Chiusa in una stanza
Purtroppo o per fortuna stando chiusi in una stanza si ha modo di pensare, più di quanto non lo si faccia solitamente in una giornata scandita da cose da fare. Chi si vede nel futuro? E come vi vedete in questo futuro? Vi capita mai di non identificarvi, di non vedervi. Magari spendete tempo ed energie in qualcosa per cui un giorno vi svegliate e vi chiedete ”perché l’ho fatto? E’ questo che voglio essere? E’ questo che voglio fare?” Forse si o forse è troppo difficile e compromettente ammettere che non lo è.
Spesso si parla d’amore, nei film, nei diari segreti, con le amiche, con gli amici, con sorelle e con fratelli avvolte persino con degli sconosciuti. Avvolte più che di amore parliamo di altre persone che nel bene o nel male ci hanno comunque fatto provare delle emozioni.
Poi un giorno dopo varie delusioni, dopo svariate scelte ”discutibili” la vita ti fa incontrare lui. Lui che credi sia quello giusto? Forse ancora non lo sai ma a differenza delle altre volte vuoi scoprirlo. Ed improvvisamente tutto ha un senso, come se tutto quello fatto fin ora in realtà fosse stata la costruzione di un percorso indirizzato a questo incontro. Nulla era mai stato dato per certo, ma qualcosa di reale c’era, ed era la serenità, la spensieratezza di poter finalmente vivere qualcosa di bello, di poter finalmente amare incondizionatamente senza comprometterti ricevendo a tua volta amore, protezione e attenzioni.
Finché un bel giorno il sogno finisce. Lui decide di rivelarsi come mai si era rivelato prima, Dopo averti inglobato nella sua vita decide di sputarti fuori e costruire un muro tra voi, preferendo la solitudine, preferendo l’indifferenza. E non importa quanto tu stia male, non importa che tu non riesca più a uscire di casa nemmeno per fare la spesa, non importa che tu non riesca a mangiare o a respirare, le cose stanno così e devi andare avanti. Tante volte mi sono chiesta perché, perché sembra che la vita voglia farti un regalo e proprio nel momento in cui sei pronto a metterti in gioco te lo leva in modo così spietato?
Sono sicura che a qualcuno è capitato di pensare che fosse la fine. Di chiedersi ”che senso a vivere? Si può chiamare vivere l’andare avanti mossi dall’inerzia?”
Questo mi porta ad una riflessione molto più grande, ossia che risiede una grande verità nell’affermare che ciò che ci rende vivi sono le relazioni. L’amicizia, gli amori, le passioni, i conflitti, la rabbia, gli abbracci, i baci, il sesso. Tutto questo da un senso alla nostra esistenza. Trovare un lavoro che sia una passione, affermarci come persone è senz’altro motivante non che un grande privilegio e una grande fortuna che non tutti possono vantare ma dopo tutto il lavoro rimane un lavoro e la soddisfazione personale fine a se stessa se non condivisa.
Vorrei tornare a casa e ricevere un abbraccio pieno d’amore, condividere colazioni, pranzi e cene e quel pacco di biscotti da aprire nel letto davanti ad un film. Vorrei chiacchierare sotto le coperte , ridere di cuore, incazzarmi quando serve e anche quando non serve per poi fare pace. Andare al mare, mangiare un gelato, visitare posti, esplorare la natura incontaminata, fuggire dalla città, fermarmi in viaggio sul ciglio della strada e mangiare insieme fichi appena raccolti.
Siamo persone, ognuna della quali dentro cela un universo infinito. Tutti abbiamo due occhi, due orecchie ecc… Ma ciò che percepiamo è differente così come ciò che restituiamo. La vita è quello che provi adesso, in questo momento, è quello di cui hai bisogno per stare bene. Ed io ciò di cui ho bisogno per stare bene sei tu. Infondo però io non ho mai capito niente della vita, quindi per ora (forse per comodità) mi piace pensare che lei sappia quello che fa, che lei sappia ciò di cui ho bisogno meglio di me. Magari ho bisogno di stare sola, chiusa in questa stanza, a parlare di me con me.
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Mettersi davanti alle proprie emozioni è importantissimo. La vita delude, sì, ma può anche sorprendere ed è questa la leva che deve muoverci. Immagino che tu sia giovane, probabilmente coetanea di mia figlia. Io ho alle spalle diversi decenni, cinque, e posso dirti che è tutto un costruire, un evolversi, un “non” fermarsi mai. Esiste una legge universale, prima ancora di tutto il resto: la persona che dobbiamo amare veramente, a cui non fare del male, siamo noi. Ci sarà poi un lui, una lei, una creatura pelosa (nel mio caso gatto) in grado di scaldare il cuore: ma prima, noi.