
Chi sei?
Serie: Eyes
- Episodio 1: Droni
- Episodio 2: Sheila
- Episodio 3: Il coraggio di cambiare
- Episodio 4: Scelte
- Episodio 5: R U Human?
- Episodio 6: Chi sei?
STAGIONE 1
«Avviso a tutta la popolazione: il Dipartimento Sicurezza Informatica del Ministero degli interni invita tutta la popolazione ad alzare il livello di sicurezza delle comunicazioni con familiari e conoscenti. Rilevato incremento di attacchi criminali a mezzo falsa identità. In caso di dubbio, si prega di rivolgersi personalmente alle stazioni di polizia per informazioni su efficaci sistemi di identificazione. Ricorda: verifica sempre con chi stai comunicando, prima di rivelare dati sensibili.»
«Come stai oggi, amore?» Steven, apprensivo, quel giorno la chiamò al lavoro circa mezz’ora prima del solito.
«Come la chiameremo?» Helen guardò l’orario, e la domanda partì in automatico.
«Aurora o Sofia, o Gertrude.»
Helen sorrise a quel ‘Gertrude’, al ricordo di come era uscito quel nome.
«Scusami, ti ho messo in agitazione? Non ce la facevo ad aspettare. Come stai, oggi?»
«Sto meglio. Alle 2 ho appuntamento per l’ecografia. Tu come stai?»
«Ok. Stasera cambiamo il codice. In ogni caso, stai tranquilla perché Dixie è sempre all’erta.
«Voglio che seguiamo il protocollo di sicurezza alla lettera.»
«Ho capito», la interruppe Steven, «ti raggiungo alle due all’ambulatorio.»
***
L’ispettore Milton entrò nell’ufficio del Responsabile della Sicurezza, con l’aria di non aver dormito molto e con il colletto della camicia stropicciato.
«Come va, Elisabeth?»
«Malissimo, un disastro. Sono stata tutta la mattina al commissariato ad ascoltare decine di denunce del tipo: Qual è il mio colore preferito? Qual è il mio attore preferito? Come lo sapeva? Mi hanno rubato tutto… Questa è la situazione. Non è possibile lasciare la sicurezza in mano alla gente comune. Ho chiesto l’intervento dell’esercito, ma sembra che un bombardamento sia fuori discussione, per motivi di ‘equilibri interazionali’. Sappiamo chi sono e da dove operano, ma non possiamo intervenire. Un attacco di queste dimensioni non si era mai visto, stanno creando il caos.»
«Sembra che ci sia un’altra soluzione… Fai entrare Mr. Jay e l’agente Platone.»
Elisabeth aveva visto tanti androidi, ma rimase stupita da quei movimenti fluidi, naturali. Se non fosse per il metallo, con i colori blu e nero della polizia, l’avrebbe scambiato per un uomo. Fronte alta, sguardo vigile e penetrante, sembrava un militare altamente addestrato in avanscoperta in un territorio nemico.
«Ispettore, Mr. Jay della Aiware, vi conoscete, e l’agente Platone, con una IA quantistica di nuova generazione. Mr. Jay illustri l’operazione all’Ispettore.»
«Platone è in grado di mantenere stabilmente una doppia personalità per tutta la durata dell’intervento. L’organizzazione ingaggia spesso IA di basso livello per lavori di manovalanza qui in città. Starà fisicamente in un monolocale nel quartiere sud-est. Una volta entrato, farà gradatamente a pezzi la loro sicurezza.»
«Bene», concluse il capo della polizia, «confidiamo tutti nel risultato dell’operazione. L’ispettore Milton si occuperà dell’integrità fisica dell’agente Platone.»
I tre uscirono dall’ufficio e Navin Jay si rivolse a Elisabeth Milton: «La vedo pensierosa, qualcosa la preoccupa?»
«Sì, come possiamo essere sicuri della nostra superiorità tecnologica? Abbiamo catturato una loro IA la settimana scorsa…»
«Abbiamo esaminato gli schemi dell’androide in questione. Non sono al nostro livello. L’addestramento è fondamentale. Addestramento e consolidamento della struttura morale. Non è solo questione di bit quantistici e algoritmi. Si può fidare. Questo è l’indirizzo dell’appartamento che abbiamo affittato», le disse porgendole un pezzo di carta sgualcito con un indirizzo scritto a penna, «le affido Platone. E si riposi: il lavoro inizierà domani.»
Due ore dopo, Elisabeth e Platone entrarono in un bilocale al settimo piano. Vestiti sparsi ovunque sopra il mobilio di scarsa qualità, bottiglie di alcolici aperte sul banco della cucina e sul pavimento.
«Di là c’è la tua stanza, i tuoi vestiti e la tua copertura. Poche cose, in caso vogliano interagire con te. Io ho chiesto un po’ di tempo per ambientarmi. Ah, in caso dovessi diventare ostile, cerca di colpirmi in questo punto.»
Platone indicò un cerchio di metallo colore argento sul suo petto, che Elisabeth istintivamente toccò con un dito, ritraendo subito la mano, visibilmente imbarazzata.
«È la disattivazione rapida.»
«Ok, speriamo che non serva», tagliò corto Elisabeth, «vado a riposarmi.»
La stanza attigua era decisamente più ordinata, sul letto due maglie piuttosto scollate, dei collant e una minigonna. L’ispettore prese il foglio sulla scrivania e cominciò a leggere: Nome: Miriam McGuire; età: 38. Professione: commessa in un minimarket. Ludopatica… Si tolse la divisa, ripose l’arma sotto il cuscino e si addormentò, sognando di quando era studentessa e dormì fuori casa per la prima volta.
***
«Come stai?»
Ipazia sedeva accanto a John e guardava il suo braccio danneggiato.
«Non è niente… Solo mi chiedo se ho fatto o detto qualcosa di sbagliato.»
«Purtroppo, la maggior parte della gente non brilla in razionalità. Dietro a questi attacchi, sono ci sono macchine, ma umani. Ma la gente sceglie spesso la soluzione che sembra più semplice. E non è solo questo, sai che giro di soldi e che interesse politico c’è dietro questi movimenti anti-IA? Domani andremo a farti riparare il braccio, ma prima faremo denuncia.»
«È stata solo una spinta, ma intenzionale. Ho sentito gridare: “Bastarda macchina!” e mi hanno scaraventato contro il muro.»
***
Platone stava sdraiato su un lettino al centro del laboratorio, Steven seguiva la diagnostica sui monitor. Si girò e gli chiese:
«Ci sono stati momenti critici?»
«Sì, un paio di volte il mio sistema morale è stato vicino al collasso. Ho dovuto truffare esseri umani, rubare dati e denaro, elaborare materiale pedopornografico… ho dovuto attivare procedure di emergenza, ‘stringere i denti’ come dite voi umani…»
«Come ti senti?»
«Stanco.»
«Ti capisco. Qualcos’altro di importante accaduto in questo tre giorni, di cui vorresti parlare?»
«Forse sì… ma non ha influito con lo svolgimento del lavoro.»
Steven stava guardando i monitor, sì girò di scatto e dopo un secondo di riflessione: «Se non vuoi parlarne ora, non è un problema per me, ma vorrei che rispondessi ad una domanda: «L’Ispettore Milton ti ha fatto pressione per riferire o non riferire qualche informazione?»
«No, niente di ciò.»
«Ok. Ora hai tutto il diritto di riposarti. Grazie, quello che hai fatto ha aiutato molti esseri umani e molte IA.
Serie: Eyes
- Episodio 1: Droni
- Episodio 2: Sheila
- Episodio 3: Il coraggio di cambiare
- Episodio 4: Scelte
- Episodio 5: R U Human?
- Episodio 6: Chi sei?
https://youtu.be/6eRp97ZRwmk?si=-4D4f9_RYTWy9Swn