
Arte magica
Serie: Arte magica
- Episodio 1: Arte magica
STAGIONE 1
Nel cuore di una città antica, dove l’arte e l’avarizia danzavano in un intricato abbraccio di creatività e mistero, viveva un pittore straordinario di nome Alexander. La sua fama lo aveva reso una leggenda vivente, poiché aveva il dono unico di catturare, con i suoi pennelli, non solo la bellezza esteriore delle persone, ma anche l’essenza della loro anima. I suoi ritratti erano ritratti di profonda verità, opere d’arte che gli favorirono ricchezza, donandogli anche la fama di stregone.
Un giorno mentre passeggiava per le strade tortuose della città alla ricerca di ispirazione, gli occhi di Alexander si posarono su una giovane donna di bellezza straordinaria. I suoi capelli erano una cascata d’oro che fluiva come l’abbondanza di un fiume sacro e i suoi occhi erano come gioielli notturni, scintillanti con un mistero profondo. Era come se la bellezza di questa donna fosse un regalo dalla stessa dea dell’arte. Alexander sentì il desiderio irrefrenabile di catturare quella bellezza eterea su tela. Era una bellezza che sembrava appartenere a un altro mondo eppure era lì, davanti a lui, reale e palpabile.
Alexander si avvicinò alla giovane donna con il rispetto di un ammiratore e con parole gentili e persuasione, riuscì a convincerla a posare per lui. Fu il momento in cui l’artista cominciò a dipingere il ritratto di quella giovane donna che il mondo avrebbe conosciuto la sua opera più ambiziosa e misteriosa. Giorno dopo giorno, Alexander si immerse sempre di più nella sua creazione. Ogni pennellata, ogni sfumatura, sembrava catturare non solo la sua bellezza fisica, ma anche la sua essenza. Era come se l’anima della giovane donna emergesse dalla tela, danzando con la sua unicità e mistero.
Ma più Alexander lavorava sul ritratto, più si innamorava della giovane donna. Era un amore profondo e passionale, un amore che trascendeva la realtà stessa. Era come se l’arte avesse fuso i due mondi, portando la giovane donna direttamente nel cuore di Alexander. Era un amore che faceva crescere la sua ossessione per il ritratto, fino a divorarlo completamente.
Alexander, quasi al termine del ritratto guardò la modella con gratitudine, ma notò nei suoi occhi una crescente impazienza. Era come se lei sentisse che il suo scopo stesse svanendo, che stesse per essere spinta via da qualcosa di più grande di entrambi.
Con un sospiro, Alexander si avvicinò e posò il pennello. Lentamente, fece un cenno con la testa indicando alla modella che il suo lavoro era terminato. Senza parole lei si alzò dalla sedia con le spalle rigide e si allontanò silenziosamente dallo studio.
Alexander rimase solo, contemplando la tela. Era una rappresentazione straordinaria dell’anima umana, un’opera d’arte che aveva catturato il meglio di entrambi, artista e modella. L’anima della donna ora risiedeva nella tela, dove l’arte aveva assorbito l’anima e superato le parole.
Mentre il ritratto prendeva vita sotto le sue mani e si portava sempre più alla completezza assoluta, Alexander iniziò a notare qualcosa di straordinario. Il volto della giovane donna sembrava cambiare espressione ogni volta che si avvicinava al dipinto. Un giorno, sorrideva con dolcezza e affetto, mentre il giorno successivo, sembrava piangere con occhi luminosi di tristezza. Alexander cominciò a credere che fosse il suo amore a dare vita al ritratto, che la giovane donna dipinta sul quadro fosse in qualche modo reale. Iniziò a parlare con il ritratto, a confidargli i suoi pensieri e le sue speranze, immaginando che la giovane donna gli rispondesse con leggere inclinazioni del capo, sguardi intensi e sfumature di emozioni.
Con il passare dei giorni, Alexander si ritirò dal mondo esterno. La sua ossessione per il ritratto cresceva incontrollabilmente, divorando il suo tempo e la sua salute. I suoi amici erano preoccupati, ma Alexander non li ascoltava. Il suo amico di vecchia data, Marcellus iniziò a temere il peggio. Alexander non apriva la porta e non si faceva vedere in pubblico. La città parlava della scomparsa del grande artista.
Passarono le settimane e Alexander si trovava puntualmente di fronte al suo ritratto, ma questa volta il suo sguardo era diverso. Era come se fosse stato attratto in un mondo al di là della tela stessa, un mondo che respirava e viveva, un mondo che lo osservava.
“Sai,” mormorò Alexander in toni bassi, come se parlasse con un antico segreto, “sei davvero straordinario. La tua bellezza è senza paragoni eppure c’è qualcosa di più in te. Catturi l’anima umana in tutta la sua complessità, l’incanto di ogni sfumatura di emozione e pensiero. Sei come una finestra aperta sull’essenza dell’umanità.”
Il suo sguardo si faceva più intenso, come se si aspettasse una risposta dal ritratto. “Ogni pennellata che ho applicato, ogni dettaglio che ho modellato, è stato un tributo a te. Sei la mia opera più raffinata, la mia creazione più intima. Sei il mio capolavoro e sono onorato di averti dato vita.”
Alexander si chinò ancora di più verso il ritratto, le mani tremanti mentre sembrava comunicare con un’entità sconosciuta. “Mi hai insegnato molto, caro amico. L’arte va oltre il visibile, va oltre la superficie. Grazie per essere stato la mia guida in questo viaggio artistico straordinario.”
Con un sussurro, si allontanò dal ritratto con un lieve senso di inquietudine che stava nascendo in lui. Era come se la sua anima fosse stata catturata nella tela, come se l’opera d’arte avesse una presenza e uno sguardo proprio, un segreto oscuro che solo lui poteva percepire, un segreto che avrebbe cambiato per sempre la sua percezione dell’arte e della realtà.
Alexander si allontanò dal ritratto, ma il senso di inquietudine cresceva sempre di più. Mentre si allontanava, un brivido gli percorse la spina dorsale, come se qualcosa lo stesse osservando dall’oscurità del suo studio. Si voltò di scatto, ma non c’era nulla, solo il ritratto che lo fissava con occhi inquietanti.
“Che cosa sei?” sussurrò Alexander, la voce incerta. “Cos’è che mi hai fatto? Sono io che ti ho creato, ma ora sembri possedere una vita propria.”
Alexander era confuso, i suoi pensieri erano disordinati, come se il mondo intorno a lui stesse crollando. Il ritratto sembrava pulsare, come se stesse cercando di attirarlo verso di sé. Gli occhi del soggetto sembravano spalancarsi e sembravano risplendere con una luce inquietante.
“Devo finire questo,” disse Alexander a sé stesso, cercando di mettersi a lavorare su un altro progetto per allontanare quella sensazione. Ma ogni pennellata che applicava lo avvicinava sempre di più al ritratto, come se fosse invisibilmente attratto da esso.
La notte cadde, ma Alexander continuò a lavorare, ormai ossessionato dal suo capolavoro. Sapeva che qualcosa non andava, ma non poteva smettere. La sensazione di pazzia cresceva, mentre il ritratto sembrava cercare di prendere possesso della sua anima.
All’alba, Alexander si trovò davanti al ritratto, i suoi occhi riflessi in quelli del soggetto. Il suo volto era pallido, il suo respiro affannato. Si rese conto che stava perdendo la sua stessa identità, che il ritratto stava cercando di strappargli l’anima.
Nel disperato tentativo di resistere, Alexander afferrò un coltello e cercò di distruggere il ritratto. Ma quando la lama toccò la tela, sentì un dolore acuto, come se si fosse ferito personalmente.
“Ti prenderò,” urlò Alexander, mentre la sua mente si frantumava. Ma era troppo tardi. Il ritratto aveva vinto. Il pittore era ora solo un’ombra di sé stesso, la sua anima intrappolata nell’opera d’arte che aveva creato. Incapace di compiere quel gesto il pugnale gli scivolò dalle mani e finì a terra. Il pittore, perso nella sua pazzia, decise semplicemente di accarezzare il quadro e abbandonarsi ad un sonno profondo mancatogli da giorni.
Serie: Arte magica
- Episodio 1: Arte magica
Ciao Saya, tocchi un tema bello e affascinante, il rapporto dell’artista con l’opera d’arte, che poi diventa inevitabilmente il rapporto con lo sguardo se parliamo di arti visive. E noi spettatori cosa guardiamo? il soggetto o la sua rappresentazione? E il pittore, Alexander, cosa ha trasposto nel quadro? Una rappresentazione della modella o qualcosa di più intimo, di più profondo? Beh, aspetto con piacere il prosieguo.