
Distacco
Serie: A porte chiuse
“Toccati per venire.”
Quella sera era proprio in vena di dare ordini, e lui di eseguirli. La guardò da in mezzo alle sue gambe, per poi riabbassare lo sguardo sulle sue parti più intime e cambiare mano. Tolse le dita della mano destra dalla vagina di lei e la sostituì all’altra, continuando a masturbarsi davanti a lei, con la lingua sempre sul suo clitoride.
Lo vide aumentare il ritmo e l’intensità e sentiva che anche i movimenti con la sua lingua si facevano più frenetici e disordinati.
Si accorse che aveva raggiunto l’orgasmo. Lo sentì fremere appena contro di lei, interrompendo solo in quel momento il lavoro con la lingua. Si appoggiò sulla sua coscia, dandole un leggero morso, prima di riprendersi e continuare.
Ma lei lo fermò. Voleva che fosse più intenso, che la portasse al limite del sopportabile e ancora non era a quel punto.
Si chinò verso di lui prendendogli il volto fra le mani, abbassandosi per baciarlo. Sentiva il proprio sapore e il proprio odore sulle sue labbra, leggermente acido, unito alla saliva dolce di lui. Scese con le mani ad afferrare il bordo della sua felpa, accarezzando la pelle che stava sotto e tirandola su togliendogliela di dosso. Leone si sollevò verso di lei, appoggiandosi al letto con le mani la spinse all’indietro soffocandola con un bacio impaziente. Si riversò sopra di lei, spostando la sua attenzione verso il suo collo, baciando, leccando e succhiando l’incavo che formava con la spalla, mentre lei da sotto gli sfilava via anche quello che rimaneva da togliere di pantaloni e mutande. Per facilitarle il compito lui spinse via anche le scarpe, finché non rimase nudo sopra di lei, ancora troppo vestita. Le fece passare un braccio sotto la curva della schiena e spostandosi di lato la tirò verso di sé, invertendo le posizioni.
Si sbottonò la gonna, togliendola e liberando i fianchi sui quali subito si avventarono le mani di lui. Con urgenza le aprì la camicia, quasi facendo saltare via i bottoni e toccò finalmente la sua pelle nuda, risalendo dai fianchi, al ventre fino al suo seno. Portava un reggiseno ricamato molto leggero, che lasciava intravedere tutto quello che c’era sotto. Un velo di stoffa sotto le sue mani, che avvertì subito andare a stimolare uno dei punti che più le piacevano. Fu colta da uno spasmo involontario e si lasciò sfuggire un gemito, cosa che incoraggiò lui a ripetere il gesto. Muovendo le dita in modo circolare le stimolava i capezzoli, che diventarono subito turgidi, vedendosi ora chiaramente attraverso la stoffa. Le facevano quasi male, ma allo stesso tempo sentì un fuoco che le divampava fra le gambe. Erano la sua zona erogena più forte, un collegamento diretto con le sue parti intime che fremevano per essere toccate.
Prese Leone per le spalle e lo tirò a sé, in posizione seduta, indirizzandogli la bocca sul suo seno. Fu un invito abbastanza chiaro. Abbassò quel sottile lembo di stoffa e si chinò a suggere, circondando quel nodo di carne con le labbra e passandoci più volte la lingua sopra.
Lo lasciò fare all’inizio, in modo delicato, lasciò che la torturasse con quei movimenti delicati, ma non passò troppo tempo che non resistette oltre e gli spinse più forte la testa contro di sé.
Capì che era arrivato il momento in cui poteva osare di più e, senza farselo ripetere, iniziò a divorarla.
La sensazione stava diventando così forte da essere insopportabile, se non l’avesse toccata subito sarebbe esplosa. Gli prese la mano e gliela portò nuovamente in mezzo alle gambe. Come la toccò lasciò andare il fiato che non si era resa conto di trattenere. Sentiva le dita di lui scorrere senza problemi sul suo clitoride: si sentiva bagnatissima e calda, nonostante fossero in pieno inverno. Era molto vicina a raggiungere l’orgasmo, lo sentiva e anche volendo non avrebbe potuto trattenersi oltre. Si muoveva sulla mano di lui, in modo automatico, guidandolo nei movimenti mentre gli teneva la testa premuta sul suo seno, in modo involontariamente forte. Ogni muscolo del suo corpo era rigido, in attesa, così come la sua mano ancorata al braccio di lui con le unghie che gli graffiavano la carne, ma non se ne rendeva conto. Sentiva solo il piacere che stava provando, quasi impaziente di liberarsi, con gli occhi chiusi e concentrati, la testa china davanti a sé e il respiro irregolare. Si lasciava sfuggire piccoli gemiti, fino a quando non rimase in silenzio, trattenendo il respiro che non riusciva più a controllare.
Un istante che a lei in quel momento sembrava non passare mai e poi una scossa che partendo dal basso le attraversò tutto il corpo, facendola contrarre in modo violento. Aveva gridato? Non ne era sicura, sentiva solo il corpo tremare tutto e il calore che la attraversava a ondate. Non avrebbe saputo dire quanto tempo era durato, era come se la sua mente fosse andata in blackout. Si sentì scivolare all’indietro, ma il braccio di lui che le aveva appena cinto la schiena lo impedì, avvicinandola invece a sé. Senza più energie appoggiò la testa sulla spalla di lui, lasciando che le accarezzasse i capelli e la schiena, aspettando che si riprendesse.
Era stato esattamente come voleva. Sentì il proprio cuore riprendere a battere a un ritmo normale.
Si staccò da lui, recuperando i propri vestiti sparsi un po’ dappertutto a terra e iniziò a rimetterseli addosso.
Lui la guardò un po’ perplesso, chiedendole quasi distrattamente: “Non rimani a dormire?”
Senza rispondere lei si girò a guardarlo, finì di abbottonarsi la gonna e si girò verso il cappotto.
Sentì una fitta tagliente al petto, ma durò solo un momento. Non poteva più permettersi di restare.
Si diresse verso la porta. La aprì e rimase a metà strada.
“Ci vediamo domani al lavoro” disse.
Passò attraverso la porta e la richiuse dietro di sé.
Serie: A porte chiuse
Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Erotico
Bello questo racconto. Lei ha accettato di essere li’ per una cosa, ed una cosa sola. L’hai reso bene, ti seguir’ con piacere.
Ciao! Grazie per il commento. Sono un po’ incostante con le pubblicazioni, ma tornerò presto
“La sensazione stava diventando così forte da essere insopportabile”
….la sottile arte di portare l’attesa ai confini fra sopportabile e non sopportabile…
“Sentiva il proprio sapore e il proprio odore sulle sue labbra”
Sentire il proprio sapore dalle labra del proprio amante….un’emozione che pochi sanno apprezzare fino in fondo. Cerco anch’io di renderla nei miei racconti, spero di riuscirci come ci sei riuscita tu qui.
“Voleva che fosse più intenso, che la portasse al limite del sopportabile “
Ohhh, come la sento mia questa sensazione…..
La seconda parte non solo mantiene il ritmo della prima, ma anzi la “forza di gravità erotica” tra i due è tale che il l’intensità aumenta sempre più, e tu l’hai reso benissimo.
Il finale poi è una doccia fredda, con lei che soddisfatta lascia Leone al suo letto solitario. E non mi aspettavo proprio quel “ci vediamo al lavoro!” 🙂
” circondando quel nodo di carne con le labbra”
Questo passaggio mi è piaciuto
Che colpo questo librick, veramente bello!
Grazie! Avevo paura di aver perso la mano dopo più di un anno senza pubblicare nulla