
ENAC LA ITNETTA
Serie: Cancello automatizzato
- Episodio 1: Fido e il Maresciallo
- Episodio 2: L’ingegnere
- Episodio 3: Un Maggiolino tutto matto
- Episodio 4: NO! NON LÌ!
- Episodio 5: Primo incontro ravvicinato
- Episodio 6: Concorso barzelletta
- Episodio 7: Take Five
- Episodio 8: Porco uomo!
- Episodio 9: ENAC LA ITNETTA
- Episodio 10: La soluzione finale
STAGIONE 1
«ENAC PRONTO!» A quell’ordine vocale due occhi bionici si spalancarono con un’impressionante rapidità inquadrando a 240° il piccolo box semibuio illuminato solo da una luce fioca di una vecchia lampadina ad incandescenza ancora funzionante.
«ENAC CONTROLLA!» La strana creatura robotica dotata di un’intelligenza artificiale 6.0, forse anche 6,5.0, con una innaturale rotazione meccanica del collo a 180°, dopo aver elaborato ogni possibile fonte di pericolo e predisposto un sofisticato piano di azione quantistico che prevedeva contemporaneamente difesa e attacco, si rizzò su due arti meccanici.
«ENAC ATTACCA!» A quel perentorio ordine vocale dell’ingegnere Enac si mosse con incredibile velocità gettandosi giù dal tavolo con un balzo repentino; in una frazione di secondo era già sulla preda. Bloccata sotto di sé dalla sua imponente massa, ogni possibile via di fuga le era impedita, una fine crudele l’aspettava.
«ENAC ELIMINA!» Un povero gatto randagio, l’unico essere vivente presente nel box al di fuori dell’ingegnere e di qualche insetto, mai avrebbe immaginato di fare una fine simile; per sua fortuna aveva ancora sei vite a sua disposizione, una se l’era giocata miseramente, tutta colpa della sua curiosità innata e della complicità di quella maledetta finestrella rimasta socchiusa. Il micio si era intrufolato all’interno del box passando per quel piccolo varco rimanendo intrappolato dopo che un colpo di vento improvviso aveva sbattuto la piccola finestra chiudendola; a nulla erano valsi i lunghi e ripetuti miagolii di aiuto del felino che avevano sortito un solo effetto, indispettire tutto il vicinato. «’Nvedi ‘sto gatto, non vuole proprio smettere di miagolare, se va avanti così non mi farà chiudere occhio: pussa via brutta bestiaccia! Se ti prendo ti faccio volare!» Era l’ingegnere alla finestra con una vecchia ciabatta in mano, pronto a lanciarla.
«ENAC CUCCIA!» Enac mollò la preda, o quel che ne rimaneva del povero gatto smembrato, ritornando al punto di partenza: sul tavolo in mezzo al box. Poi si sdraiò in posizione prona e richiuse gli occhi bionici rimanendo immobile ed in silenzio.
«Bravo ENAC! Missione compiuta. Questo primo test lo hai pienamente superato.» L’ingegnere rimase soddisfatto da quella dimostrazione di potenza ed al contempo di agilità, la sua creatura robotica era pronta.
ENAC ha delle incredibili potenzialità, questo è solo l’inizio.
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Era passata una settimana da quando il Maresciallo aveva incontrato l’ingegnere. Rimasto bloccato per una lombalgia non era più uscito di casa. Fido dovette adattarsi a delle brevi uscite, brevissime per la verità, considerando che la distanza tra la sua cuccia ed il balcone dell’appartamento era solo di un paio di metri. Giuseppe, il Pino mediterraneo che con gli anni si stava avvicinando in modo impercettibile ma costante al balcone, lo osservava divertito. Era particolarmente stimolante per Fido quell’albero tanto che nelle sue veloci uscite, che potremmo definire “pipì time”, non disdegnava omaggiarlo con un getto caldo di quel liquido prodotto dai reni senza curarsi di controllare che non vi fosse nessuno affacciato ai balconi dei piani sottostanti. Fu una settimana di penitenza forzata per entrambi. Chiusi tra quelle quattro mura il tempo non passava mai. Il dolore alla schiena lentamente sparì e Fortunato ritrovò quasi del tutto la mobilità perduta.
«Bravissimo Fido! Sei stato un cane esemplare. Oggi mi sento “sbloccato”, purtroppo la mia schiena non è più quella di una volta, gli anni si fanno sentire, comunque ti do una bella notizia: domani usciamo, contento?»
Fido abbaiò per la gioia, domani la faccio finalmente fuori casa pensò, cancello automatizzato ARRIVO!
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Il giorno dopo all’ora che potremmo definire tributaria, le 7:30 del mattino, i due amici erano già in marcia, sempre sullo stesso marciapiede e nella stessa direzione: la villetta dell’ingegnere.
“ATTENTI AL CANE ENAC LA ITNETTA” era il cartello appeso al cancello automatizzato dell’ingegnere. Comparso una mattina di mezza primavera aveva sorpreso le persone del vicinato ed i passanti occasionali come alla vista della prima rondine in cielo, non solo per le grandi dimensioni per cui non passava inosservato, ma, e soprattutto, perché scritto nei due sensi, nel senso che lo si poteva leggere anche al contrario senza il bisogno di uno specchio, destando la curiosità di qualche passante. Un tempo avrebbe stupito, oggidì, visto una corrente di pensiero manifestata da un generale dell’esercito con un libro dal titolo “osoiruc”, poteva dimostrare l’appartenenza a quell’idea di mondo.
Mai si era visto uno simile, probabilmente era stato commissionato dall’ingegnere ad una ditta specializzata in cartellonistica stradale. Aveva incuriosito anche il Maresciallo e il suo amico fidato che, proprio lì sotto, si era fermato come d’abitudine.
«Non dirmi Fido che sai leggere?» Sono proprio un idiota, un cane che legge non è di questo mondo, però nel mondo al contrario chissà? Dopo queste considerazioni fantasiose e sTRUMPalate quanto i dazi applicati sulle merci da un Tycoon bizzoso e umorale che è meglio non nominare, Fortunato si soffermò in una ovvia riflessione: che senso ha questo cartello quando Michelangelo odia i cani? Attenti al cane! Che cane? Che abbia cambiato idea? «Che dici Fido, forse lo abbiamo convinto, solo gli idioti non cambiano mai idea, e Michelangelo non è di certo un idiota.» Fido alzò lo sguardo incontrando quello di Fortunato, erano occhi dolci i suoi, pieni di affetto, non chiedevano niente in cambio. «Sono proprio fortunato di averti incontrato caro Fido, per legge di natura un giorno, spero il più lontano possibile, dovremo separarci ma resteremo uniti per sempre nello spirito, vero Fido?» Fido l’ascoltava muto senza capire un accidente, poi abbaiò più volte, rassicurando così il suo padrone.
Sono proprio curioso, chissà che cane avrà adottato? Un cucciolo di razza? No! Non credo. Forse ha scelto un cane da guardia, magari uno tra i tanti abbandonati in una piazzola dell’autostrada da un padrone senza cuore e poi rinchiuso dietro le sbarre di un canile lager. Dietro quella spessa corazza Michelangelo nasconde un cuore d’oro, ne sono sicuro, lo avrà liberato e portato nel suo villino, in una cuccia tecnologica degna della sua casa domotica; deve essere un cane adulto e non di piccole dimensioni tale da giustificare un cartello di questo tenore, non ne conosco la voce ma di certo si farà sentire lontano, come un tenore: ATTENTI AL CANE
ENAC LA ITNETTA
Serie: Cancello automatizzato
- Episodio 1: Fido e il Maresciallo
- Episodio 2: L’ingegnere
- Episodio 3: Un Maggiolino tutto matto
- Episodio 4: NO! NON LÌ!
- Episodio 5: Primo incontro ravvicinato
- Episodio 6: Concorso barzelletta
- Episodio 7: Take Five
- Episodio 8: Porco uomo!
- Episodio 9: ENAC LA ITNETTA
- Episodio 10: La soluzione finale
Questa tua bellissima storia strampalata procede fra avventure e incontri, più o meno casuali, quasi sempre forzati. Mi fa sorridere il fatto che fra i due si diano/non si diano del tu. Nel senso che non deve essere stato facile usare l’una o l’altra forma a seconda di chi parla, senza fare confusione! Una frase che mi è particolarmente piaciuta: ‘Fortunato e Michelangelo ritornarono sui loro passi, il Maresciallo e l’ingegnere fecero lo stesso non potendo fare diversamente’ sta a indicare quello strano alternarsi di momenti in cui i due si amano oppure si odiano, in cui vestono i panni dell’uomo o dell’immagine di sé che vogliono ostentare. Fido mi piace tantissimo nella sua dolcezza e ingenuità. ENAC, invece, non mi piace per niente.
Grazie Cristiana per aver colto tra le righe di questo racconto poco colto, anzi, strampalato, qualcosa di valido. Spero di non farti cadere le braccia quando leggerai l’ultimo episodio, d’altronde, considera chi lo ha scritto. Perdonami Cristiana, per arrivare alla battuta finale ho riempito ben dieci capitoli con le mie astruse e a volte incomprensibile fantasie. Così son fatto, solo questo so fare, un po’ me ne vergogno e vorrei cambiare.
Perché cambiare se la formula funziona benissimo? 🙂
Spero in bene per il povero Fido! Comunque il libro capovolto Fido lo saprebbe leggere: è scritto da un cane e si sa che la lingua dei cani è universale. C’è speranza che l’ingegnere si ravveda? Dubito vista la sua visione alla rovescia. Bravo Fabius!
Grazie Giuseppe per aver letto anche questo episodio, il nono: non ho parole, solo ♥️♥️♥️♥️♥️. Terminato l’ultimo mi riposerò un po’, anche scrivere cazzate impegna, impegna molto. Finalmente leggerò i tuoi librick e quelli dei tanti scrittori che apprezzo. Il tempo è tiranno, non so come riusciate a scrivere e contemporaneamente a commentare le tante e continue pubblicazioni che ogni giorno compaiono sul sito.