Chilometri

Mi dici di salire in auto e lo faccio di fretta, poi mi metto comoda sul sedile, distendo le gambe e i pensieri. I chilometri corrono veloci come le ore quando siamo io e te.

Tu guidi e fissi il paesaggio: strada, luci, auto che sfrecciano. Io tolgo le mie Vans e tiro le ginocchia al petto. Mi perdo a guardarti, le tue mani grandi stringono il volante, ogni tanto le tue labbra accennano un sorriso mentre io parlo di stronzate o poco più.

Indossi uno di quei soliti maglioni colorati che ti metti, (sanno di bucato), che mi piace immaginare il momento in cui te lo sfilerai, e poi finirà sul sedile posteriore della tua auto tra la cenere di sigaretta e le mie mutandine. Jeans attillati come i miei pensieri in cameretta l’altro giorno, mentre fantasticavo su un futuro inverosimile, una vita io e te.

Cambi canzone, ti giri verso di me, “Dove vuoi andare questa volta?” mi chiedi, io come solito sussurro un “Dove vuoi tu”, invece no, fammi scendere da quest’auto in corsa, accosta, sollevami come fossi leggerissima, il mio culo sul cruscotto, le mie mutandine alle caviglie, toccami forte, ti tocco forte. La mia lingua sul tuo collo preme, le mie mani dappertutto, sotto a quel maglione, sopra, non riesco a tenermi.

“Girati.” e i miei polsi stretti tra le tue mani, dietro la mia schiena. Ti appoggi a me, sento il tuo corpo caldo, il tuo respiro sui miei capelli umidi, sudati. Vorrei fossimo sempre così, nudi, veri, appannati come i vetri della tua auto quando noi siamo nel bagagliaio e tu mi spingi la testa contro al finestrino del baule. E invece sono ancora seduta affianco a te, tu così bello, io così eccitata.

Un parcheggio vale l’altro per due come noi, un panorama o il muro di un garage. Mi piace infilarmi delicatamente nei tuoi boxer, nelle tue fantasie. Sospiri su di me, io su di te. Una sigaretta ci accompagna e ci lega la saliva, strettissima. Ingoio e brucia la gola ma poi mi passi una mano tra i capelli e tutto si fa più dolce. Guardo l’ora e vorrei fermarlo questo tempo maledetto, rallentarlo come te quando ti fermi e mi guardi mentre scopiamo. Passiamo le ultime ore tra un fast food e quattro parole inutili, “Parlami di te” ti dico timidamente, ma poi non mi frega un cazzo, vorrei sprofondare nella curva del tuo collo. La strada del ritorno e i chilometri corrono di nuovo veloci, anzi velocissimi. Cinque canzoni, due tu e tre io. Cantiamo stonati, vento sulla pelle pallida, (la tua più della mia). Sei un misto di sigarette e alcolici, un po’ come quando torno scompigliata e non riesco a connettere. Tu mi sconnetti, ecco. Da me, dal mio mondo.

Quando sorridi e quella fossetta si fa spazio tra la barba e le guance arrossisco. Quante cose mi frullano in testa, non parlo, ti guardo ed è come se vomitassi tutte le parole che non ti dico. Accosti e ne fumiamo un’altra, “l’ultima”, mi dici. E io non vorrei lo fosse, vorrei fumare con te tutta la notte, odore di sesso e guardare il fumo che si fa alto fino al soffitto, una finestra che si affaccia sulla pioggia fuori, tu che torni da me, dentro il mio tanga. Scendo dall’auto, (quando ti rivedrò?), un senso di amaro si fa spazio tra le tonsille, mando giù. Ti saluto con la mano e mi viene da piangere, ridere, vorrei strapparti quei jeans (maledetti jeans attillati). Una rampa di scale, una camera buia, sono sola e sento il tuo profumo su di me, una mano mi sfiora tra le cosce e assaggio il sapore che mi hai lasciato.

Dovrei lavare via tutto e invece no, lo tengo con me, almeno fino a domattina.

Un tasto per rivivere tutto in loop, grazie.

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Discussioni

    1. Mi sono arrivate eccome. Inoltre ho una predilezione per questo genere di narrativa, che toglie il velo e libera le emozioni. Ti prego di continuare a scriverne perché lo sai fare molto bene. A presto

  1. Un incontro tra due corpi, due persone, non ha importanza l’età anagrafica dell’uno o dell’altra. Un incontro intenso di cui non se ne ha mai abbastanza, pur nella consapevolezza che forse è tutto lì. Piaciuto.

  2. Un intensissimo inno alla gioia. E chi se ne frega se dietro, magari, c’è una storia un po’ strana, o semplicemente non matura abbastanza da portare alla convivenza.
    Evviva la gioventù, a qualunque età si manifesti.
    Grazie per questo soffio di vita.