
Bianca
Serie: Insonnia
- Episodio 1: Insonnia
- Episodio 2: Olga
- Episodio 3: Claudia
- Episodio 4: Il Professore
- Episodio 5: Coca Crack Ero Fumo (Emmanuel)
- Episodio 6: Emmanuel
- Episodio 7: Il Generale (Italo)
- Episodio 8: Italo
- Episodio 9: Tarek
- Episodio 10: Valeria
- Episodio 1: Bianca
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Cavalcavia Dalmazia, passo dopo passo, aspettando un’alba ancora sonnolenta che il canto degli uccelli inizia a farle da sveglia. Tolgo gli auricolari. Guardo a est. Una pausa a osservare il buio che inizia a morire in un lieve riflesso lontano. A breve inizierà un nuovo giorno, uguale a quello che sta svanendo, a quello prima e a quello che arriverà dopo. Il respiro improvvisamente si fa corto, affannoso. Il cuore inizia a correre, ad ogni passo colpisce più forte in un inutile tentativo di fuga dal mio petto. Senso di vertigine, la vista si annebbia. Mi appoggio al parapetto del ponte abbassando lo sguardo cercando di controllare il respiro.
Un attimo di distrazione.
Lei mi appoggia la testa sulla spalla destra cingendomi la mano con la sua bloccando il gesto disperato di recuperare gli auricolari.
– Ciao Paolo – mi sussurra all’orecchio aumentando la stretta.
– Ciao Bianca – replico con un filo di voce.
– Dove scappi! – afferma sarcastica.
– Speravo di averti lasciato a casa – rispondo rassegnato.
Una sonora risata accompagna il suo movimento improvviso. Alleggerisce la morsa della mano sinistra sulla mia mentre la destra mi afferra il collo e le dita iniziano a stringersi in una morsa gelida che vanifica il mio tentativo di regolare il respiro. Una leggera torsione mi costringe a guardarla quando mi si piazza davanti. Chiudo gli occhi per evitare il suo sguardo. Il cuore diventa tutt’uno con il petto e ogni battito martella inesorabile il cervello, incapace di reagire. Una cascata gelata mi inonda la schiena, le gambe stanno per cedere ma lei mi tiene su come se fossi una bambola di pezza. Raccolgo le ultime forze e in un tentativo disperato provo ad afferrare la sua mano con le dita per allentare la morsa.
– Dove scappi – dice dolcemente, un sussurro suadente a vanificare qualsiasi mio tentativo di fuga.
Mi lascio andare, c’è solo lei a reggere il mio corpo che sta per collassare. Apro gli occhi rassegnato e sprofondo nei suoi, neri, enormi, a trasfigurarle il viso. I pensieri iniziano a vorticare al ritmo dei battiti ormai impazziti, le immagini si fanno vivide dentro quell’abisso che è diventata la figura indistinta che mi imprigiona.
Il mio ufficio, sempre lo stesso, e sempre lo stesso monitor che mi osserva aspettando che mi venga quella cazzo di soluzione che invece non ho più voglia di cercare. La faccia del capo e la sua bocca che si deforma in un discorso che non ascolto. Le bollette che si accumulano nella credenza in cucina ingiallendo nell’attesa che le archivi. Il suo pianto lontano che mi implora di tornare a sorridere. E ancora quel cazzo di ufficio e il solito posto macchina in cui faccio manovra ogni giorno e che domani sarà li ad aspettarmi con le sue linee blu che sbiadiscono assieme alla mia vita. Il collega che mi guarda compiaciuto a raccontarmi i suoi successi che io penso non meriterò mai. La corsia del supermercato che diventa infinita in un susseguirsi di prodotti tutti uguali. Un altro giorno e ancora un altro a percorrere la vita che mi sono costruito e che si sgretola in un futuro sempre uguale che non ho la forza di vedere diverso. Il passato mi sovrasta. Nubi nere cariche di rimpianti sono pronte a rovesciarsi su di me mentre corro disperato verso la linea piatta dell’orizzonte che non riesco a raggiungere. Corro. Corro sempre più, inseguendo una vita diversa, capace di darmi quel sollievo che non arriva. Corro. Corro sempre più e tutti gli altri rimangono indietro, immobili a guardarmi, impotenti di fronte a quella foga che non trova conforto.
La morsa della sua mano si allenta, un filo d’aria ricomincia a gonfiare polmoni ormai al collasso.
– Chiudi gli occhi – mi sussurra.
Le palpebre si abbassano. Sento il calore del suo respiro avvicinarsi all’orecchio sussurrandomi di cominciare a respirare lentamente. Una mano mi accarezza il viso. La sua voce accompagna suadente il mio respiro che torna regolare – Bravo, continua così. Respira piano, profondamente – ripete quasi come un mantra.
Il cuore rallenta, le gambe ricominciano a fare il loro lavoro. La sua mano calda sulla nuca mi porta a sé con una leggera pressione. Un abbraccio profondo mi scalda l’anima in un istante infinito che assorbe tutte le mie paure. La mia folle corsa finisce lasciandomi svuotato mentre l’orizzonte della mia vita si dissolve. Si stacca da me lasciando scivolare la mano al viso dove indugia a raccogliere una lacrima.
– Apri gli occhi adesso – mi dice serena.
Aspetto ancora un attimo prima di schiuderli lentamente. Davanti a me i miei occhi che mi fissano. Il mio viso di una dolcezza che non ricordavo più.
Un fiume di lacrime calde mi attraversano il viso. I singhiozzi si fanno sempre più intensi fino togliermi il fiato in un pianto antico e disperato. Piango e mi vedo sereno in un sorriso che mi avvolge consolatorio.
– Hai capito perché non puoi scappare? – mi dice con la mia voce mentre svanisce illuminata dalla luce dell’alba.
Serie: Insonnia
- Episodio 1: Insonnia
- Episodio 2: Olga
- Episodio 3: Claudia
- Episodio 4: Il Professore
- Episodio 5: Coca Crack Ero Fumo (Emmanuel)
- Episodio 6: Emmanuel
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- Episodio 8: Italo
- Episodio 9: Tarek
- Episodio 10: Valeria
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