Duelli di sguardi

Serie: Un destino (S)critto male


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Tutto precede come previsto. Clara ha incontrato il suo grande amore e non sembra delusa

«Non so se sia un dio o un mortale che ti guarda con quegli occhi.»

Cit. ispirata alla lirica greca di Saffo

Dopo l’incontro con Hyun-woo, Clara non parlava d’altro: la sua voce, il sorriso, perfino il modo in cui sorseggiava l’espresso erano diventati argomenti di un monologo lirico che nemmeno Erato, in stato di grazia, avrebbe partorito.

Una possessione romantica in piena regola, con sintomi cronici e zero possibilità di guarigione.

Io, invece, mi nascondevo dietro la scusa del tour promozionale del libro pur di non affrontare la mia più grande ansia: l’incontro con Calliope. Di solito arriva prima ancora che io la chiami, stavolta si faceva attendere. Un’attesa che cominciava a diventare insopportabile.

Una chiamata di Clara, ruppe la mia fuga momentanea dalla realtà.

«Cena fuori. Niente scuse. Da Gigi a Trastevere, fa una pasta cacio e pepe che ti cambia la vita.»

«Come se la mia vita non fosse complicata di suo.»

«Oggi sei in modalità melodramma… »

È tipico: in certi momenti, sono più furia che musa.

«…ah, dimenticavo: ho invitato anche Lorenzo. Te lo ricordi?»

«Mai sentito nominare.»

«Come mai sentito nominare! Non fare tardi.»

Il locale era incastrato tra due vicoli in salita. Tovaglie a quadretti rossi e bianchi e camerieri che ti chiamano “tesoro” anche se ti hanno vista per la prima volta due secondi prima. Insomma, Roma nella sua versione più teatrale.

Clara era già lì. Di fronte a lei, un uomo.

«Sofi, siamo qui!»

Mi fece cenno con la mano.

«Sono in ritardo?» chiesi.

«Puntuale come sempre» disse lui, voltandosi.

Il mondo rallentò di mezzo battito.

Ricci scuri, mascella scolpita, occhi da eroe tragico. Due turiste al tavolo accanto sussurravano guardando nella nostra direzione, ma lui sembrava interessato solo al riflesso del vino nel suo bicchiere. Quando alzò lo sguardo verso di me, capii che era consapevole di essere osservato, e questo lo divertiva.

«Ciao, non ti ricordi di me?»

Mi porse la mano con naturalezza e io accettai senza tradire il fastidio che la sua presenza mi suscitava.

«Lo vedi che vi conoscevate» precisò Clara con noncuranza.

«Ci siamo incrociati a qualche evento, niente di più» risposi, incrociando il suo sguardo senza distogliere il mio.

Mi sedetti accanto a Clara e continuai a fissarlo.

«E adesso, di cosa ti occupi?» chiesi, mascherando l’acidità con un mezzo sorriso.

Si sistemò sulla sedia con quel fare spudorato che solo certe entità ultraterrene possono concedersi.

«Pubbliche relazioni» disse, con una sfumatura appena ironica.

Ovviamente. Chi meglio di Eros, dio delle passioni e dei disastri sentimentali, poteva dare una risposta del genere?

La cameriera si avvicinò per prendere le ordinazioni, ma io e il “cocco di mamma” non smettevamo di scrutarci, come due duellanti che si studiano prima di sferrare il primo colpo.

Proprio in quel momento, Clara ricevette una chiamata.

«Scusate un secondo, è mia nonna» disse, alzandosi prima ancora di finire la frase.

E così, restammo soli.

«Cosa ci fai qui?» chiesi, senza tentare di addolcire il tono.

«Hai idea di quanto sia difficile trovare un buon cacio e pepe, di questi tempi?» replicò, sorseggiando il vino come fosse ambrosia.

«Da quanto ricordo, un dio dell’Olimpo scende sulla terra solo per soddisfare il suo ego. Potresti togliere il disturbo e tornare ad allietare le giornate di Afrodite.»

Si versò altro vino prima di rispondere.

«Non ho motivi occulti. Sono solo… curioso. Sai com’è, una musa che gioca a fare la tessitrice del destino è uno spettacolo raro.»

«Ti ha mandato Calliope?»

Scosse la testa, fingendo disinteresse.

«Calliope è negli Inferi. Orfeo ha combinato l’ennesimo disastro. Sembra che abbia tentato di riportare Euridice… per la quinta volta. Che noioso! Ma non ti preoccupare. Appena scoprirà che hai riscritto la pergamena del Fato, troverà il modo di farti sapere la sua opinione. E non sarà una poesia.»

Il mio cuore accelerò.

«Non ho fatto niente di male. Ho solo…»

«…riscritto qualche riga del destino? Forzato un incontro? Spinto un’anima verso un’altra? Niente di serio, no?»

Si avvicinò appena. I suoi occhi ardevano.

«Le Moire non dormono, Moirania. Osservano. E mediteranno la loro vendetta, lentamente.»

Tentai di mantenere il controllo.

«Se persino il dio dell’amore viene a farmi la morale, allora sì: sono messa proprio male.»

Lui rise piano, abbassando il tono.

«Non sono venuto a farti la morale. Mi dispiace… che tu non mi abbia consultato. Potevo aiutarti. Sono bravissimo con le storie d’amore, lo sai bene.»

Si inclinò verso di me, con la voce bassa e tagliente.

«E tu, mia cara, hai un disperato bisogno del mio aiuto. Ma se preferisci, rimarrò in disparte a godermi lo spettacolo.»

In quel momento tornò Clara.

Lorenzo si alzò prima che lei avesse il tempo di accomodarsi.

«Splendori miei, mi dispiace, ma devo scappare. Un’urgenza a casa.»

Poi rivolse tutta la sua attenzione su Clara.

«Ti mando un messaggio appena mi libero, e organizziamo un’uscita. Così mi racconti le novità.»

«Certo…»

«Sofia, è stato un piacere rivederti» disse con il suo migliore sorriso. «Ci rivedremo presto, ne sono certo.»

Mi limitai ad annuire mentre sorseggiavo il vino.

«Cosa gli hai detto?» chiese Clara, allarmata.

«Niente, abbiamo parlato del più e del meno. Poi ha ricevuto una chiamata, credo fosse sua madre, e ha detto che doveva andare» risposi con il tono più ingenuo che riuscissi a simulare.

«Che succede? Devi andare anche tu?»

«Oggi sei più irritante del solito» esordì Clara mentre si versava un bicchiere di vino. «Nonna dice che il nonno non smette di piangere. Ripete di continuo che mi sono messa nei guai. Che non ho i soldi per pagare il prestito. Quando me lo ha passato, stava ancora piangendo. Gli ho detto, più volte che non si doveva preoccupare, ma non mi crede. Domani passo a salutarlo… sta peggiorando. Ci sono momenti in cui non riconosce nemmeno la nonna.»

Impallidii. Quella chiamata Clara l’aveva fatta prima che riscrivessi la realtà. Non ci dovrebbe essere traccia di essa. Eppure, il nonno la ricordava. A quanto pare, la sua condizione lo rendeva immune al cambiamento. Stavo per chiederle maggiori dettagli quando il telefono vibrò ancora.

Si ammutolì di colpo.

«É successo qualcosa di grave?» chiesi allarmata.

Clara mi porse il cellulare, con gli occhi che brillavano.

“Ciao fatina delle cuciture.

Mi piacerebbe indossare uno dei tuoi abiti per la Baeksang Arts Awards.

Te la senti di disegnare qualcosa per me?”

Hyun-woo

Serie: Un destino (S)critto male


Avete messo Mi Piace9 apprezzamentiPubblicato in Fantasy

Discussioni

  1. Ero rimasto un po’ indietro con gli episodi di questo racconto e stasera, avendo un po’ di tempo, ne ho approfittato per mettermi in pari. Forse lo avevo già scritto, ma apprezzo molto questa tua capacità di mescolare gli elementi del mito a una trama molto più moderna, così moderna da toccare gli idol e gli attori del Sud-Est asiatico. Non so se i lettori italiani siano già abituati a vedere all’interno delle trame italiane questo tipo di situazioni e personaggi, ma credo che il tuo gusto sia molto versatile e molto vicino ai gusti dei giovani e questo potrebbe rappresentare un punto di forza per trovare un pubblico di lettori che ti segua fedelmente. A me sta piacendo tutto l’insieme, mescoli la conoscenza del mito alla freschezza di una trama moderna e al passo con i tempi e in più sai gestire bene i dialoghi e l’ambientazione. Hai creato una piccola opera moderna senza rinunciare all’eleganza che un certo tipo di riferimenti al mito contribuiscono a dare alla tua storia rendendola sì fantasiosa ma molto ben incastrata all’interno della letteratura classica. A me sta piacendo, complimenti.

    1. Grazie per il tuo bellissimo commento. Ho iniziato a scrivere questa storia quasi per gioco, con l’obiettivo di mettere in pratica alcuni consigli ricevuti durante le lezioni di scrittura creativa. Tra tutti gli incipit che avevo archiviato, ho scelto questo perché mi sembrava il più leggero e divertente, e non me ne sono pentita per nulla.
      In questo periodo, sento davvero il bisogno di distrarmi da alcune preoccupazioni, e questa storia mi sta regalando l’occasione perfetta per farlo. Leggere parole come le tue, o i messaggi incoraggianti di chi segue la serie, è incredibilmente gratificante: mi ripaga ampiamente dei sacrifici fatti e mi conferma che sto imboccando la strada giusta per continuare a crescere.

  2. L’immagine di Eros che scende sulla terra a mangiare cacio e pepe ha stravolto il modo in cui ho sempre pensato agli dèi…originale e davvero divertente!
    Ho notato che qualcosa inizia a stridere nel destino riscritto. La storia tra Clara e il coreano sembra perfetta, ma temo per il resto…

  3. Avevo in mente la parola frizzante, dopo aver letto questo episodio, poi ho visto il commento di Cristiana e non vorrei dare la sensazione che copio, peró sono d’accordo con lei e direi anche sfizioso. Piú si va avanti con la lettura e piú ti vien voglia di assaporare le frasi, fortu nel gusto come una forchettata dopo l’altra di una buona cacio e pepe da Gigi a Trastevere. Gli ingredienti per rendere ghiotta questa serie mi pare ci siano tutti. Bravissima, Tiziana.

  4. Ho sempre immaginato Eros come un puttino nudo con i suoi archetto e freccette in mano 🙂
    Invece eccolo lì, un moraccione con i muscoli scolpiti. Ma come ti è venuta questa!?
    A parte lo scherzo, molto interessante questo gioco di porte che si aprono e si chiudono su diverse possibilità. E tu sei molto brava a condurlo con un ottimo contorno di dialoghi frizzanti e colpi di scena.

    1. Grazie Cristiana🤭 Quando ho iniziato a pensare al personaggio di Lorenzo erano certe poche cose: il suo ruolo nella storia e il fatto che doveva essere una divinità. Eros, a mio parere, è la figura più poliedrica di tutto il pantheon greco e si adatta al personaggio che ho in mente: in primo luogo perché è il dio tradizionalmente associato all’amore, e poi perché mi sento più a mio agio nel modellarlo. Penso che sia più divertente capovolgere gli schemi. Un personaggio che si presenta sicuro di sé, ironico e intraprendente, lo assoceresti ad Apollo o Ares, non certo al dio dell’amore, spesso raffigurato come un fanciullo con arco e frecce. Potrei sbagliarmi, ma queste sono, in parte, le riflessioni che ho fatto.

  5. “Ricci scuri, mascella scolpita, occhi da eroe tragico.” Ah, finalmente un Eros erotico: non come quelle rapprentazioni slavate di pittori, anche famosi.
    Bravissima Tiziana. Questa serie ha il potere di mettermi di buon umore.🙂❤️

        1. Molti sono terrorizzati dal rimpianto.
          E’ più semplice fingere che non sia mai esistito piuttosto che acquisire la consapevolezza, specie se i motivi di una scelta, in luogo di un’ altra, sono stati meschinamente utilitaristici