Domani compreremo del miele selvatico(II)
.. – Abusata per anni dai suoi vicini di casa: Arrestati – notizia in taglio basso. – Uomo trovato impiccato nel suo appartamento: Suicidio? Era stato licenziato il giorno prima – poche righe nelle pagine di cronaca. – Linciato da una folla inferocita, per avere difeso la sua proprietà – ancora cronaca. -Crolla ponte, oltre 50 morti: Blocco della circolazione e danni agli edifici circostanti. I sindacati aprono un tavolo di confronto con il governo – notizia di spalla. – Il Presidente inaugura la settima “Fiera del Piacere”– articolo di apertura con tanto di foto che mostra il taglio del nastro. – Record di poveri: più 17 per cento rispetto ad un anno fa – è tutta colpa mia.
Piego il giornale sul tavolino e lo lascio in balia del vento. Diversi avventori si radunano, occupando tutti i posti a sedere. Indovino cosa faranno nei prossimi minuti.
Una giovane donna, bella, accavalla le gambe lisce come la seta, le accarezza, si sente sola. Arriva lui e lei lo accoglie con un sorriso ed essenza di feromoni. Due uomini ridono e si di danno pacche sulle spalle. Sono senza donne. Un uomo allatta un bambino, gli altri due non riescono a stare fermi. Sono senza mamma. Due donne si confidano segreti atroci. Sono senza uomini. Il mio unico pensiero va a quel giorno in cui saluterò per sempre questo vecchio mondo, raggiungerò il buco nero al centro della galassia e mi farò inghiottire. Prima, però, devo mettere a posto alcune cose, salvare il salvabile. In ogni caso, mi troverete lì, puntuale, nel giorno e l’ora in cui sarà il mio turno, con un sorriso da stupido stampato sulla delusione.
Alberi metropolitani piantati nel cemento, case su case formano un’unica prigione ed il tempo scorre da un rubinetto rotto.
-[Oggi sento dentro una fibrillazione. Come un seme che germoglia nel deserto. Ma è ancora allo stadio di embrione, così impalpabile, senza forma e, soprattutto, è da solo contro tutto e tutti: il deserto delle solitudini è una ginestra in un vaso]-
Ero seduto al mio solito tavolino della caffetteria in piazza. Ero a poche centinaia di metri da casa. Sorseggiavo la mia seconda consumazione. Ero in compagnia dei fatti miei. Dentro di me gli altri sembravano spariti. Le parole di quell’uomo non si staccavano dalle pareti. Calcoli e strategie. La possibilità di rientrare in gioco dopo più di due anni(mio Dio, perché? Non sono mai stato un santo, ma neppure il peggiore) e farsi sentire, domare la tigre, cavalcarla di nuovo: “Ehi, tu! Adesso te lo urlo in faccia che ‘sto vecchio ha ancora qualcosa da dare a questo mondo allo sfascio. Te lo faccio vedere io di cosa sono capace, di come questo rottame aggiusta tutto in un lampo. Vedrai il mio nome scritto sui muri di una trincea. Vedrai”.
Uno sconosciuto dall’aspetto quasi familiare mi si sedette accanto. Aveva il naso ad uncino. Scuro in volto, aveva l’aria di chi ha la vita amputata. Non si presentò. Tossiva nervosamente e tamburellava le dita sul tavolino. I suoi piedi stavano in croce. Ordinò qualcosa ed incrociò anche le braccia. Iniziò a fissarmi tenacemente, centrandomi l’iride, scavandoci dentro. Rimase in quella posizione per diversi istanti. Aveva un occhio melenso e l’altro arguto. Non dissi nulla. Non c’era niente da dire. Misi a fuoco il cielo sopra di lui. “Tutti devono avere una seconda possibilità nella vita. Se cadiamo, possiamo risollevarci, dobbiamo. Un fallimento non esclude un successo e chi riparte conosce meglio la strada da evitare e quella da percorrere. In ogni caso un occasione è sempre un occasione, soprattutto di questi tempi. Il suo amico mi ha parlato di lei in modo più che positivo e …” . La ragazza dalle gambe lisce come la seta se ne andò stringendosi al suo lui. -Sai che a 17 anni avevo le tua stessa energia? Ora invece sono a terra, principessa, a terra”. Sguardo pungente si schiodò dalla croce e si avvicinò al mio orecchio sinistro, sussurrando: “Questo è un indirizzo. C’è il nome del posto ed il giorno dell’appuntamento. Lì ci sarà un uomo seduto dietro ad una scrivania. Lei gli parlerà del buco nero, lui capirà”. Fece scivolare un bigliettino sul tavolino “è una grande occasione, sono più vantaggi che no. Per quanto riguarda noi, credo che non ci rivedremo più”. Sguardo assassino se ne andò. Al cameriere pagò il suo ed il mio. Non salutò, non si voltò. Camminava sbilenco e sparì tra la folla. L’uomo col biberon cantò una ninna-nanna al suo piccolo, stringendolo al petto, gli altri due giocarono a principi e principesse.
A casa non c’era nessuno. In cucina trovai un biglietto. Era di Psiche: “Ciao papino, sei il mio papone(più un cuore rosa con le nostre iniziali e la freccia di Cupido). Bevvi del latte freddo a cui aggiunsi del miele dozzinale e dopo mi schiantai sul letto a pensare. All’uomo del biglietto, all’amico-nemico, alla sua offerta, alle gambe sinuose e a quello che c’era sotto: “Sono stanco, Cupido, stanco”. Sognai il primo uomo apparso sulla Terra in cerca della prima donna. Cammina, cammina che ti cammina, un giorno trovò l’inferno truccato da paradiso. In origine fu tutto un godimento. Sopportava tutto di lei, perché schiavo del suo profumo, dei seni gonfi come frutta di stagione, del culo messo in bella mostra e di gambe lisce come la seta che gli impedivano di riflettere, gli eccitavano l’eros e non riusciva a dirle di no. Un giorno lei gli disse che era un fallito e lui, per dimostrarle quanto valeva, le portò in dono la mela del peccato. Lei diede un morso alla mela e poi la buttò via dicendo: “Tutto qui quello che sai fare, è tutto qui il tuo amore per me? Una mela bacata! Conto così poco per te”? Scoppiò in lacrime e poi continuò: “Certo che hai proprio una bella faccia tosta a presentarti qui con una stupida mela in mano! Magari pretendi pure di fare bisboccia. Si, come no! Sono qui proprio per soddisfare tutte le tue voglie. Sono nata per questo! Come mi vuoi: tutta nuda, o con autoreggenti e tacco 12? Lurido porco, ti piacerebbe, eh? Maiale! E tutte le promesse che mi hai fatto. Le hai già dimenticate? – sei l’unica donna della mia vita .. ti tratterò sempre come una principessa e bla,bla,bla -. Ricordi? Ne avessi mantenuta una! Miserabile, pezzente, inutile primo uomo sulla Terra. Sei un animale. Ecco quello che sei, A-NI-MA-LE”. Il giorno dopo una notte di litigi, urla, piatti rotti e bestemmie, ricevettero la lettera di sfratto del Sacro Amministratore, che li invitava a non mettere più piede nella proprietà dell’Altissimo. Da allora il paradiso è chiuso al pubblico, tranne eccezioni. E da quel giorno i maschi e le femmine di questo mondo vivono ancora infelici e scontenti.
Alle cinque del mattino la realtà uscì allo scoperto.
Cammino al buio per non svegliare nessuno. Questo è il giorno che aspettavo da tempo. Mi domando se sarò all’altezza, se tutto andrà per il verso giusto. Oggi è anche il compleanno di Psiche. Deve essere tutto perfetto. Mi rado. I peli tra le pieghe della pelle sono come stimoli conficcati nel terreno dal nemico. Per spianare il tutto mi prendo a schiaffi in modo deciso, ma non violento. Almeno una volta al giorno, o due, se la giornata è indimenticabile. Ne beneficia l’epidermide, il collagene e le ossa. Non è una mia follia. Alla Università il docente di Istologia faceva ricerche sui tessuti dei crani di pugili suonati. Ero uno dei suoi tanti assistenti giovani. Ricordo anche che elaborò una teoria che chiamò “vis pugilis” dimenticata in qualche cassetto del suo laboratorio. Io la ricordo ancora e funziona. Oggi mi sento meglio, come rinato. Doppiopetto grigio-scuro, pochette, cravatta in contro-tendenza stile fine sessanta.. continua
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Corre via veloce in una sequenza di trama introspettiva interessante.
Grazie
Ho apprezzato lo scivolamento narrativo da una sorta d’osservazione partecipante della realtà ad una più intima e decadente della voce narrante, un’aderenza narrativa che scivola bene
Grazie