
Colazione
Serie: Fame
Anselmo era sdraiato sul bordo del canale di scolo, col braccio immerso fino alla spalla nellโacqua che aveva lo stesso odore dellโangolo del giardino dove lui e gli altri pisciavano.
Qualcosa gli sfiorรฒ le dita, lo afferrรฒ con uno scatto. Era una mela, e per di piรน intera. Le diede il morso piรน grande che riuscรฌ, la buccia era spessa, la polpa priva di succo, era come masticare lโintonaco dei muri, ma il sollievo che gli diede alla fame che si portava nello stomaco da giorni non lโavrebbe battuto neanche lโabbraccio di una madre.
Stava per addentarla una seconda volta, ma si accorse che Bernardo, Camillo e Danilo avevano smesso di cercare nel canale e lo fissavano. Il loro vuoto nei loro stomaci si era fatto piรน grande.
Anselmo passรฒ la mela a Bernardo, anche lui lโaddento come se la dovesse ingoiare intera e la passรฒ a Camillo.
โ Non era neanche marcia e lโhanno gettata via.
โ Pensa comโerano quelle che non hanno buttato.
Rispose Camillo che dopo il suo morso lโaveva passata a Danilo.
โ Meglio non pensarci.
Anselmo ripensรฒ al mercato in centro, a quando ci andava con sua sorella, le file disordinate di bancarelle che riempivano tutta la piazza, straripanti di verdura, carne, pane e formaggio. Si chiese come fosse possibile che lรฌ tutto andasse avanti come se le bombe non cadessero, mentre in periferia ormai quasi tutte le case erano diventate macerie e facevano da bare e lapidi per chi ci aveva vissuto.
โ Guardate chi cโรจ.
Bernardo indicava una vecchia gobba come un cardo che spingeva una carriola. Aveva le gambe rigide e storte come una radice e il ventre tirava i bottoni dellโabito nero.
โ Come fa a essere cosรฌ grassa?
Chiese Danilo.
โ Ma come non lo sai? Quella mangia i bambini โ rispose Bernardo โ Ehi vecchia strega, di chi รจ il figlio che porti nella carretta? โ le gridรฒ contro.
E cosรฌ i bambini iniziarono a insultarla, spolpa bebรจ, sgranocchia infanti, rosicchia lattanti. Lei borbottava e in tono piagnucoloso chiedeva che la lasciassero in pace.
โ Forse dovremmo essere noi a mangiare lei โ propose Bernardo โ Sarebbe un giusto rimborso per i nostri coscritti nel suo stomaco.
Le bombe ebbero pietร di lei e lโurlo delle sirene coprรฌ la voce dei bambini.
Camillo alzรฒ gli occhi al cielo.
โ Anche di mattina adesso?
Era sera quando le bombe fecero silenzio, i quattro bambini erano aggrovigliati sul grande materasso nella cantina di Anselmo. Anche quella volta gli era andata bene, il mondo era scoppiato un poโ piรน in lร , non sopra la loro testa.
La fame si era giร pappata la mela da un pezzo ed era tornata piรน arrabbiata di prima, li teneva svegli con fitte allo stomaco.
โDove vive la strega?
Chiese Anselmo.
โ Perchรฉ?
Ripose Bernardo.
โ Avete visto la sua pancia no?
โ Guarda che quella ti infila nel forno.
Sospirรฒ Camillo.
โ ร solo una leggenda, quella ormai รจ decrepita, a malapena riesce a camminare. Deve aver fatto scorte prima che iniziassero a piovere le bombe. Avrร la cantina piena.
โ Vive non troppo lontano da dove lโabbiamo vista, nella piazzetta vicino al cimitero, in una piccola casetta stretta tra due edifici piรน grandi.
Spiegรฒ Danilo.
Anselmo si alzรฒ dal letto.
โ Ma ci vai davvero?
โ Io non mi mangio unโaltra volta lโintonaco solo per zittirmi la pancia, anche perchรฉ ormai รจ quasi finito.
Trovarla non fu difficile, era esattamente davanti allโingresso del cimitero, una casetta alta tre piani, schiacciata tra due palazzi, appoggiata al muro cโera la carriola.
Dalla finestra al piano terra usciva una luce tremolante.
Anselmo si avvicinรฒ tenendosi radente alla parete e provรฒ a dare un rapido sguardo dentro. Come ci si aspettava dallโesterno la casa era stretta e lunga, un tavolone in legno occupava quasi tutta la stanza e lasciava spazio solo per un lavabo e una stufa in ghisa, accesa, su cui stava bollendo un pentolone. Al fondo della stanza una ripida scala portava al piano di sopra.
La finestra era solo socchiusa, gli basto una leggera spinta per spalancare le ante. Entrรฒ senza far rumore. Non cโera traccia della strega. Si avvicinรฒ in punta di piedi davanti alla stufa. La pentola era piรน alta di lui, per sollevare il coperchio dovette mettersi in punta di piedi.
Fu investito da una nuvola di vapore, aveva un profumo che non sentiva da prima delle bombe. Si ricordรฒ di quando per mangiare bastava sedersi a tavola e sua sorella gli faceva comparire davanti un piatto, ora gli sembrava magia.
Nella pentola bolliva un grosso pezzo di carne, ignorando lโacqua bollente lo afferrรฒ con entrambe le mani e morse. Si aspettava un cosciotto succulento e invece, passata la pelle, i suoi denti sbatterono immediatamente contro lโosso. Confuso guardรฒ quello che aveva tra le mani e alle estremitร del pezzo di carne vide due orecchie piccole come le sue. Lo lasciรฒ ricadere nella pentola e tra le bolle emerse una mano con un ciuffo dโerbe legato al polso.
Anselmo rimise il coperchio sulla pentola, senza far rumore. La paura zittรฌ la fame.
Smise di respirare, se avesse aperto bocca ne sarebbe uscito un urlo e la strega lโavrebbe sentito. Corse verso la finestra, ma sulla sua strada si spalancรฒ una botola che entrando non aveva visto, bloccandogli la fuga.
Ne uscรฌ la strega, lenta, curva, in unโmano teneva una treccia dโaglio e infilato nel laccio del grembiule un coltello lungo quanto un avambraccio.
Arrivata a metร scala si accorse di Anselmo.
โ Che ci fai qui?
Lui corse nella direzione opposta, salรฌ la scala. Da sotto la strega gli urlava di fermarsi. Il piano di sopra era un corridoio con una stanza per lato e una finestra al fondo. Non si fermรฒ a pensare, le bombe gli avevano insegnato a correre prima di riflettere. Sfondรฒ il legno vecchio delle persiane con una spallata e entrรฒ nel vuoto. A mezzโaria si sentรฌ afferrare per il bordo della camicia, si voltรฒ pensando di vedere una mano rugosa e invece era rimasto impigliato nel gancio della finestra. Il tessuto cedette quasi subito, lui fece una mezza capriola su sรฉ stesso e si ritrovรฒ faccia a faccia col selciato. Buio.
Serie: Fame
Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Fiabe e Favole
Una rivisitazione in chiave moderna di una fiaba ben nota.
Davvero molto interessante. La seguirรฒ con piacere.
Beh, รจ interssante di come la sopravvivenza trasformi gli esseri umani nella versione peggiore di se stessi: streghe, bambini ladri, cannibali. Ed รจ interessante di come la paura alla fine diventa anche la spinta per fare qualcosa di avventato, fino a scoprire che per credere a certe storie ci devi cadere con tutti i piedi dentro.
Hansel e Gretel al tempo di Gaza, mi incuriosisce molto.
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