CONTRADDIZIONI

Tanti amici, gioie e riverenze ma… isolato. Isolato nei miei pensieri, nei miei momenti e nella vita fatta dei suoi attimi. Pensieri vaghi e molteplici si attanagliano nella mente e nel cuore. Da quel giorno nel quale il corpo è andato a sbattere su quel macigno in corsa qualcosa dentro di me si è trasformata. Ho iniziato a vedere tutto ciò che mi circondava in modo negativo, la mia mente catapultava ciò che di bello vedevo in un grosso calderone di brutture, nulla era buono perché nulla poteva essere accompagnato se non dalla sua parte di negatività. Un giorno aperta quella porta vidi lì seduto, in preghiera, genuflesso davanti all’infinito, quell’uomo che tutto avea di Dio e della infinta bontà del Padre quasi ricolmo e circondato. “Entra mi disse”, senza dire null’altro. Una, due parole, una mano sulla testa… “Vai in pace… il tuo cuore ritrovi l’amore”. Da quel momento mai una parola o giudizio di condanna per i miei errori. Tutto questo senza interesse, solo affetto ed amore quello che muoveva i miei orizzonti. A volte mi chiedo quanto fosse la pochezza dei miei pensieri ma, questa pochezza ancora oggi, ricca di bene per lui. Questo ancora provo, nonostante non mi guarda più con gli occhi di prima ma dal cielo, senza stancarsi mai. Poi di nuovo il balzo lungo, verso il basso e ancora una volta isolato. Effimere gioie, effimere realtà alle quali mi aggrappavo senza una reale rinascita. Tutto sembrava senza macchia agli occhi degli altri, ma nella mente solo solitudine, solo e soltanto una creatura isolata nel mare dei miei momenti cupi. Tu o Dio cosa scruti dall’alto? Tu o Padre dei cieli e dei cuori felici ma Signore e Custode di quelli affranti ed umiliati, stravolgi questi attimi di vita che in me si annidano senza sosta e gli stessi mi fanno nascondere dalla realtà, facendomi chiudere in un angolo dove solo io ed il mio cuore sanno come affrontar quell’istante. Poi torna il sereno ma gli strascichi di quegli attimi seguono i miei percorsi, inesorabilmente, lasciando una flebile scia. In me vive l’Olocausto di tante povere creature, da anni mi faccio testimone volontario di una immane tragedia affinché le nuove generazioni conoscano e sappiano cosa ha preceduto tutti noi e far in modo che quello che è avvenuto non accada più. Così la mia solitudine interiore e quell’isolamento fisico dalla realtà che ne consegue, si sono aggravati ulteriormente. Tante anime innocenti abbandonate al loro destino, uomini, donne e bambini ed io con loro dalla mia scrivania a cercar di capire il perché di tutto questo, il perché di tanto odio e becera violenza. L’indifferenza ha regnato e regna sovrana, causa diretta di morte e distruzione. Per passione, per egoismo che a motivo di tutto questo è diventato altruismo, per interesse alla tematica mi sono caricato di una piccola croce per far comprendere e far capire a tutti, esseri umani dotati di buona e cattiva volontà che, la vita è un filo sottile-sottile che può spezzarsi, il tempo di un battito di ciglia. L’isolamento in me è cresciuto ma si è modificato. Ho messo in gioco la mia seppur piccola ed effimera felicità e libertà interiore per gli altri, per testimoniare ed insegnare agli altri ad essere coraggiosi e saper opporsi a violenze del genere siano esse morali o fisiche. Il mio isolamento, la perdita di quella tranquillità che a volte riuscivo, seppur faticosamente a far emergere, la affossavo per gli altri. La spingevo ancora giù e soltanto giù. Davanti a quell’immagine di essere umano deturpato della sua dignità, io deturpavo la mia felicità e nelle mie stanze rimanevo isolato cercando di capire il perché. Ma poi, come sempre, mi sono rialzato ed affrontato la vita cercando di cogliere sempre di più le sue gioie. Gli alunni, la scuola poi, mi hanno dato un po’ di coraggio, la loro attenzione alle sofferenze altrui, a volte mi ripagano le sofferenze interiori. Siamo custodi della vita e della libertà e di tale dono dobbiamo essere i portatori indiscussi. Abbiamo in mano la vita.

Ma in tutto questo, tra tutto questo c’è comunque lei. C’è sempre lei. Tra i miei isolamenti interiori spunta la carezza della sua mano, il bacio rubato, la parola dolce, il viso amato. Capelli d’orati, occhi mare. Ogni giorno mi innamoro del suo viso e della sua mente rimango rapito. Ogni volta che sono con lei rinasco a vita nuova, le sofferenze interiori cancellate con un colpo di spugna. L’amore, se donato senza interesse, può fare miracoli. La mia vita a volte può sembrar contraddittoria ma, fratello mio caro, se tu vivi di tempi, io vivo di momenti. 

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