me rappresenta il punto assolutamente migliore di tutto l’episodio: “In modo un po’ egoistico non si voleva accontentare di ricevere piacere, ma voleva che lo provasse anche lui dal suo”.
    Ecco Eliana, personalmente trovo che questo sia il vero “strattone”, quello che puoi dare alla lettrice, al lettore. Un attimo di profonda intimità che, per colpire, non può che partire dall’anima per poi invadere il corpo.
    Forse non sono riuscito a spiegare questo concetto con il massimo della chiarezza, ma mi accontento se già se ne vede la direzione.
    Detto ciò, una scrittura promettente, che lascia intravedere un futuro successo in un genere non facile.

    1. Ciao Roberto. Era più o meno quello che volevo esprimere, anche se quando scrivo cerco di non sforzarmi troppo in una direzione e lascio che le cose escano fuori da sole. Grazie per il parere!

  3. Tensione erotica altissima, e devo dire che per quanto il racconto sia esplicito e ricco di dettagli, riesce comunque a non essere volgare o gratuito.
    Personalmente non sono un fan delle situazioni F/m (ma è un puro gusto personale, per carità), ma qui è raccontata così bene da risultare davvero intrigante.