Abraham Moses

Abraham Moses, agente di lungo corso del Servizio Segreto Israeliano, portò a termine con successo la propria operazione, infiltrandosi tra le fila del bersaglio designato.

L’azienda vitivinicola “Fracichello de’ Noiartri”, situata sulle pendici dei Colli Albani, lo integrò all’interno del proprio organico senza il minimo sentore o sospetto, permettendogli di ricoprire esattamente la mansione per la quale l’Agente Abraham Moses aveva millantato un’esperienza pluriennale, vale a dire quella di navigato assaggiatore enologo.

L’obiettivo era semplice: sabotare l’intera produzione vinicola laziale (e dopo di questa, chissà, forse anche quella di tutto il Bel Paese) in favore di quello che i massimi esperti del settore non esitavano a definire l’alcolico astro nascente israeliano del momento: la Bianchetta della Piana di Esdraelon.

Il piano? A dir poco geniale: forte dell’acquisita posizione di fiducia guadagnatosi all’interno dell’azienda, certo di non ingenerare il benché minimo sospetto sulle sue reali intenzioni fra i dipendenti dell’azienda (conosciuti dalla concorrenza del settore come i “Fraciconi”), l’Agente dei Servizi Segreti Israeliani Abraham Moses, silenzioso e sfuggente come una lucertola del Monte Meron, avrebbe fatto nottetempo irruzione nei depositi della cantina sociale, avrebbe aperto tutte le botti, tutte le cisterne, tutte le vasche di macerazione del prelibato nettare prodotto dall’azienda e, senza provare nemmeno una punta di rimorso, proprio come gli addestratori dei Servizi Segreti gli avevano a suo tempo insegnato, avrebbe sparso nel vino Fracichello in quantità elevate una finissima e quasi invisibile polvere di sughero, così da alterare senza possibilità di appello il sapore di quella bevanda de noiartri che tanta ammirazione e tanta invidia ci ha fatto guadagnare in tutto il mondo.

E così come era stato escogitato nella sua mente, il diabolico piano dell’Agente Segreto Israeliano Abraham Moses, meglio conosciuto nel sottobosco dei Servizi come il demone di Be’er Sheva, fu portato a compimento.

Quando i più alti papaveri del controspionaggio di Gerusalemme gli domandarono di esprimere un’opinione in merito al successo dell’operazione, l’Agente Abraham Moses non ebbe alcuna esitazione al riguardo:

«Come si è conclusa la missione, Agente Moses?»

«Tutto secondo i piani, Mossad di tappo.»

Avete messo Mi Piace4 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Non ci crederai- è solo un modo di dire, ci crederai senz’altro – avevo fatto la stessa associazione di idee che tu riporti nel finale. D’altra parte, cosa c’è di peggio di un vino che sa di tappo? “Mossad di tappo” mi ha fatto ridere, non è poco.

  2. Nessuna coincidenza: ho finito di leggere La Tamburina di Le Carré, tra i tuoi racconti sono andata a scegliermi questo, come dessert, e mai scelta fu più indovinata. Mi risuona ancora nelle orecchie l’esilarante accento romanesco di Moses.

  3. Questo è divertente, non la mia ‘Crostata di frutta’. Mi piace questa irriverenza in periodo sospetto. Curiosi i rimandi e i giochi di parole. Finale flash. Mi chiedo, qualcuno avviserà del fattaccio per telefono il presidente del consiglio? 🙂

    1. Non hai idea di che culo mi abbia fatto Giorgia per avere bruciato la copertura di un agente alleato. Si è calmata solo dopo averle confessato che la trovo bellissima quando si arrabbia.

  4. Divertente anche questo! Rido ancora e ammiro la tua fantasia. Ti segnalo solo un piccolo errore di battitura: hai chiuso l’ultimo dialogo con le virgolette invece che con le caporali.