Conto alla rovescia

Serie: L'ultimo volo delle aquile


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Andrij ha ritrovato sua sorella.

Il fuoco scoppiettava dentro il camino del salottino di villa Devoto. Appollaiate attorno ad un tavolino di vetro riccamente decorato, tre donne chiacchieravano allegre mostrandosi le foto da uno smartphone.

«È identico ad Andrij» disse Olena ingrandendo la foto sul viso del bambino.

«E promette di essere bello vivace come lui!» aggiunse Alina riprendendo il cellulare.

«Ha iniziato a camminare il mese scorso e adesso corre ovunque, è impossibile da tenere fermo» continuò allegra, mentre cercava tra i video della galleria uno di suo figlio Aleksej.

La signora Devoto posò la tazza con la sua tisana alla camomilla e cannella. Alina fece partire un video e lo mostrò alle altre due donne mentre Olena traduceva sottovoce in italiano.

Andrij sorrise. Si alzò dalla vecchia poltroncina e mise in un vassoio le tazze e i piattini.

Sua madre si alzò immediatamente, ma lui la fermò.

«Faccio io, non ti preoccupare.»

In cucina, iniziò a lavare. Le risate delle donne giunsero dal salottino. Quelle tre donne erano tutta la sua famiglia. Tre donne diverse ma tutte con un passato difficile. Tre donne coraggiose, tre leonesse che si erano battute e avevano avuto successo. Pensò alla signora Devoto che si era ribellata ai tradimenti del marito, e fregandosene dello scandalo aveva deciso di divorziare. Era sola quando investì tutto il suo denaro in un’impresa folle. Ma ebbe successo. Pensò a sua madre, probabilmente la donna più coraggiosa che conosceva e che avrebbe mai incontrato. Era la sua eroina, la sua Wonder Women. Solo più forte. E infine pensò a sua sorella. Quella sorella con madre diversa ma con cui condivideva gli stessi occhi di quell’orco che geneticamente era considerato loro padre. Fece un respiro profondo e si calmò. Il solo pensiero di quella bestia lo metteva ancora in agitazione. Ma adesso che aveva ritrovato Alina era come se un peso si fosse finalmente scaricato dallo stomaco. Iniziava a sentirsi più leggero, più libero, come se una catena che lo teneva legato si fosse finalmente rotta e potesse tornare a correre. Si sentì come una vela gonfiata dal vento della fiducia nel futuro. Per la prima volta, si sentì come un ragazzo qualsiasi.

Si asciugò le mani nello strofinaccio e tornò in salotto dalle sue signore.

«La fattoria sta andando molto bene. Mio marito lavora sodo con suo padre. Io e mia suocera ci occupiamo di vendere i prodotti al mercato di Kiev. Mi piace molto come lavoro, si conoscono tante persone e ormai mi sono fatta una clientela di fiducia» stava dicendo Alina.

«Roman è davvero un brav’uomo» continuò guardando il fuoco con sguardo d’amore.

«Mi è stato vicino e mi ha aiutato molto…e pensare che all’inizio io non volevo nemmeno più saperne di uomini.»

La signora Devoto non ebbe bisogno di aspettare la traduzione di Olena per capire le emozioni che trasmettevano quegli occhi color cielo primaverile. Prese la mano di Alina.

«Sei una donna forte, e tuo figlio non sarà da meno.»

Anche Alina capì quelle parole senza bisogno della traduzione.

«Perché non venite quest’estate? Tutti e tre, sarebbe bello far conoscere zio e nipote, poi prendete una bella boccata di mare» propose la signora.

Andrij realizzò solo in quel momento che era zio. In un lampo si figurò in braccio il piccolo Aleksej. Provò una sensazione strana, nuova. Ebbe l’istinto di stringere quel fagotto e di proteggerlo, ma allo stesso tempo aveva paura di far del male a quell’esserino così fragile. Si immaginò loro due al mare, gli avrebbe insegnato a nuotare e ad andare in barca quando fosse stato pronto.

Si commosse a quella visione. Come era strana la vita.

Mentre Alina programmava già entusiasta il viaggio estivo con le altre donne, le squillò il telefono.

«È Roman» disse alzandosi e scusandosi.

Si allontanò per parlare con suo marito. Quando tornò, la felicità aveva lasciato il posto alla paura e alla preoccupazione.

«Putin ha fatto un discorso» annunciò.

Andrij ebbe un sussulto e tirò fuori il cellulare per cercare la notizia.

«Ha riconosciuto le due repubbliche dei ribelli» continuò Alina con voce tremante «e ha negato l’esistenza dell’Ucraina come Stato indipendente.»

Andrij sfogliò alcuni giornali, tutti riportavano in primo piano nella homepage quel discorso delirante. Guardò l’immagine del presidente russo, seduto alla scrivania con quell’espressione priva di sentimento.

Di colpo il vento della fiducia calò e la sua barca restò ferma, in balia del mare agitato.

***

Camille si svegliò dal mondo dei sogni per tornare alla realtà. O forse era il contrario visto che stava vivendo un sogno. Luca era l’uomo perfetto. Dopo due anni era di nuovo innamorata. Si girò su un fianco, ancora nuda sotto le lenzuola, e osservò il suo amante dormire. Gli accarezzò il volto e la barba poi scese giù lungo il collo. Dalla base del collo, attraverso la pelle rosea, era ben evidente una vena che attraversava il petto vigoroso per poi risalire nella spalla destra e sparire dietro la schiena.

Il cellulare vibrò nel comodino. Si mise a sedere e allungò il braccio per prenderlo.

Luca si svegliò di colpo mentre Camille apriva la chiamata.

«Dove sei finita?» sbraitò una voce dall’altoparlante del telefono.

«Simpatico…» mormorò Luca accucciandosi sul ventre della donna.

«Qui è il delirio, vieni immediatamente

«Ma che diavolo è successo?» chiese Camille.

«Non lo sai?»

Camille si domandò cosa potesse mai essere successo in una notte. Prese l’orologio, erano le 8:32 del 24 febbraio 2022. Un attentato terrorista alla metropolitana? Una nuova variante del Covid? La terza guerra mondiale?

«Putin ha invaso l’Ucraina.»

«Merde!» urlò Camille e fece sobbalzare Luca.

«Arrivo subito.»

Sgusciò dal letto e si vestì velocemente.

«Ma che sta succedendo?» chiese Luca mentre sbadigliava.

Camille si sedette sul letto per allacciare le scarpe.

Luca prese il telefono e iniziò a guardare le notifiche dei giornali su Telegram.

«Ma che…» mormorò mentre leggeva.

«Sì» disse Camille alzandosi «è scoppiata la guerra in Europa.»

Serie: L'ultimo volo delle aquile


Avete messo Mi Piace4 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Bello anche questo episodio, nel contenuto e nella forma, scorrevole e ricco di sfumature (non di grigio). Ti ringrazio per le descrizioni positive delle figure femminili, che denotano molto rispetto, nei confronti delle donne.