Dispetti Mostruosi

Gilda è il mostro nell’armadio. Valdo è il mostro sotto il letto.

A volte si scambiano i ruoli, giusto per confondere le idee di Alberto e incutergli più timore.

Quando il fanciullo è a letto, Gilda si diverte ad aprire e chiudere le porte del piccolo armadio mentre Valdo si affaccia e tira con forza le coperte.

«Gli hai fatto cadere le coperte per terra?» domanda sottovoce Gilda a Valdo.

«Sì, ma non reagisce» risponde Valdo «sembra non se ne sia accorto. Ma tu non l’hai spaventato dal tuo armadio? Ho trovato il cigolio impressionante. Per non parlare delle ante sbattute. Hai fatto paura persino a me. Non volevo uscire da sotto il letto. Mi avevano avvertito che eri una forza della natura».

«Ma…non so…» risponde Gilda «forse non ho fatto abbastanza rumore. Aspetta…Aspetta…che faccio una cosa».

Una risata sinistra squarcia il silenzio della stanza di Alberto. 

«Uaahahahah! Uahahahahah!». Poi di nuovo le ante dell’armadio che si aprono e si chiudono. Ma nulla. Alberto sembra non reagire. Nulla pare turbare il suo sonno.

«Ma è mai possibile?» Valdo è interdetto «e dire che la risata era agghiacciante. Mi si è accapponata la pelle».

«Ma tu non hai pelle» gli risponde Gilda «sei il mostro del lago. Hai le squame».

Valdo si tocca le braccia. Non se ne era mai reso conto più di tanto «è vero, hai ragione! Stare qua sotto mi fa dimenticare chi sono davvero. Adesso…stai a vedere…».

«Ma che devo vedere che è buio» replica Gilda quasi irridendolo. Valdo esce da sotto il letto e inizia a picchiettare il materasso. Piccoli colpetti per disturbare il sonno di Alberto. Gira tutto intorno agitando le lunghe braccia, con piccoli ululati e soffiando ripetutamente sul volto del ragazzo che, anche in questo caso, non sembra accorgersi di nulla.

A quel punto, Gilda esce dall’armadio e si avvicina a Valdo. Lui non si era mai reso conto di chi si nascondesse, tutte le notti, lì dentro. Si erano accordati per spaventare Alberto e nulla più. Uno spiraglio di luce entra nella stanza attraverso la finestra. La osserva «urca! Ma tu…ma tu…assomigli alla mia prima moglie! Maghella la Vampirella…» e si avvicina. Gilda fa qualche passo indietro mostrando i canini affilati «Hey! Hey! Non ti avvicinare troppo».

Improvvisamente si accende la luce nella stanza, che illumina il pallore di Gilda e le squame verdastre di Valdo. Entrambi corrono a nascondersi. Gilda nell’armadio e Valdo sotto il letto.

Alberto è seduto. Sveglio e attento. Si guarda intorno.

«Venite fuori. Smettetela con questi scherzetti da quattro soldi e ascoltatemi attentamente».

Gilda fa capolino dall’armadio e Valdo allunga un braccio da sotto il letto, aggrappandosi con gli artigli al lenzuolo.

«Come mostri siete una frana. I vostri dispetti sono fuori moda» il tono di Alberto è fermo e convinto. Come quello di un genitore che sta facendo una ramanzina.

«Dovreste pensare a ritirarvi. Non è più tempo per voi. Adesso ci vuole ben altro per far paura a uno come me».

Gilda e Valdo si guardano. Sono allibiti «ma…ma…come! Figlio mio!» esclama Valdo «stai dicendo che siamo sorpassati?»

«Figlio???»

Al sentire le parole di Valdo, Alberto si scapicolla giù dal letto, inciampando nel tappeto mentre corre allo specchio. L’immagine riflessa è quella di un piccolo orco.

«No. Non è possibile. E questo sarei io???» inizia a gridare e a correre lungo tutta la stanza. Le grida proseguono senza sosta.

«Finalmente» sospira Gilda che, tornando dentro l’armadio inizia a sbattere violentemente le ante. Valdo, facendo ondeggiare il piccolo lampadario, accende e spegne la luce della stanza come durante un temporale. Poi, una volta spenta, si ritira sotto il letto.

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Discussioni

  1. Racconto leggero e simpatico da far leggere a quelli che hanno terrore di dormire nelle antiche dimore che dicono siano infestate dai fantasmi. Era capitato anche a me, molti anni fa, in un edificio antichissimo vicino a Predappio, per seguire un corso residenziale, teorico-pratico, di medicina orientale. Io e le mie colleghe eravamo terrorizzate perché dicevano che ci fosse un fantasmo molto dispettoso che ne combinava di tutti i colori agli ospiti non graditi. Nel dubbio ci muovevamo sempre in gruppo, soprattuto la notte, prima di accendere le luci. Chissà?!

    1. Ti ringrazio per la lettura e per aver apprezzato (almeno credo) la leggerezza. Dietro la leggerezza si può nascondere altro (un po’ come fanno Gilda nell’armadio e Valdo sotto il letto). Quella del fantasma “dispettoso” è storia comune di tante dimore che, spesso, devono il proprio fascino alle storie medesime