Breve epilogo

Serie: Dramma in poesia #2stagione


E cosi si conclude la storia.

“Calore, non è forse stata la mia vita una perenne ricerca d’esso? Nel senso metaforico. Calore nell’amore percepito, nella speranza del fuggire dai traumi passati, nel far ciò che si ama e non sempre con degli scopi. Calore che fin dal primo respiro mosse la vita della mia amica. Prima negli istanti di protezione che le donavo tra queste mura, poi nella speranza del trovare una soluzione ed in fine nella vendetta. Come potrei odiarla? Fonte e germoglio del mio stesso calore, come lui d’altronde! Entrambi amati e perduti. Calore utilizzai per cullarla tra queste mura la prima volta e non potei far a meno di ripetere quel momento anche l’ultima volta che la vidi. Calore che lui mi donò guarendomi dalle mie ferite passate fino a pormi nella limpida gioia di vivere, calore che lei gli sotrasse anche se per scherzo del destino. Eppur vado avanti, mossa dal rammentare il loro calore e scuotendomi per non lasciarlo fuggire. Forse oramai non sono altro che consapevolezza di calore passato, eppure è un bene poiché rammentandolo ho potuto donarlo nuovamente”.

Agata smise di scrivere, dalla finestra il panorama era triste come il passato eppur brillante come il futuro, lei era semplicemente in quel presente grigio. Fissò il foglio leggendo:

“Eppur ti odo

nel tenue calore

dell’abbraccio materno

che pongo.

Ti percepisco

nella brezza

giunta dai venti.

Mi scuoto

di sincere lacrime

vedendoti nei miei sogni.

Semplicemente

ti vedo

come se vivessi con me

anche se così non è”

Agata avanzò lungo il prato dinanzi l’orfanotrofio, erano passati anni da quando vide l’amata amica perire. Aveva fatto di quel luogo un posto sereno, vi viveva con la propria famiglia badando ai bambini abbandonati. Avanzò lungo quel prato che tante volte le aveva messo disagio e si sedette dinanzi la pianta germogliata alle spalle della piccola lapide. Una lacrima le rigò il viso e mentre i figli la chiamavano da poco distante, lei lesse il nome sulla lapide:

“Teresa”

Si asciugò la lacrima e si volse quasi costringendosi ad andare avanti.

Fine.

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