Alla ricerca di Dio – parte 1
Serie: Per tre punti passa l'infinito
- Episodio 1: Introduzione
- Episodio 2: Alla ricerca di me stesso – parte 1
- Episodio 3: Alla ricerca di me stesso – parte 2
- Episodio 4: Alla ricerca di Dio – parte 1
- Episodio 5: Alla ricerca di Dio – parte 2
STAGIONE 1
Da dove comincia la ricerca di Dio?
Se cercare sé stessi è complicato, figuriamoci cercare quello li. E poi, dove cercare è il vero problema.
Mica è uno che si nasconde tra la folla, nei musei, al bar. “Scusi, mi farebbe un caffè? E poi scusi ancora una domanda, ha mica visto passare Dio?”.
Non credo sia facile trovarlo cosi. Forse guardandosi meglio intorno. Nei dettagli.
Nel crocifisso appeso a scuola, nelle chiese, nella cucina della nonna accanto al paiolo di rame, dove in passato sono stati cucinati quintali di farina di mais per servire la polenta ai tavoli dei nonni e prima ancora dei loro genitori, andando a ritroso nei secoli, brindando con fiaschi di vino e raccontando storie di antenati davanti al focolare. Viene il dubbio che sia più antico quel paiolo del crocifisso, e che quasi quasi richieda più devozione e ossequiosa adorazione quello strumento di godereccia produzione alimentare che non la croce di legno al suo fianco.
Nel profumo di resina e aghi degli alberi di pino allestiti a festa durante il Natale. Nell’attesa di Gesù che nasce e tutti ad intonare “Adeste fideles laeti triumphantes” con l’organo della cattedrale che copre sapientemente le voci stonate dei fedeli, che preferiscono tornare a casa entro la mezzanotte per aprire i regali sotto l’albero piuttosto che stare lì a glorificare il religioso momento.
Nella preghiera della buonanotte? “Proteggi me e i miei cari. Ed evitami per favore incubi ricorrenti che non ne posso più di svegliarmi di soprassalto tutte le notti sudato fradicio mentre corro nel buio tentando di sollevarmi in volo e per giunta senza vestiti per sfuggire da mostri verdi con le fauci spalancate che vogliono mangiarmi, tutto d’un fiato. Amen.”
Però ci crediamo, che Dio possa essere lì ad ascoltarci, e con la sua presenza ci sentiamo più tranquilli.
Nei miracoli. Quante cose impossibili o inverosimili accadono, attribuendo il merito al creatore, all’onnipotente che tutto vede e tutto può.
Una volta in una stanza da letto ho visto appeso un quadretto, di provenienza ecclesiastica, con un rametto di ulivo benedetto incastrato tra il chiodo al quale era appeso ed il bordo superiore, con la scritta: “Due cose non ti abbandonano mai, l’occhio di Dio che sempre ti vede e il cuore della mamma che sempre ti segue”. A quel tempo avevo sette o otto anni e secondo me era una scusa bella e buona che serviva da monito ai bambini della mia età, cosi che se anche il cuore della mamma sempre ci seguiva ma a volte il suo occhio non ci poteva vedere perché in altre faccende affaccendata, c’era sempre l’occhio di Dio che come una telecamera puntata addosso ci teneva d’occhio, e per paura di una qualche punizione divina era meglio comportarsi bene sempre.
Non solo negli oggetti, quindi. Ma anche nelle persone, negli attimi, nelle sensazioni. Potrebbe trovarsi ovunque.
Mettiamo che esista in tutti questi posti, che aspetto potrebbe avere?
Alto, magro? Con o senza barba? Mi aspetto almeno che sia uno carismatico, che lo noti appena passa. Mica può essere uno qualunque, senza identità, senza particolari caratteristiche che lo contraddistinguono.
Un distinto signore paffutello con barba e baffi, la tuba e il bastone, che passeggia fischiettando con aria severa e lungimirante? O un più giovane uomo, capelli lunghi e occhi verdi, vestiti comodi un po’ controtendenza, compassionevole e sorridente?
Entrambi, probabilmente.
Padre Pio è stato un frate amatissimo, tanto da essere beatificato nel 1999 e proclamato santo nel 2002. Una sua frase afferma “Non affannatevi a cercare Dio fuori di voi, perché è già dentro di voi, è con voi”.
Potrebbe avere avuto ragione. Indipendentemente dal credo religioso, è una frase potente, universale e a mio modesto parere trasversale a tutte le religioni presenti al mondo.
A prescindere dal Dio in cui si crede, se crediamo un po’ più in noi stessi forse abbiamo già trovato una scintilla di divinità e se ci guardiamo meglio allo specchio forse possiamo anche identificare qualcosa di divino, che non è la miracolosa crema antirughe che ci fa apparire giovani a dispetto dell’età che avanza, o lo sguardo magnetico che crediamo serva a fare colpo sul datore di lavoro quando andiamo a chiedergli un aumento o sulla dolce metà che stiamo tentando di far capitolare tra le nostre braccia.
Senza andare tanto lontano nel cosmo, nei momenti in cui meno ce lo aspettiamo, Dio può manifestarsi tra noi e probabilmente si diverte come noi. Anche a fare miracoli.
Dio non gioca a dadi con l’universo, come diceva Albert Einstein. Però quando ci si mette è un po’ burlone.
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- Episodio 3: Alla ricerca di me stesso – parte 2
- Episodio 4: Alla ricerca di Dio – parte 1
- Episodio 5: Alla ricerca di Dio – parte 2
Ciao Luca, pungente come al solito.
Prima alla ricerca di “me stesso”, poi alla ricerca di “Dio”.
Non è che, alla fine, si tratta della stessa ricerca?
Ciao, forse dio è un fenomeno della meccanica quantistica, fa salti quantici che sulla terra i credenti chiamano miracoli. 🙂
Cosa sono i miracoli se non energia che dal pensiero si trasforma in realtà?
Vediamo, c’è da arrivare ancora al terzo punto…;)