
Callegari
Giacomo Callegari vive in Via Delle Duchesse, 18. Uno stabile signorile di quelli “ben abitati”, come si sente spesso dire nel gergo degli agenti immobiliari. E’ un uomo mite. Con i suoi ritmi e le passioni, i drammi e le virtù.
E’ nel suo appartamento al terzo piano. Sta lavando piatti e stoviglie, dopo una cena frugale.
Sul pianerottolo, vicino alla porta d’ingresso, Degna e Fulvia Graziosi bisbigliano.
«Li senti quei rumori? Secondo me sta armeggiando con i suoi attrezzi del mestiere».
«Di quali attrezzi parli?» domanda Fulvia.
«Ma sì, dai, gli attrezzi…non mi far dire altro. Non hai sentito parlare delle attività segrete di Callegari?»
Fulvia scuote la testa «assolutamente no. Io so che lavora in banca. Niente di più».
«Di giorno» ribatte Degna «ma di notte…».
«Di notte cosa?»
«Non so esattamente, ma senti, senti. Secondo me il Giacomo si sta preparando».
Callegari, nel frattempo ha terminato di sistemare piatti, pentole e posate. Decide di andare a fare una passeggiata. La serata è fredda e umida. Prende il cappotto ed esce. Degna e Fulvia fanno giusto in tempo ad allontanarsi dalla sua abitazione mentre la porta dell’appartamento si apre. Callegari esce, vede le due donne, le saluta con un cenno della mano e inizia a scendere le scale. Non prende mai l’ascensore. Lo teme.
«Hai visto? Sta uscendo. Probabilmente aveva gli attrezzi nascosti nel cappotto. Speriamo che non faccia del male a nessuno».
Fulvia è sbalordita «suvvia, non esagerare, Giacomo è un uomo tranquillo, a chi mai dovrebbe fare del male? E poi con cosa? Io non ho notato nulla che potesse essere nascosto dal cappotto».
Callegari, giunto al piano terra, incontra Dionigi. E’ il portiere del palazzo. Sta parlando con Cristaldo Magri, che abita proprio di fronte a Dionigi. I tre si salutano quasi distrattamente.
«Ha visto? Sta uscendo a quest’ora. Chi mai può uscire alle nove di sera» afferma Dionigi mentre Cristaldo annuisce seguendo con lo sguardo la sagoma di Giacomo che esce dallo stabile.
«Sta andando al ritrovo dell’Ordine del Cielo D’Ebano, glielo dico io».
«Ordine del Cielo D’Ebano? E cosa sarebbe?» domanda Cristaldo.
«Non saprei dirlo con esattezza, ma credo sia un ordine segretissimo» risponde il portiere.
«Io non ne ho mai sentito parlare» aggiunge Cristaldo.
Callegari, nel frattempo, sta passeggiando per strada, immerso nei suoi pensieri. Le sue paure, le sue sconfitte, le sue vittorie, i suoi disagi e le sue conquiste. Tutto immerso nell’aria umida della sera. Poi decide di tornare a casa. Fa troppo freddo per lui e non intende mettere a rischio la sua salute.
Rientra nello stabile. Non c’è più nessuno. Dionigi lo osserva dal suo gabbiotto senza dire nulla. Cristaldo è tornato nel suo appartamento, così come Degna e Fulvia. Sale le scale lentamente. Giunto al terzo piano, mentre inserisce la chiave nella serratura, un grido fortissimo e spaventoso proveniente dalla strada irrompe nel silenzio dello stabile. Callegari non se ne cura ed entra nel suo appartamento.
Fulvia e Degna escono di corsa, così come Cristaldo e Dionigi al piano terra.
«Avete sentito?» urlano le due donne affacciandosi. Poi osservano la porta, chiusa, di Giacomo Callegari.
«Non ti sembra strano che non sia nemmeno uscito per sapere cosa stia accadendo?» domanda Degna alla sorella.
«Non avrà sentito» risponde Fulvia alzando le spalle.
Dionigi e Cristaldo, terrorizzati non hanno il coraggio di uscire fuori dallo stabile per vedere chi può aver gridato. Poi chiamano la polizia, rintanandosi in casa.
Il giorno dopo si viene a sapere che una donna, tal Serafina Minardi, dedita ad “approcci clandestini mai chiariti” (così pare dica la gente del quartiere quando si ritrova a chiacchierare) era stata aggredita da uno sconosciuto.
Giacomo Callegari esce dal suo appartamento per andare al lavoro, puntuale come al solito. Scende le scale e incontra Dionigi che lo saluta sorridente. Quando Giacomo esce dal portone dello stabile, Dionigi corre a bussare alla porta di Cristaldo Magri. Continua a bussare ripetutamente fino a quando l’uomo non apre.
«Che cosa è successo?» domanda Cristaldo.
«E’ stato lui» risponde Dionigi quasi sussurrando.
«Lui chi?»
«Giacomo Callegari».
Avete messo Mi Piace1 apprezzamentiPubblicato in Narrativa
Leggendo questo racconto, ho pensato ad una meravigliosa soluzione. E se tutti i pettegoli e i ficcanaso del mondo mettessero su carta, invece che dar loro voce, le loro fantasiose deduzioni? In mondo sarebbe migliore e ci sarebbe una marea di nuovi libri da leggere
Descritto bene le dinamiche di un condominio con gli immancabili ficcanaso e pettegoli di turno che fanno desiderare vivere in una baita sperduta in montagna o in un faro…
Un condominio è un microcosmo, con segreti e misteri a volte inconfessabili