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Serie: Ombre e sussurri dal passato


Questo episodio, come ogni altro, intreccia il suo filo a quello che lo precede, in un ciclo che รจ stato, che sarร  e che รจ. Grazie per aver dedicato il tuo tempo a immergerti in questi episodi.

Eravamo solo ragazzi, confusi e incasinati, immersi nel caos di quegli anni in cui la scuola si mescolava con le sfide personali, i sogni e le delusioni. Il tempo scorreva veloce, pieno di dettagli e momenti, fino a riportarci, quasi senza accorgercene, alle vacanze di Natale.

Allโ€™inizio, inserirsi nellโ€™ambiente scolastico non fu difficile. I compagni di classe erano cordiali, figli di famiglie benestanti, cresciuti con un senso di sicurezza che io non avevo mai conosciuto. Ellen si ambientรฒ in fretta, e in un certo senso anchโ€™io trovai il mio posto. Ma fuori dalla scuola le nostre vite prendevano direzioni diverse. Vivevamo lontani, e anche se allโ€™inizio pensavo che la distanza fosse solo un dettaglio, mi accorsi presto che il tempo non mi lasciava spazio per nulla.

Dopo le lezioni, pranzano a casa e correvo al mio lavoro in officina. Qualche euro, a volte dieci, tutto quello che riuscivo a guadagnare. Soldi che non bastavano mai, soprattutto per comprarmi un motorino. La mia quotidianitร  era fatta di mani sporche dโ€™olio e tasche sempre vuote, eppure in qualche modo il romanzo della mia vita sembrava volermi dipingere come un eroe, come se affrontare tutto questo avesse qualcosa di nobile. Ma io lo sapevo: non ero un eroe. Ero solo un ragazzo che cercava di cavarsela senza occasioni.

Ellen, invece, sembrava avere tutto sotto controllo. Era determinata, concentrata sulla scuola, radicata nelle sue certezze mentre io mi sentivo in caduta libera. Il tempo portava con sรฉ cambiamenti: il suo corpo iniziรฒ a trasformarsi, e con esso arrivarono sguardi, attenzioni, aspettative. Anche io non ne fui immune. Quello che era sempre stato il nostro legame divenne qualcosโ€™altro, qualcosa di teso e difficile da definire. Mi scoprivo a osservarla piรน del dovuto, a cercare con piรน frequenza il suo corpo, mentre lei, pur saziandomi, restava ferma nei suoi limiti. Non era pronta ad andare oltre, e forse non lo sarebbe stata mai.

I nostri incontri si facevano piรน rari e meno spensierati. Ellen parlava spesso del futuro, di quello che avrebbe fatto dopo la scuola, mentre io mi sentivo schiacciato dal presente. Non avevo tempo per il futuro, non potevo permettermelo. Cercavo soluzioni, qualsiasi soluzione. Cosรฌ iniziai a rubare pezzi di motorini. Non era molto, ma almeno mi dava la sensazione di avere un minimo controllo su qualcosa. Qualche volta riuscivo a venderli, altre restavo con la refurtiva invenduta e le mani vuote.

Fu allora che Andrea Melluso detto Limoncello, mi propose un modo alternativo di far soldi. Mi squadrรฒ sorridenteย e andรฒ dritto al punto: โ€œSe vuoi fare soldi veri, devi rischiare di piรน. Rubare pezzi non ti porterร  lontano. Sei piccolo, Fil, la gente non ti nota. Questo รจ il tuo vantaggio.โ€

Mi offrรฌ unโ€™opportunitร : trasportare droga. Mi spiegรฒ che in un paesino come il nostro, le possibilitร  erano poche, in fondo eravamo meno di quattromila abitanti ma, invece, dove andavo a scuola la situazione era diversa. Ragazzi, locali, attivitร , contatti giusti, le occasioni di guadagno non mancavano. Bastava solo sangue freddo. Lo ascoltai, combattuto. Le sue parole sembravano una porta che si apriva davanti a me, ma sapevo che varcarla significava cambiare per sempre.

Era quello che volevo, eppure mi chiesi se avessi davvero unโ€™altra scelta nella mia vita.

La notte prima di Capodanno, come tutte le sere di quelle vacanze natalizie, giocavamo a carte a turno dai nostri compagni. Ogni sera una casa diversa, evitando le nostre. Quella sera rientrammo presto. Non ero nemmeno arrivato a casa quando il telefono squillรฒ. Era Ellen. Mi tempestรฒ di messaggi, uno dopo lโ€™altro, poi chiamรฒ.

โ€œFilโ€ฆโ€ la sua voce era spezzata dai singhiozzi. โ€œรˆ successo un incidente.โ€

โ€œEllen, stai bene? Dove sei?โ€

Non riuscivo a metabolizzare, non capivo nulla. Presi nuovamente quel motorino che avevo in prestito da Andrea e corsi allโ€™ospedale.

La strada era un miscuglio di buio e riflessi di luci intermittenti. Stringevo forte il manubrio, il respiro corto. Sentivo il cuore battere nel petto come un tamburo impazzito. Il tragitto sembrava interminabile, ogni curva piรน stretta, ogni secondo piรน pesante. Lโ€™aria fredda mi tagliava il viso, ma non rallentai.

Quando arrivai allโ€™ospedale, la scena fu un pugno nello stomaco. Un uomo urlava e Ellen era lรฌ, schiacciata contro il muro, con gli occhi gonfi di paura.

Non ci pensai. Mi mossi dโ€™istinto. Il mio corpo reagรฌ prima della mia mente. In un attimo ero davanti a lei. Lโ€™uomo le afferrava il braccio, la strattonava. La sua rabbia era cieca, ma la mia fu piรน pericolosa. Lo spinsi con tutta la forza che avevo. Lo vidi cadere. Quando si rialzรฒ per fronteggiarmi gli mollai un pugno e lo stesi a terra.

Fu allora che mi resi conto di me stesso. Della mia forza. Delle mie mani che tremavano, non di paura, ma di potere. Cosa sarei stato disposto a fare per lei? Erano sempre state parole fino a quel pugno.

Lโ€™uomo si rialzรฒ, furioso, ma qualcuno intervenne, lo fermarono, lo trascinarono via.

Parenti, amici. Lโ€™atrio dellโ€™ospedale era un caos. Io sentivo ancora il battito del cuore nelle tempie, le mani strette a pugno. Ellen mi guardava, e nei suoi occhi lessi qualcosa che non avevo mai visto prima. Un misto di paura e riconoscenza.

โ€œGrazie Fil.โ€ Si aggrappรฒ stretta al mio braccio

Ellen, con calma e lacrime mi raccontรฒ cosa era accaduto. Antonio aveva litigato con la sua fidanzata, bevuto e messo in macchina fino a quando non aveva investito un ragazzo come me in motorino.

โ€œTuo fratello dovโ€™รจ?โ€

โ€œDentro, lui sta bene.โ€

โ€œE il ragazzo che ha investito?โ€

โ€œNon lo so Fil, non รจ tanto grave. Antonio รจ rovinato.ย Lo arresteranno, si รจ rovinato la vita.โ€ Ellen singhiozzรฒ, le sue mani tremavano mentre si aggrappava a me, cercando un appiglio in mezzo al caos.

โ€œร‰ rovinato,โ€ ripetรจ alzando lo sguardo verso di me con gli occhi gonfi di lacrime, pieni di paura. โ€œAbbiamo bisogno di un avvocato, non voglio che vada in galera, non voglio vederlo distrutto.Sai come vanno a finire queste cose. Non so come fare, non abbiamo i soldi per andare avanti.โ€

Considerai la proposta del diavolo, le parole di Andrea Melusso mi investirono la mente con la forza di un tornado.

Serie: Ombre e sussurri dal passato


Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Ciao Giuseppe, mi sembra un titolo veramente azzeccato per questo episodio in prima persona, davvero ben scritto. Una sorta di ‘bilancio’, appunto, fatto ‘da grande’, un guardarsi indietro, forse, per capire come si รจ arrivati a quel punto. Molto bello l’incipit.

    1. Grazie Cristiana. Sรฌ arriverร  a quel punto, non so come ma si arriverร . Dare un titolo, lo trovo difficile, non mi piacciono quelli che ho dato. โ€œOmbre e sussurri dal passatoโ€ ๐Ÿคฃ. Tu hai un buon rapporto con i titoli?

  2. La mia quotidianitร  era fatta di mani sporche dโ€™olio e tasche sempre vuote, eppure in qualche modo il romanzo della mia vita sembrava volermi dipingere come un eroe, come se affrontare tutto questo avesse qualcosa di nobile. Ma io lo sapevo: non ero un eroe. Ero solo un ragazzo che cercava di cavarsela senza occasioni.” Molto bella questa parte. Hai costruito un altro bel capitolo, continua cosรฌ Giuseppe!

  3. Ho apprezzato soprattutto la parte iniziale di questo episodio, nella narrazione del periodo scolastico e di cambiamento ad un’altra fase di crescita del ragazzo.
    La parte finale non promette niente di buono, ma penso che la conclusione della storia potrebbe sorprenderci con qualcosa di nuovo che ancora non hai voluto svelarci.

    1. Ciao Luisa, questa รจ ancora la parte del libro, cioรจ quella scritta da Nico. Lโ€™idea sarebbe quella di arrivare alla rottura e poi raccontare la storia vera, amico davanti ad Elena. Ci riuscirรฒ?