Deviazioni non previste

Serie: Un destino (S)critto male


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Clara è circondata da presenze discutibili, ma nei suoi occhi c'è spazio solo per Hyun-woo.

Nessuno può evitare ciò che la Moira ha deciso.

Omero, Odissea, III, 208

Dopo la cena da Gigi, dissi a Clara di lasciarmi a un paio di isolati da casa. Avevo voglia di camminare, dovevo riflettere su quanto avevo appreso durante la nostra conversazione.

Avanzavo con la mente persa nei miei pensieri, mentre l’istinto mi guidava verso la mia destinazione.

Le strade erano deserte, velate da una pioggia sottile che non bagnava, ma faceva tremare la luce dei lampioni. I sampietrini luccicavano come squame sotto i fari spenti delle auto parcheggiate.

«Non è possibile. Cosa mi sfugge?» mormoravo di continuo.

Avevo riscritto una sola storia nella mia lunga esistenza, e qualcosa era andato storto. Era prevedibile, ma io non l’avevo considerato.

«Perché il nonno di Clara ricorda eventi che non dovrebbero più esistere? Devo parlare con lui.»

Ogni pensiero era una scossa. E a ogni scossa, un lampione si affievoliva per poi spegnersi, inghiottito dall’ombra.

Clac.

Poff.

Uno dopo l’altro, come se Roma si stesse spegnendo lungo il mio cammino. Quando raggiunsi piazza San Giovanni di Dio, il quartiere era ormai avvolto dall’oscurità. Lampeggiava solo l’insegna al neon di una farmacia. Alzai lo sguardo: la cupola del Gianicolo, avvolta nella nebbia. Nessuna stella. Nessun rumore.

Davanti al portone di casa, mi ripromisi di rinviare tutto all’indomani. Le risposte sarebbero arrivate da sole.

Inserii la chiave nella serratura e la girai.

La porta si aprì. Ma non sul mio salotto. Invece della luce calda della lampada da lettura, fui investita da un chiarore lunare, tagliente come vetro.

Davanti a me si stendeva l’arena del Colosseo.

Un vento freddo mi avvolse all’istante, sollevando la sabbia in vortici che mi graffiavano le caviglie. Le gradinate erano nude, corrose, annerite dal tempo. Ogni passo affondava nel fondo umido, come se l’arena conservasse la memoria del sangue versato. L’edera divorava i blocchi di marmo, affondando le radici tra le crepe. L’aria sapeva di umidità e ruggine. Il cielo era una tela opaca, senza stelle.

Fu allora che percepii il cambiamento.

Non ero più Sofia.

Lo sentii nello stesso modo in cui si avverte il battito di un cuore altrui nel proprio petto.

Ero Moirania e non ero sola.

Una figura mi osservava, immobile dal margine dell’arena. Nessuna parola. Nessun gesto.

«Calliope» mormorai.

L’eco della mia voce si perse nel silenzio prima che rispondesse.

«Mi avevi fatto una promessa.»

Le sue parole mi raggiunsero distorte, come se mille labbra le ripetessero in coro.

Un sasso rotolò giù dalle gradinate con un secco clic.

Mi girai di scatto.

«Non dovevi interferire» disse ancora. «Dovevi solo ispirarla, niente di più.»

Questa volta il suo alito mi sfiorò il collo, anche se non si era mossa di un millimetro.

«Hai sempre da ridire su tutto!»

La rabbia mi graffiava la gola.

«Clara è come una sorella per me.»

La voce di Calliope si fece tagliente.

«Le tue vere sorelle ti osservano, preoccupate. Hanno atteso che vedessi con i miei occhi cosa avevi architettato, per paura delle conseguenze. Avevamo un patto, Moirania!»

«Non farla tragica» sibilai, voltandomi a metà.

«Stai sfidando le Moire e l’Olimpo con loro.»

«Clara aveva bisogno—»

«Non era un tuo problema! Il suo destino era già tessuto. Non puoi strappare i fili.»

«Chi lo decide?»

«Io!» Urlò. «E anche le Moire. E il Fato. Ti abbiamo lasciata vivere tra gli umani perché quel giorno… quel maledetto giorno ci hai promesso che non ti saresti intromessa nella sua vita. Se non ti fossi impietosita di lei… ora non saresti in pericolo.»

Quel giorno…

…quale giorno?

Il frammento di un ricordo riaffiorò nella mia mente: un parco, un’altalena, il volto di Clara bambina. Il resto era nebbia.

«Quando scelsi di restare sulla Terra, voi non vi opponeste» dissi. «Nessuna obiezione. Come se non vi importasse.»

Calliope si irrigidì. Qualcosa nel suo sguardo mutò.

«Ero con te. Discutemmo tutta la notte. Acconsentii a una condizione: che non avresti interferito nella vita di quella bambina. Me lo promettesti guardandomi negli occhi. Non lo ricordi?»

Feci un passo indietro. Le parole si aggrovigliavano nella mia mente.

«Ricordo il parco. Clara. Ma tu… tu non c’eri. Perché menti?»

Calliope chiuse gli occhi, come se avesse ricevuto un colpo. La voce tremava.

«C’erano anche Clio e Melpomene» sussurrò. «Possono confermare le mie parole.»

Le mie dita si serrarono a pugno, ma non sentii la pressione delle unghie sul palmo. Il respiro si fece corto, veloce, il battito del cuore rimbombò nelle orecchie «Sto mentendo a me stessa» pensai. Quel pensiero mi fece vacillare «Sono solo stanca…»

Calliope proseguì implacabile:

«Clio piangeva all’idea di abbandonarti. Melpomene scommise che saresti tornata entro una settimana. Non ricordi nemmeno questo?»

Un silenzio carico di presagio. Poi la sua voce cambiò: non c’era più ira, ma terrore.

«È iniziata. Quanto hai interferito, Moirania?»

La sua domanda non aveva senso per me, ma il suo tono fermo e insistente mi convinse a rispondere.

«Ho cancellato l’incidente davanti all’hotel» ammisi. «Ho fatto incontrare Clara e Hyun-woo come se fosse una cosa normale. Nessun imbarazzo. Nessuna caduta. Oggi… ho deciso di farli rincontrare. Sono fatti uno per l’altra!»

Calliope si era avvicinata senza che me ne accorgessi. Ora la sua ombra sfiorava la sabbia ai miei piedi.

«Basta, non devi proseguire.»

«Cosa?»

«La loro vendetta è già iniziata.»

«Non posso…»

Mi strinse a sé in un abbraccio, con fare protettivo e, in quell’istante, il suo profumo mi travolse: mirra e inchiostro. L’odore delle notti passate insieme a scrivere poesie sotto il portico del tempio. Per la prima volta provai il desiderio di tornare a casa.

Tra le braccia di Calliope mi sentivo al sicuro.

«Andrà tutto bene» sussurrò, mentre mi accarezzava i capelli.

Poi lo sentii.

Un tintinnio metallico. Tre volte.

«Le Moire» mormorai.

Calliope mi sostenne con fermezza.

«Non guardare» ordinò. «Fissa me.»

Sui gradini più alti dell’arena, tre ombre si stagliavano contro il cielo.

Il vento si era fermato. Persino l’eco delle nostre voci era svanito. Quel tintinnio rimbombava nella mia mente, a intervalli regolari, mentre scendevano un gradino alla volta. Senza fretta.

Calliope mi strinse ancora più forte. 

«Andiamo. Presto!»

Serie: Un destino (S)critto male


Avete messo Mi Piace6 apprezzamentiPubblicato in Fantasy

Discussioni

  1. Ho sentito salire la tensione, soprattutto nella seconda parte…mi sono immedesimata in Moirana. Non facevo altro che chiedermi, io che avrei fatto al suo posto? Che accadrà ora?
    In particolare un passaggio mi ha colpita: quando la musa sostiene che “quei due sono fatti per stare insieme”…mi è presa una sorta di vertigine. Perché mi son detta: cosa sarebbe accaduto se non avesse cambiato il destino? Magari si sarebbero incontrati e piaciuti lo stesso, chi lo sa, rimediando alla brutta figura…magari pensava di aiutarli, e invece ora qualcos’altro li separerà…cosa accadrà?!
    Insomma, wow. Sei davvero riuscita a farmi appassionare!
    Mi hai fatto anche riflettere su come spesso, anche nella vita, passiamo giorni interi a chiederci se un certo evento avrebbe potuto andare in modo diverso…e ne usciamo matti, restando col dubbio, perché non sai mai se un occasione mancata ti avrebbe salvato la vita oppure il contrario…

    1. Ciao Irene ti ringrazio tanto per aver condiviso il tuo punto di vista, Hai colto l’anima della storia! Quel “e se?” che ci perseguita un po’ tutti. Moirania sta cercando un lieto fine, ma il destino è un tessuto fragile: tiri un filo, e l’intero disegno si scompone.
      La frase che ti ha colpito “sono fatti l’uno per l’altra” esprime questo dilemma. Forse Clara e Hyun-woo si sarebbero amati comunque, magari ridendo anni dopo di quell’incidente goffo. O forse no. Forse quell’imbarazzo era necessario, perché apprendessero un insegnamento importante?
      Questa storia è il mio modo di affrontare il dubbio, (senza tante pretese!) e di dire: “Guarda, anche tu hai sentito questo, vero?”.
      Grazie per esserti immedesimata in Moirania, per aver “vibrato” con lei. L’empatia che hai dimostrato è il dono più bello che mi potessi fare ♥

  2. Ho apprezzato soprattutto la seconda parte del racconto, quando compare Calliope. La prima parte é comunque indispensabile per poter arrivare al dunque.
    Questa serie mi sta stimolando ad approfondire la conoscenza delle muse di cui parli, perciò, Tiziana, ti ringrazio.

  3. Io confido in Calliope: lei non può non essere complice di Moira; anche suo figlio, Orfeo, è andato contro il destino per amore e ha sofferto in modo smisurato. Dai, dai, questo matrimonio si farà. Bravissima, Tiziana. Voglio subito il seguito!😊❤️

  4. Semplicemente wow! Ho adorato questo episodio, dalle immagini che hai evocato (I lampioni che si spengono, l’interno del Colosseo…) ai dialoghi, tutto ha contribuito a creare tensione. Mi hai tenuta incollata a ogni frase con il fiato sospeso, davvero, davvero brava Tiziana!

  5. Hai creato un dialogo magistrale. A mio parere sei riuscita a dare la giusta profondità scegliendo con cura le frasi che le due muse si scambiano. A me piace molto il tuo stile, maneggi con molta sicurezza un materiale complesso come la mitologia ma, al contrario di molti altri autori che traggono ispirazione da questo materiale, sei in grado di utilizzare gli elementi e i riferimenti di cui hai bisogno senza appesantire la trama o divagare; aggiungi il necessario, quella frase o parola che permette al lettore, che non conosce il mito, di capire, e poi torni alla trama principale senza appesantirla. In questo modo il lettore si trova completamente a proprio agio e non necessita di fermarsi o rincorrere “informazioni” che non conosce. Hai una bella e profonda sensibilità. E scrivi anche divinamente.

    1. Grazie per le belle parole. La cosa più importante per me, è arrivare. Rendere gli altri partecipi del mio “film mentale”. Sono una di quelle persone che ha scoperto i miti classici grazie al racconto appassionato di persone che amavano condividere queste storie. Non sono un’esperta ma mi documento molto e quando ho un dubbio chiedo.

  6. “«Non guardare» ordinò. «Fissa me.»”
    Una fine serie al cardiopalma. Ho percepito la tensione fin dall’inizio e poi l’ho sentita salire fino a quando il vento si ferma. Il rapporto fra ‘Sofia’ e Calliope è molto forte e si sente l’amore di Calliope, la sua preoccupazione. Si comporta come una madre. I dialoghi sono molto verosimili e le emozioni traspaiono dalle parole. Ho amato anche lo squarcio di Roma, come se fosse il tuo omaggio alla città.

    1. Grazie Cristiana! Questo episodio doveva rappresentare il primo punto di svolta. Sono veramente contenta che ti piaccia. Il rapporto tra Calliope e Moirania è molto forte, un elemento fondamentale della storia.😉

  7. “Le strade erano deserte, velate da una pioggia sottile che non bagnava, ma faceva tremare la luce dei lampioni. I sampietrini luccicavano come squame sotto i fari spenti delle auto parcheggiate.”
    Bellissimo ❤️