Babylon Project

Siamo abituati a dare tutto per pronto e scontato, la tecnologia ci permette praticamente di far tutto in pochi secondi o con qualche click su un dispositivo mobile; la manualità e l’inventiva proprie dei nostri nonni non ci appartengono quasi più. Il progresso invece di aiutarci costruttivamente nelle nostre attività quotidiane, alla fine ci ha trasformato in esseri molli quasi incapaci di reagire prontamente a difficoltà inaspettate.

Ore 10.14

Ti svegli di soprassalto rendendoti conto che la sveglia non ha suonato.

Salti giù dal letto, corri in bagno e ti accorgi che la luce non si accende (maledetta lampadina bruciata!), apri il rubinetto e dopo pochi istanti, ti ritrovi senza acqua, col viso ancora insaponato; incavolato nero ti asciughi alla bell’e meglio, voli in cucina a farti un caffè e il dannato arnese non ne vuol sapere di accendersi. Dal frigo nessuna luce che illumina la stanza ancora buia, ci mancava solo il blackout, apri le persiane e vedi uno strano trambusto, gruppi di persone in strada discutono animatamente, gesticolando.

Ti vesti frettolosamente, sei in ritardo, scendi in strada e inizi a camminare a passo svelto, captando solo frammenti di discorsi di chi si lamenta della mancanza di luce…

Prendi il telefono, devi avvisare del ritardo ma stranamente non hai rete, inizi a camminare più velocemente, negozi per la maggior parte chiusi, perché le serrande non si alzano, oppure i titolari armeggiano per alzarle manualmente, quelli aperti immersi nella semi oscurità con capannelli di gente in fila. Anche i bancomat sembrano essere non operativi , lunghe colonne di persone nella vana attesa di ritirare contante.

Ma che sta succedendo?

Ore 11.10

Tutto intorno è irreale, si avverte un diffuso senso di nervosismo, la città sembra paralizzata, colonne di auto alle stazioni di servizio, che non riescono ad erogare carburante, tanti provano ad usare il telefono invano, tutto ciò che dipende dall’energia elettrica ha smesso misteriosamente di funzionare. Noti con sorpresa che qualche autovettura sembra abbandonata in mezzo alla strada o parcheggiata in modo inusuale, come se il conducente fosse stato costretto da qualcosa a lasciarla là dove si era fermata.

Durante la giornata la mancanza di elettricità permane, inizi a renderti conto che questa non è la solita interruzione del servizio dovuta ad un comune guasto, che richiede solo qualche ora per essere riparato, in te sale la frustrazione e il nervosismo di non poter fare ciò che abitualmente fai; vedi gente che in giardino cucina sul barbecue a legna perché i fornelli della cucina sono elettrici e non funzionano, altri decidono di prendere dai ripostigli torce, candele e luci da campeggio, “giusto per sicurezza”.

Ore 23.30

La giornata è trascorsa lentamente ma ancora sei al buio, hai mangiato frugalmente quello che la dispensa può offrirti e vai a dormire sperando di sentir domani mattina la sveglia che dia inizio alla tua giornata “normale”.

Dopo 48 ore

Nulla è cambiato, cattivi odori provengono dai frigoriferi e congelatori, rete telefonica, elettrica e condutture del gas non sono ancora state ripristinate, le stesse autorità brancolano nel buio; gli amministratori locali, sollecitati dalle veementi proteste dei cittadini tentano di sopperire alla situazione inviando la Protezione Civile a fornire generi di prima necessità e conforto alla popolazione, mentre le forze di polizia sorvegliano le strade onde evitare saccheggi e fronteggiare eventuali sommosse. I sindaci assicurano , per guadagnare tempo, che già squadre di tecnici specializzati sono al lavoro per ripristinare i servizi.

Passa una settimana e ancora è tutto come prima, come se la nostra civiltà abbia fatto un balzo indietro di duecento anni.

In questo ipotetico scenario, cosa fareste voi?

Ve ne restereste in casa aspettando pazientemente che la situazione ritorni alla normalità OPPURE cerchereste di saperne di più unendovi ad altre persone che si riuniscono spontaneamente per scambiare informazioni più o meno veritiere OPPURE andreste a protestare davanti a sedi istituzionali. OPPURE? …

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