Chi ha incastrato Roger Rabbit

Alcuni amici ritengono che io sia una persona stravagante, forse una delle ragioni è perché amavo guidare da ragazzo, la mia Giulietta Spider decappottata in qualsiasi stagione (tranne quando pioveva s’intende). Comunque vi sono altri motivi: sovente mi sono trovato coinvolto, anche mio malgrado, in situazioni che definirei fantasmagoriche. Vorrei raccontarvene una delle tante.

Pochi giorni fa rivedevo con sommo divertimento un vecchio film: “Chi ha incastrato Roger Rabbit”. Di certo una vecchia pellicola: datata, direte voi. Vero, ma per me sempre attuale, come quando la vidi per la prima volta al Drive In a bordo della mia gloriosa Giulietta Spider. Ora sarei lieto di condividere con voi questa fantastica storia che sicuramente vi stupirà, come del resto stupì anche me.

Come dicevo, quella sera presi la mia Spider. Guidavo spedito godendo dell’aria fresca della sera. Mi avviai al Drive In a vedere un cartone animato. Quella sera proiettavano appunto “Chi ha incastrato Roger Rabbit”. Rosalba volle rimanere in casa, come al solito, simulando secondo me una terribile emicrania.

Un film davvero divertente e acuto – come disse Filippo. il mio più caro amico – dove personaggi umani si confrontano con dei cartoni. Ma la cosa che lo ha piacevolmente colpito è l’impressionante somiglianza della protagonista femminile Jessica Rabbit con la mia fidanzata Rosalba.

Entrambe di prorompente bellezza condita da una lucente lunga capigliatura ramata, occhi magnetici, labbra rosse da sognare. Sì, proprio così, disse. Non nego che l’apprezzamento non poco mi stupì. Filippo mi disse che lui, avendo di già visto il film, sarebbe rimasto in casa: attendeva un’amica. Non volle rivelarmi il suo nome, faceva il misterioso. Proprio con me, suo migliore amico.

Ebbene la curiosità e una punta d’invidia per la sua seratina, mi spinse ad andare di filato a godermi la singolare pellicola.

Raggiunto il mio posto macchina mi apprestai alla visione con un barattolo colmo di popcorn e una birretta a bordo.

Nonostante la trama fosse ben congeniata e godibile, ciò che soprattutto attendevo era la visione di Jessica e quando alfine lei si parò sullo schermo rimasi ammaliato dalla sua seducente e maliarda bellezza che ricordava in tutto e per tutto quella di Rosalba. Durante il primo tempo mi assentai qualche minuto recandomi al bar per un’altra birretta. Quando tornai alla macchina era appena iniziato il secondo tempo.

Seduto ripresi la visione del film trangugiando la birra fredda, quando ad un tratto vidi sbucare delle lunghe orecchie dal sedile posteriore; acquattato come un ladro – lo so che ora non mi crederete – indovinate? C’era Roger Rabbit!

Tentai di urlare ma lui, pronto, mi tappò la bocca con la mano guantata, e cominciò a farfugliare, con il suo buffo modo di parlare: di far finta di nulla, di non farlo scoprire…e che sullo schermo facessero pure senza di lui, poiché lui aveva ben altro da fare: doveva ritrovare Jessica forse rapita da uno dei suoi molteplici ammiratori o peggio, forse fuggita con un amante. Gridava girando le lunghe orecchie come fossero un ventilatore; impazziva dal terrore di poter perdere sua moglie. Poi, abbassando le orecchie e anche il tono della voce, cominciò a sussurrarmi frasi sibilline riguardanti la mia fidanzata Rosalba e il mio migliore amico Filippo. Mi parve che, guardandomi sottecchi, sorridesse beffardamente.

Come faceva questo diabolico coniglio, mi chiesi esterrefatto, ad essere a conoscenza della mia vita privata?

Per farla breve m’insinuò – da vero attore – un dubbio un sospetto che repentinamente stava alimentando la mia gelosia: tradimento. D’un subito, con un balzo – come avviene nei cartoni -trovai Roger seduto accanto a me, raggiante. Improvvisamente, iniziò a piangere a dirotto. Ricominciò la litania, scongiurandomi di condurlo da Jessica: si domandava sperava immaginava indovinava dove poteva trovarsi la sua adorata sposa.

Così, tutto d’un fiato tra le lacrime. Poi, orecchie dritte, smettendo di botto di piangere e asciugandosi le lacrime con il mio fazzoletto di pregiato cotone indiano, mi puntò un pugno contro… aggiungendo che ne potevo esser certo, avremmo fatto anche una puntatina presso l’alcova del mio migliore amico Filippo.

Il timore di ritrovarmi con una spider affondata dalle lacrime di uno spudorato coniglio, in caso avesse ricominciato a gemere, follemente mi spinse ad accontentarlo.

Detto questo mi scoccò un vistoso bacio sulle labbra e abbracciandomi viscidamente come un cobra, calzò il suo casco con visiera incorporata e sgommando partimmo alla ricerca delle due supposte fedifraghe.

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Era da poco passata la mezzanotte ed ero assi stanco di inutili ricerche e di appostamenti in luoghi alquanto malsani. Quando, ad un tratto, Roger divenne paonazzo, le orecchie intrecciate, gli occhi fuori dalle orbite che giravano come trottole e agitando una paletta da vigile con su scritto: STOP, m’intimò di fermarmi. Frenai di colpo credendo che fosse impazzito, ma mi resi subito conto che il pazzo ero io nel lasciarmi coinvolgere in una simil crociata con a capo un coniglio matto e per giunta cartone animato. Beh! non vorrei portarla troppo per le lunghe, vi dico solo che Roger frignava, si addolorava e piangeva disperatamente con enormi lacrime che avrebbero affondato ben presto la mia vettura. Ripeteva senza sosta: “Amore mio luce della mia vita, non ti hanno fatto del male quei malandrini? In caso contrario l’infilzo, li faccio a pezzi.” Mentre così farneticava apparivano, misteriosamente di fronte a noi, spade lance e altri inquietanti oggetti esplicativi. Ma Jessica, soprattutto per mia fortuna, riuscì a fuggire tornando sana e salva. Gettandosi con foga tra le braccia del fortunato coniglio lo baciò appassionatamente con le sue incredibili labbra vermiglie.

Come finisce la storia? in caso voleste saperlo, Jessica, Roger e io – dopo che i piccioncini ebbero profuso ogni sorta di smancerie – ci dirigemmo a casa di Filippo. Con una scusa bussai alla sua porta: egli si, era con una donna, ma non con la mia Rosalba. Ripartimmo sgommando. La rossa chioma di Jessica, mossa dal vento, accarezzava sensualmente il mio collo. Frenai di colpo – senza nessuna intimidazione a colpi di paletta – poiché mi trovai, come in un sogno, davanti alla mia abitazione. Entrai senza far rumore e con sommo giubilo vidi Rosalba addormentata sul divano, bellissima, con i ramati capelli scompigliati e il suo rosso abito da sera. La tavola era ancora apparecchiata, le candele oramai morenti, una bottiglia di champagne ancora tappato e un pacchetto con il nastro rosso.

Sciocco idiota! Ho dimenticato che si festeggia il mio compleanno. Rosalba non me lo perdonerà mai – mi dissi. Nel frattempo quei due intrusi di cartoni animati si affacciarono sulla porta, spingendosi l’un l’altra, poi entrarono prepotentemente. Quando videro la tavola imbandita sfacciatamente si sedettero ma direi, con educazione in attesa di altri commensali. Quali? Ma la mia fidanzata ed io, naturalmente.

Quando Rosalba si svegliò credeva di essere ancora nel bel mezzo del sogno che stava facendo: sognava di essere la protagonista di un film. Quale protagonista? Ma Jessica Rabbit, ovvio!

Così quando riaprì gli occhi e vide i due seduti a tavola si precipitò a scusarsi offrendogli una coppa di champagne e li pregò di servirsi a loro piacimento. Si avvicinò molleggiando sensualmente e, arruffandosi i capelli, mi stampò un bacio sulla bocca con le sue vermiglie labbra: proprio come avrebbe fatto la diva di un cartone animato.

Seduta a tavola di fronte a Jessica la guardò come lei stessa fosse riflessa in uno specchio e allora Rosalba pensò: spero mi scritturino presto per un film, di cartoni, oppure umani fa lo stesso, importante è fare del cinema.

Cosa aggiungere a un racconto già così fantastico? Ebbene, dopo cena – anche se oramai si approssimava l’alba – decisero tutti, umani e cartoni, di vedere un vecchio film in televisione. Quale? Non ora, gente.

Questa è un’altra storia…

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Discussioni

  1. Perché non hai detto che ha tavola c’ero anch’io, l’ex frate con due dita di una mano mancanti creduto morto davanti al monastero? Sei geloso del mio guardare tua moglie, bella come una statua di Bernini, durante la cena? O forse sono un fantasma e tu non mi vedevi? Dico un’altra sciocchezza: ho avuto la sensazione dopo la lettura dei tuoi racconti che tu volassi a bassa quota appositamente. Piacevole lettura.