
C come cinema e celebrità
C come cinema e celebrità, non è Cinecittà. Tappeto rosso – pardon – red carpet, calpestato da molti tacchi a spillo, suole rosse e scarpini neri, lucidi come l’ossidiana di monte Arci. Donne bellissime, quasi tutte ligie al rigoroso risparmio sulle loro mise, nei tessuti impiegati per confezionarli. A parte la solita Ferrandino – sprecona come sempre – completamente vestita, con un utilizzo esagerato di tessuto che ricopre per intero il suo corpo.
Sfarzo ovunque: nelle coreografie, nelle macchine lussuose che accompagnano le celebrità, nel consumo energetico esagerato dei riflettori accecanti. Il gigantesco poster ufficiale che quest’anno rappresenta la scena del film The truman show, con la lunga scala verso il cielo, alla ricerca della verità.
Occhiali e profumo di un singolo ospite, basterebbe a pagare le rette mensili di un intero asilo nido, per un anno. Gioielli finti e bijoux preziosi, che valgono un occhio o, magari, un pasto alla mensa dei poveri, per i poveri di mezzo continente. Chignon appariscenti e altre acconciature eccentriche; accessori vari, senza badare a spese, per non rischiare di passare inosservati. Il festival dell’ostentazione sfrenata, della vanità e del purché se ne parli. E quindi foto, foto e ancora foto, per immortalare, per passare alla storia del cinema o più semplicemente per trovare un nuovo ingaggio.
La palma d’oro, quest’anno verrà arricchita di diamanti: settantacinque diamanti incastonati in una delle foglioline d’oro, a simboleggiare il giubileo del festival. Altri venticinque diamanti in un’altra foglia, per celebrare un quarto di secolo di collaborazioni della maison Chopard. I diamanti non si mangiano, così come è altrettanto vero che non tutti sono affamati. Le star a dieta non contano. La Terra non è piatta e l’umanità è variegata. c’è chi muore per il troppo cibo: di diabete, di cardiopatie, di varie disfunzioni dovute all’obesità, all’ipertensione arteriosa, all’ipercolesterolemia… e c’è chi muore – migliaia di bambini ogni giorno – per malnutrizione, da carenza di cibo.
Da qualche altra parte, lontano dai riflettori e dai fiumi di champagne di Cannes, sotto le bombe dei Russi, c’è chi dice “Se ci svegliamo la mattina è già una festa: siamo ancora vivi”. Anche se, molto spesso, sono costretti a nascondersi nei sotterranei, con poca acqua e senza cibo.
E poi, tornando al festival del cinema: autografi, gossip, lustrini e paillettes. Un evento molto atteso, dopo un anno di sospensione a causa della pandemia e un altro, nel 2021, rinviato a un periodo fuori stagione. Il festival di Cannes è nato nel 36 ed è stato subito interrotto dalla guerra. Riprese nel 46, anche come forma di resistenza alla libera espressione dell’arte cinematografica, in contrapposizione alla censura fascista e nazista che a Venezia esercitavano controllo e pressioni. Ha resistito bene, in Francia, sulla costa Azzurra, ed è diventato , con il passare del tempo, il più atteso dei festival internazionali sul cinema. Una passerella di moda, una smisurata esibizione di talenti creativi, di volti noti e meno noti. Una vetrina importante per registi, produttori e artisti; utile anche a tutti quelli che campano all’interno di questo settore. Un business che favorisce l’economia mondiale in molti altri settori. Senza le attività cinematografiche o che ruotano intorno ad esse, molta più gente sarebbe costretta a mangiare alla mensa dei poveri.
Un universo che ci fa svagare, sognare, conoscere e riflettere. Una favola, in un certo senso, con tanti aspetti positivi, anche se, a parte la palma in oro giallo 18 carati, non è tutto oro quel che luccica.
Morale della favola: facile giudicare. Bello, brutto, buono, cattivo, bianco o nero. Come ha detto Michele Serra, domenica 15 maggio, tirando in ballo anche il filosofo tedesco Hegel (tesi, antitesi e sintesi), bisognerebbe rivalutare il grigio (non quello delle cinquanta sfumature descritte nel romanzo della scrittrice inglese), come somma dei due colori bianco e nero. “Il grigio non è un colore spettacolare – ha sostenuto il noto giornalista – Non ha la luce assoluta del bianco e non ha il buio profondo del nero.” E’ una combinazione cromatica di cui la realtà è intrisa. Per vedere il mondo non possiamo ignorare questo aspetto. Secondo Michele Serra il grigio sarebbe addirittura il colore della pace. Intendendo, con esso, il colore del compromesso, della trattativa, del negoziato. Il superamento delle contrapposizioni più rigide, per poter giungere a un accordo che ponga fine alla carneficina di altre centinaia o migliaia di persone.
Al festival di Cannes, inaugurato ieri, ci saranno, fra gli altri, alcuni film ucraini e tre film italiani. Fra i tanti anche un documentario su Mariupol che è costato la vita al suo regista lituano, come ha sottolineato il presidente Zelensky, in collegamento, a sorpresa, con il salone del festival, durante la cerimonia di inaugurazione. Ormai è come il prezzemolo.
I prossimi giorni assisteremo, più o meno con curiosità, a qualche defilé, a qualche intervista, alle presentazioni di qualche film in gara o fuori concorso. Molti di noi potrebbero sperare che vinca il film di Mario Martone Nostalgia; oppure saranno curiosi di vedere il film di jasmine Trinca, alle prime armi nella sua veste di regista, che esordirà con un film fuori gara intitolato Marcel. “Comunque vada, sarà un successo“, diceva Piero Chiambretti. Soprattutto non smetteremo di augurarci, anche nell’arco di tempo in cui si svolgerà la manifestazione dedicata al cinema, che qualcuno venga illuminato, non dai riflettori puntati sul Palais des festivals, in Costa Azzurra, ma da un barlume di coscienza. Un piccolo raggio di luce pura sui tanti che hanno interesse ad alimentare le scene dell’orrore, sul teatro di guerra. Scene che purtroppo non sono finte rappresentazioni girate sul set di un film.
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Prendendo spunto dal commento fatto prima, penso che il Sognare sia un fattore determinante per il successo di eventi mondani come questo. E, tutto sommato, ben vengano se all’interno esiste spazio per altro e per portare l’attenzione su realtà drammatiche. Come sai, mi piace pensare al “buono” che esiste nelle persone: molti artisti da passerella sono impegnati nel privato a portare sostegno ai meno fortunati donando parte della ricchezza accumulata grazie alla popolarità.
“Un universo che ci fa svagare, sognare, conoscere e riflettere”
Penso che questa sia una chiave di lettura importante per le masse. Il Sogno
Sei molto informata sugli eventi mondani, non capisco però se ti piacciono o li segui con distacco per evidenziarne le storture
Ti confesso che la notte scorsa ho fatto le ” orine”, come dice mia nipote, cioe´ le ore piccole, molto piccole. Sono andata a letto alle 4 e mezza del mattino, per saperne di piu´ e non rischiare di parlare troppo a vanvera. Dal tuo dubbio deduco che e´ valsa la pena di sacrificare qualche ora di sonno, se sono riuscita a darti l’ impressione di essere informata. E comunque adoro il cinema, soprattutto il cinema d’ autore introspettivo.
Per uno che non amava il red carpet e lo sfarzo: “il mondo è grigio il mondo è blu, Cuccurucucu paloma, Ahia-ia-ia-iai cantava….” Battiato, come non ricordarlo ad un anno esatto dalla morte.
Giusto. Grande Battiato: un musicista, un cantante, un mistico, che amava andare oltre la materialita´ del mondo fisico.
A giudicare da certi interessi morbosi per la vita privata dei vip, sembrerebbe che molto spesso, nonostante il continuo aumento dei prezzi, siamo ancora sazi di cibo e ohi me, affamati di pettegolezzi. E’ lo sport piu´ praticato da sempre, quello piu´ economico e meno faticoso, adatto anche ai piu´ pigri. Spesso ci si consola con i mali altrui, oppure ci si accanisce. per dare sfogo alla rabbia.
“Scene che purtroppo non sono finte rappresentazioni girate sul set di un film.”
Qualcuno a Mosca avrebbe da ridire. Difficile mantenere una via “grigia” con questi…personaggi, perché non è concepibile definirli umani.
“bisognerebbe rivalutare il grigi”
Questo passaggio mi è piaciuto molto. Condivido la riflessione sul grigio. Detto in maniera volgare: il troppo stroppia 😂 . In generale, l’estremismo in un verso o nell’altro è sempre nocivo per me. Il problema sta appunto trovare la giusta misura, non sempre trovabile facilmente.
“Il festival dell’ostentazione sfrenata, della vanità e del purché se ne parli”
Sicuramente. Ma un po’ tutto ormai è così, dagli Oscar a Ballando con le stelle passando per Sanremo. È più il gossip a farla da padrona