Dentro di me

Serie: La bugia


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Chiara e Daniele lavorano insieme ed il loro rapporto si trasforma di giorno in giorno

Daniele entrò nella mia vita e non ci volle molto prima che oltrepassasse il confine della scrivania, invadendo tutto il mio spazio: il divano, la cucina, il letto.

La prima volta accadde una sera, dopo ore passate a lavorare su una scena. Era un racconto diverso dai precedenti, più intimo, incentrato su una relazione che si sgretolava sotto il peso delle insicurezze di un uomo. Avevamo discusso a lungo su come rendere più reale il dolore dei personaggi, finché non crollammo entrambi sul divano, esausti.

Lui si era addormentato accanto a me, la testa reclinata all’indietro, i capelli spettinati e gli occhiali ancora sul naso. Lo guardai per un attimo, notando la vulnerabilità dei suoi tratti, il lieve solco tra le sopracciglia, come se persino nel sonno fosse in tensione. Mi accorsi che non avevo mai provato un desiderio simile per nessuno. Non era solo il bisogno fisico, ma un’urgenza più profonda: volevo svegliarlo, stringerlo, fargli capire che non era solo.

Quando riaprì gli occhi, mi trovò lì, a fissarlo. Non disse nulla. Forse era troppo sorpreso, o forse non sapeva come reagire. Lo baciai, lentamente, aspettando che si sciogliesse. All’inizio rimase rigido, quasi spaventato. Poi si lasciò andare, ma con una goffaggine che mi strappò un sorriso.

«Va tutto bene» gli sussurrai, accarezzandogli il viso.

«Non sono bravo in queste cose», ammise, abbassando lo sguardo. Sembrava un ragazzino, impacciato e incerto, come se temesse di deludermi.

«Non devi esserlo» gli risposi.

Quella notte fu mia in ogni senso. Come nella scrittura, anche tra le lenzuola Daniele era insicuro, quasi spaventato dall’idea di sbagliare. Ma c’era qualcosa di disarmante nella sua fragilità, qualcosa che mi faceva desiderare di insegnargli ogni cosa, di aiutarlo a trovare il coraggio di osare.

Non fu perfetto, ma non importava. Gli sussurrai parole di conforto, lo guidai con il mio corpo, e alla fine lo vidi cambiare. La tensione lasciò il posto a un desiderio timido, che presto si trasformò in un piacere ingenuo e intenso.

Dopo, rimase disteso accanto a me, in silenzio. Passai le dita tra i suoi capelli, aspettando che parlasse.

«Ti stai pentendo?» gli chiesi, quasi per scherzo.

Non rispose e mi guardò, con quei suoi occhi che sembravano sempre in cerca di approvazione.

«Non sapevo che potesse essere così».

«Così come?»

«Facile» disse, dopo un momento di esitazione. «Non avevo mai pensato che qualcuno volesse davvero stare con me».

Quelle parole mi trafissero. Mi resi conto che non era solo inesperienza, la sua, ma una solitudine radicata, una ferita che nessuno aveva mai provato a curare. Mi strinsi a lui, promettendo a me stessa che non l’avrei mai lasciato solo.

Serie: La bugia


Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. In questo terzo episodio affiorano maggiormente gli strati introspettivi. La storia si smuove e procede sempre con linearità, ed è ben congegnata per la tipologia di fruizione della serie.