CENTRALE PARANOICA 3
Serie: LA CENTRALE PARANOICA
- Episodio 1: KURT STORY
- Episodio 2: OH NO! ANCORA KURT STORY
- Episodio 3: CENTRALE PARANOICA 3
STAGIONE 1
LA VOCE DI UN GRANDE YETI
Hi, qui è la centrale paranoica. Al Trascend Village (suona meglio di manicomio vero?) dove i picchiatelli vivono la comunicazione s’è persa.
Ecco Frank che chiede al dottor Stella di uscire per un viaggio, o meglio vorrebbe ripetere un viaggio che avrebbe già fatto, vuole tornare in Himalaya a cercare lo Yeti. Dice che c’era già stato e che era riuscito a registrarne la voce. Ecco la “sballata” traduzione:
Non cercavo lo Yeti per catturarlo. Sapevo che in quelle magiche grotte ad altissima quota c’erano risposte e affinità mie che mi aspettavano, ma la risposta a tutto era lo Yeti e volevo incontrarlo.
Non era cominciata bene, nevicava da settimane ed era impossibile proseguire, mi sono fermato in valle, quando gli Sherpa mi hanno promesso di pregare per me se avessi proseguito mi sono rassegnato ad aspettare che la tormenta passasse.
Pensai allora di fare una ricerca col corpo astrale.
L’avevo già sperimentato e mi sentivo sicuro, perlomeno a distanze brevi. Mentre mi preparavo a “partire” ebbi la sensazione che qualcuno seguisse le mie mosse molto da vicino anche se non ostile, d’altra parte quanti Yogi viaggiano nell’aria da quelle parti? Secondo me ci sono così tanti corpi astrali e guardanti esterni, come lucertole e uccelli, che non sei solo nemmeno in bagno.
Alla fine riuscii a partire e mi trovai a seguire il profilo altissimo delle montagne col naso sulla neve a cercare tracce fresche, perché lo sapete, se non ci sono umani in giro è più probabile che lo Yeti esca dalla grotta.
Anche se non potevo sentirlo, era così freddo che pur vagando per quelle stratosferiche solitudini senza un corpo rabbrividivo nel vento sferzante e nella tempesta turbinante.
Stavo per tornare, ma proprio all’ultimo udii un suono sconosciuto ancora ma sapevo che cos’era; era LA VOCE DI UN GRANDE YETI, era un suono così profondo e immenso da ghiacciare di paura.
Naturalmente avevo con me uno psichotronyc e lo registrai, sì giusto, registrai la voce dello Yeti.
Esportai quella voce potentissima su un supporto digitale e a quel punto il problema era di trovare un traduttore. Così iniziai a visitare gli sciamani e gli Yogi più famosi e a sentire e risentire mille volte quella voce ventosa, dolente e potentissima. Così si è sparsa la voce e un sacco di gente a chiedermi un clone della registrazione della voce Yeti.
Uno Yogi, Mr. Infinity, si divertì a mixare la propria voce a quella dello Yeti. Ne tirò fuori una così bassa e gutturale che pareva provenire da un’era geologica distante milioni di anni da noi, o direttamente da tempi arcaici in cui umani e Yeti andavano a pesca insieme, sì certo a pesca di salmoni, questo facevano. Così mi raccontò Mr. Infinity, e oltre a rivelarmi certe verità sul rapporto tra umani e Yeti, mi disse con un entusiasmo che da quel momento quella sarebbe stata la sua voce.
Urlò dalla baracca di venirmi a prendere per riportarmi in città con un suono pauroso, pieno di frane e valanghe, urla nelle grotte e ululati.
Sentii passi veloci di fuga, fuori dalla capanna non c’era più nessuno, mi guardò con un’espressione di intesa per cui mi fu chiaro che per tutto il tempo l’intero villaggio era dietro le assi della sua capanna a origliare ogni nostra parola e soprattutto ad ascoltare la VOCE.
Dovette uscire e farsi vedere e convincerli che quella era la sua nuova voce e che non c’era nessuno Yeti in giro.
Alla fine mi ha contattato un gruppo che parlava con quella incredibile voce e stranamente capivo tutto, così per telefono sembravano una tribù, sì una tribù di Yeti.
Non c’entravano nulla con lo Yogi, erano Yeti veri! E li capivo perché loro avevano deciso di farsi capire.
Ora io non so voi, ma è piuttosto difficile dire no a qualcuno così intimidatorio come uno Yeti. Ero terrorizzato, temevo che venissero a cercarmi.
Non erano arrabbiati per il clone che avevo prodotto, no, volevano che modificassi la VOCE per condurli nei loro viaggi, e gli Yeti viaggiano un bel po’ e devono comunicare tra loro a grandi distanze, così una grande voce clonabile ha senso per gli Yeti in movimento.
Organizzai una registrazione di voci e ci lavorai su fino a creare una Matrice grandiosa di voce Yeti.
Li ho persi poi, sono rimasto in contatto solo con uno veramente vecchio che condivide la grotta con uno Yogi più vecchio ancora. La loro montagna è circondata da un anello di anime, quasi tutti trascendenti per droga radunati lì, vicino al loro Yogi. E’ un anello così fitto che si fatica ad attraversarlo col corpo astrale, è un mondo di luci colori e musica, e paurosamente vorticoso da risultare quasi insostenibile per un cuore umano, ma di quel che ci fanno tutte quelle anime di morti per droga ad anello attorno una perduta cima dell’Himalaya ne parleremo ancora.
Ora, quando supero tutte quelle anime ed entro nella grotta mi investe un lampo di luce sovrannaturale, vera pura immensa luce bianca e poi …poi ci saranno altre puntate.
Tornato al Transcend Village, provai a far ascoltare la voce Yeti a qualcuno dei ragazzi ma non funzionò, dicevano di sentire solo vento, “Non c’è nulla, solo vento!” e io a dirgli “Ehi vi sto offrendo UNA GRANDE VOCE YETI e voi sentite solo vento, solo vento…già, solo vento!”
Tutti lì a scuotere la testa rammaricati, ma a me pareva si divertissero alle mie spalle, avevano quella posa, lo sapete no? L’atteggiamento del vigliacco che ti guarda fingendo di non capire come stanno le cose: “Sai mi dispiace, LA SENTO LA VOCE!, però non te lo posso dire perché mi hanno ordinato di non contraddirli mai i matti, così scuoto la testa e guardo in basso.”
“Così il matto sarei io? E la voce del grande Yeti non c’è? La sento solo io perché sono pazzo e voi sentite solo vento?”
“Beh sapete che c’è? Io sono super normale e la voce del grande Yeti la sento e voi siete tutti matti! MATTI MATTI MATTI!”
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