Empress of Ireland

Serie: Dalle sabbie del caldo Egitto al gelido mare d’Irlanda


Nell’Aprile 1912, il nuovo proprietario scortò il suo tesoro a bordo di una nuova e fiammante nave da crociera della White Star, che avrebbe dovuto compiere il suo viaggio inaugurale a New York. Nella notte del 14 aprile del 1912, tra scene di terrore inenarrabile, la Sacerdotessa di Amen-Ra accompagnò millecinquecento passeggeri nel loro viaggio verso la morte, durante la loro discesa verso le profondità del gelido Oceano Atlantico.

Il nome della nave era… Titanic.

Pare ovvio e opportuno che ogni persona intelligente rifiuti di credere a priori a quelle che possono essere coincidenze e che tuttavia mostri un’apertura mentale a considerare avvenimenti che escono dagli stretti binari di una logica razionale prestabilita. La posizione di un essere razionale dovrebbe essere sempre quella di chi è in cerca di verifiche, di chi non esclude nulla ma nemmeno si accinge a credere a tutto senza aver tarato in maniera congruente i fatti oggetto dell’analisi.

E così ha fatto James Sloan, che, dopo aver saputo della storia della maledizione della sacerdotessa di Amen-ra e dell’affondamento del Titanic, si mise a fare delle proprie ricerche in merito. Ciò che ne è risultato, nelle parole di Sloan, è che, dopo aver impiegato tempo ed energie considerevoli nell’attenta analisi dei fatti appena narrati, egli è giunto alla conclusione che, “lontano dall’essere un castello di menzogne, è una storia che descrive alcuni avvenimenti realmente accaduti”. Il coperchio del sarcofago della mummia è uno degli oggetti esposti più visitati al British Museum, a causa della reputazione datagli per essere il suo proprietario originale la causa della morte di millecinquecento persone con l’affondamento del Titanic. Il British Museum ha ripetutamente dichiarato che si nega risolutamente che il sarcofago sia la causa della morte di 1500 persone nell’Oceano Atlantico. Il British Museum non ha mai però fornito spiegazioni adeguate su cosa sia successo alla mummia, che era custodita nel sarcofago, che è ora vuoto. Sloan ha anche verificato che il tutto non è frutto della fantasia di qualche cyber-freak che ama fare girare panzane su Internet. Ma bensì che la storia è in circolazione sin da quando il primo sopravvissuto all’affondamento del Titanic mise piede sulla terraferma. Venne narrata da Frederic Kimber Seward e da altri passeggeri sopravvissuti. Questi descrissero vividamente come un passeggero chiamato William T. Stead parlò loro della maledizione della mummia egiziana, la notte stessa in cui il Titanic affondò.

Dissero anche che William T. Stead si inabissò con la nave. Stava seduto tranquillamente a leggere un libro nella Sala Fumatori di Prima Classe quando la nave affondò. Nelle sue ricerche Sloan ha anche corretto parecchi errori della versione popolare della storia, che è ora corretta. La versione popolare dice che la mummia venne acquistata la prima volta verso la fine del 1890. Questo secondo Sloan non può essere vero perché Madame Helena Blavatsky, che si dice abbia visto personalmente la mummia, morì nel 1891. Nei fatti il sarcofago arrivò al British Museum nel 1889. È quindi chiaro che la storia del sarcofago data dal 1880 e non dal tardo 1890.

Un altro errore è che la storia dice che la sacerdotessa di Amen-Ra visse nel 1500 a.C. Il British Museum, però attribuisce la data della morte al 1050 a.C. cioè 450 anni dopo. Il problema più grosso è che il coperchio del sarcofago è ancora presso il British Museum ai giorni nostri. È noto come la “Mummia sfortunata”, a causa della ben nota catena di disastri ad essa associati. Comunque, il fatto resta che la mummia venne tolta dal sarcofago a causa di tutti i guai che stava provocando. Il coperchio del sarcofago è ancora in mostra.

Solo la mummia affondò col Titanic, non il sarcofago. Era la mummia che portava la maledizione, non il suo sarcofago di legno!

E che cosa è allora capitato alla mummia? Dove si trova ora? La risposta: la Mummia è finita in fondo all’Oceano Atlantico, insieme ai 1500 passeggeri del Titanic!

La storia della mummia del Titanic è stata pubblicata sul Washington Post, sul New York times e su numerose altre autorevoli pubblicazioni. Naturalmente nessuno può dire per certo se la morte di 1500 persone è stata causata dalla mummia o da altre coincidenze sfortunate.

Il British Museum; ovviamente preoccupato a riguardo delle questioni legali legate alla responsabilità per la causa del disastro del Titanic, ha spesso emesso comunicazioni ufficiali che negano la responsabilità delle proprie mummie. Nel 1934, Wallis Budge, custode delle antichità egiziane, scrisse: “… nessuna mummia che abbia mai fatto cose di questo genere è mai stata ospitata nel British Museum… Il sarcofago non è mai stato trasportato sul Titanic. Non è mai giunto in America”. (citato in “Treasures of the British Museum”, di Marjorie Caygill, Harry N. Abrams, Editori, 1985, pagina 102.).

Solo le mummie bene educate sono consentite all’interno del British Museum, dichiarano i funzionari dello stesso.

Nondimeno, migliaia di visitatori accorrono al British Museum ogni anno per vedere il sarcofago che contenne la mummia che fece affondare il Titanic: che si trova (reperto EA 22542) nella sala 62 del Museo.

La storia della mummia circola sin da quando il Titanic affondò.

Quando le navi di ricerca iniziarono a scandagliare l’oceano per cercare il relitto del Titanic, vennero implorate di cessare le ricerche, per paura di disturbare la mummia. Il 17 agosto del 1980 a pagina 20 il Washington Post titolava il seguente articolo: “Research Ship May Have to Halt Effort to Locate the Titanic”

MA LA COSA PIÙ INCREDIBILE è che un certo tempo dopo l’affondamento del Titanic, parecchi giornali di New York, rivelarono la verità sull’accaduto, affermando che il motivo del disastro era da ricercarsi nel fatto che, a causa del suo valore (la mummia era stata venduta ad un museo di New York per 500.000 dollari) il sarcofago non venne posto nelle stive della nave ma bensì sotto il ponte di comando. Molti scienziati che sono stati a contatto con le mummie hanno mostrato chiari segni di disturbi mentali. Forse il Capitano Smith, che sembra avesse voluto vedere la mummia di persona, venne a sua volta influenzato dagli occhi fatali e radianti di Amen-Ra? È forse anche lui l’ennesima vittima della maledizione? Si dice poi che il collezionista proprietario della mummia avesse corrotto l’equipaggio per mettere in salvo la mummia su una scialuppa. Ma, una volta in America, la mummia portò così sfortuna al proprietario che questi decise di mandarla di nuovo in Europa a bordo della nave Empress of Ireland che a suo volta affondò provocando centinaia di vittime. Tuttavia in qualche modo la mummia venne di nuovo salvata e il proprietario decise quindi di rispedirla in Egitto con una terza nave. La Lusitania, che venne affondata dai siluri di un sottomarino tedesco, incidente che diede inizio, com’è noto, al coinvolgimento degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale.

Della storia (o leggenda?) si sono occupati Philipp Vandenberg che ha scritto a riguardo nel suo libro “La maledizione dei Faraoni” (1973, p. 186) e Charles Pellegrino nel suo “Unearthing Atlantide” (1991, pp. 298-299); e vi sono un numero infinito di siti internet che speculano sull’intera vicenda ponendo l’accento su questo o quel particolare aspetto.

Sul Titanic, in quella tragica notte del 14 aprile 1912 vi erano 2.200 passeggeri, 40 tonnellate di patate, 12.000 bottiglie di acqua minerale, 7.000 sacchi di caffè, 35.000 uova, e… una mummia egiziana.

Ci piace pensare che, dalle calde sabbie del Medio Egitto, vicino alle placide e temperate acque del Nilo, la salma di Amen-Ra, riposi ora, in fondo alle acque dell’Oceano, o del canale d’Irlanda, indisturbata e finalmente in pace con sé stessa e con il mondo.

Serie: Dalle sabbie del caldo Egitto al gelido mare d’Irlanda


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Discussioni

  1. Wow! Un gran bel lavoro, Rudy. Hai srotolato tutte le leggende legate a questa “mummia sfortunata” e ne hai fatto un saggio di piacevolissima lettura. Ne avevo sentito parlare, ma non conoscevo granché di questa storia.