
Discorso sulla morale
Serie: Discorsi
- Episodio 1: Discorso sulla morale
STAGIONE 1
Il mondo รจ tale perchรฉ troppa gente รจ pronta a uccidere per quello in cui crede, per le proprie idee, ma non รจ altrettanto disposta a morire per le stesse.
Faccio un esempio: immaginiamo un politico potente, lasciamo stare quelli italiani e consideriamo solo quelli che hanno un forte potere a livello internazionale. Immagina che questi vengano giudicati per i loro crimini, certo ci sono poche speranze, e, davanti al giudice, venga loro offerta una scelta: morire per gli ideali per cui hanno ucciso migliaia di persone, oppure continuare a vivere rinnegando tutto ciรฒ in cui credono. Pensi davvero che uno di questi possa avere il coraggio di continuare a sostenere le sue idee razziste a una corte marziale?
Per questo, sono convinto che questi potenti, che si permettono di calpestare ogni diritto umano, sono in realtร dei vigliacchi, codardi che vivono nella paura e nella menzogna. Dico codardi perchรฉ il coraggio รจ sacrificare sรฉ stessi per salvare gli altri, non distruggere gli altri per salvare sรฉ stessi. Non รจ una questione di egoismo e altruismo, cโรจ sempre un interesse dietro ogni nostra azione, che potremmo chiamare anche la causa o motivazione della nostra azione. Lโinteresse o causa cโรจ sempre, lโazione disinteressata รจ unโillusione. Anche il santo che vive in povertร e aiuta i poveri ha un interesse nel farlo, ma non bisogna pensare sempre a qualcosa di materiale, il santo compie le sue azioni perchรฉ sa che sono giuste e per sentirsi bene con sรฉ stesso e con il suo dio, ha questi interessi. Ma cโรจ una differenza con chi mette al primo posto ciรฒ che รจ esterno a sรฉ. Forse chiamiamo altruistiche le azioni del santo ed egoistiche quelle dei potenti, sia per la causa piรน nobile del santo, sia per le conseguenze. Forse qui sta la differenza tra ciรฒ che definiamo bene e ciรฒ che chiamiamo male.
Inoltre, il male รจ voler ottenere tutto e subito, riuscirci anche, ma distruggendo ciรฒ che ci circonda. Il bene, invece, non vuole tutto e subito, forse il santo non otterrร il successo o la ricchezza perchรฉ sacrifica queste cose per star bene con sรฉ stesso e con il suo dio. Il vero egoista รจ il santo che fa star bene il proprio io, mentre il peccatore non sta bene con sรฉ stesso e non lo permette neanche a chi gli รจ vicino. Il santo รจ sicuramente piรน saggio perchรฉ sa quali sono le cose che hanno davvero valore. Non possiamo portare niente con noi, alla fine dobbiamo lasciare tutto, spogliarci completamente, perchรฉ siamo nati nudi e nudi ce ne andremo. Certo non voglio dire che bisogna vivere in povertร come degli eremiti (senza soldi non si puรฒ vivere) ma avere la giusta scala di valori. Non si puรฒ mettere al primo posto il denaro, perchรฉ esso รจ un mezzo e non un fine. Molti purtroppo lo fanno e questo produce rapporti e relazioni non piรน basate sulla fiducia o il rispetto, ma sulla paura o sullโinteresse economico.
Se fossi ricco, sarei molto piรน sospettoso verso gli altri e le loro motivazioni: come potrei essere sicuro che le persone a me vicine non vogliano solo i miei soldi? Lo stesso se, insiemi ai soldi, avessi anche il potere, forse mi circonderebbero solo dei leccapiedi. Se agissi come un santo, aiutando gli altri, sacrificando me stesso, probabilmente non otterrei il potere e la ricchezza di chi calpesta gli altri, ma avrei piรน possibilitร di trovare persone sincere, che mi rispettino come io rispetto loro, che mi amino per quello che sono e non per quello che ho.
Non รจ difficile distinguere fra bene e male. Molti diranno che ci sono molte zone grigie, situazioni nelle quali รจ difficile decidere e questo puรฒ accadere. Prima di tutto, bisogna seguire la propria coscienza, ma essa รจ facile da desensibilizzare. Il male ubriaca la coscienza al punto che non รจ piรน chiara, netta, la differenza, tutto diventa confuso, grigio come quando si รจ sbronzi. Nessuno puรฒ dirci cosa fare, perchรฉ nessuno รจ piรน fidato di noi stessi. Il male deriva dallโignoranza, dal non riconoscere lโazione compiuta come cattiva, dal non saper affatto distinguere fra la luce e le tenebre. Non cโรจ un elenco di azioni giuste e sbagliate come i dieci comandamenti di Mosรจ. ร inutile creare un Codice penale lungo migliaia di pagine e aggiungere sempre nuovi reati con il passare del tempo. ร necessario saper distinguere e poi scegliere, liberi da condizionamenti, leggi, fede, ecc.
Il primo principio di cui tener conto รจ la libertร , a qualunque livello la si intenda. La caratteristica delle azioni positive, giuste, buone รจ che aumentano il livello di libertร personale e altrui, le azioni negative, sbagliate, cattive, riducono la libertร , sia quella propria, perchรฉ il vantaggio ottenuto costringe a interpretare un ruolo per mantenerlo riducendo la libertร di scelta del prepotente, sia quella altrui, per ovvie ragioni.
Il secondo fattore รจ la sofferenza. Le azioni buone riducono la sofferenza, possibilmente anche il dolore, proprio e altrui, mentre il male รจ come benzina sul fuoco.
Tengo a precisare che questo scritto vuole trasmettere il mio pensiero personale, che non cโรจ niente di definitivo e nessuno รจ costretto a essere dโaccordo con me. Il mio intento รจ far riflettere sul fatto che nessuno puรฒ dirci cosa รจ bene e cosa รจ male, perchรฉ รจ chiaro giร da sรฉ. Solo che i sistemi come la religione, la politica e qualsiasi persona o associazione che vorrebbe trasmettere certezze, hanno ingannato e illuso per troppo tempo le coscienze individuali. La coscienza collettiva, a cui fa sempre capo la nostra individuale, non puรฒ essere ingannata. Certo, possiamo anche imprigionare la nostra coscienza, seppellirla sotto il cemento dellโignoranza o del menefreghismo, ma sono convinto che un pilota che sgancia delle bombe su gente innocente o spara su dei civili per divertirsi, in realtร sta solo uccidendo sรฉ stesso e che in fondo gli sia chiaro cosa sta facendo.
I miglior giudici delle nostre azioni siamo e saremo sempre noi stessi. Possiamo anche vivere unโintera vita senza farci scrupoli, senza abbassare mai la guardia, tenendo sempre dโocchio la nostra voce interiore imbavagliata. Ma non durerร per sempre. Arriverร il momento in cui ci addormenteremo sicuri e spensierati e allora il nostro Io emergerร dalle profonditร e capiremo quale enorme mostro volevamo controllare e proprio lui, il nostro vero Sรฉ, sarร il nostro giudice.
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