
Epistola
Serie: Panchine
- Episodio 1: Epistola
- Episodio 2: Metaromanzo
- Episodio 3: Bildungsroman
- Episodio 4: Poesia in prosa
- Episodio 5: Prosa poetica
STAGIONE 1
« La canzone d’amore non aveva termine; senza fine, come il suo amore, usciva da lui la calda voce. In questo modo le rivelò il suo desiderio, l’aria era piena di affetti e di significati, il cielo guardava azzurro dall’alto: ma la ragazza fuggì via, era sparita e così anche moriva la sommessa canzone d’amore. »
(R. Walser, “Amore di ragazzo”)
Un giorno B. (come un Bartleby qualunque che con buone intenzioni potrebbe riuscire comunque a salvarsi) decise che avrebbe voluto scrivere una lettera al suo cantautore: non propriamente il suo preferito, ma in un certo senso davvero il cantautore suo proprio, ossia la voce della malinconia traboccante che per tanti anni lo aveva accompagnato, l’autore delle parole avvolte di tristezza con le quali in qualche modo era cresciuto, il poeta che con i versi messi in musica gli aveva insegnato la nostalgia, non solo del passato trascorso o lontano, ma quella più strana di un tempo mai vissuto; l’artista pensatore, in definitiva, da cui pensava di aver appreso la via creativa della rinuncia, dell’insuccesso e del ritiro.
L’epistola, nello stile intimistico proprio di B., doveva contenere una corta storia, la brevissima narrazione di una piccola vita, forse un tentativo di poesia in prosa, con la quale si descriveva per l’appunto la decisione presa, di scrivere ed inviare una lettera in forma di racconto breve, o breve prosa poetica, capace di condensare magari molti anni in poche frasi, o in un solo cenno di saluto, ben sapendo che il cantautore, anche leggendo velocemente la missiva, sarebbe stato in grado di cogliere la sottigliezza di certi riferimenti enigmatici, allusioni più che citazioni, ammiccanti al suo repertorio di canzoni, pur rimanendo collegamenti tutti interiori alla mente e al cuore del protagonista, che intendeva infine riferirsi a Lei, cui dovevano esser dedicati testi e musica, mentre scendeva col suo bikini, arancione, “al caldo del sole/al mare…”.
Così, dell’incontro con la Vita, perché non rimanesse soltanto una macchia di colore, arancione, impossibile da trasformare in parole, la lettera di B. avrebbe potuto in qualche modo parlare al suo cantautore; il quale, poi, come nelle migliori storie che si rispettino a lieto fine – sognate immersi nell’acqua tiepida della vasca da bagno rischiarata da stretti raggi di luce penetrata dalle fessure delle persiane, o appuntate rapidamente nel taccuino appoggiato sulle gambe sovrapposte irradiate dai fasci di luce filtrata dalle stecche di una panchina del parco pubblico – l’avrebbe trasformata in brano musicale, e su adeguato supporto sonoro rispedita in busta chiusa allo scrittore, naturalmente con grande gioia e soddisfazione comune.
Così, per la luce del Mattino, l’Alba dei sentimenti, la Canzone avrebbe cominciato a suonare: nel silenzio fresco di luogo sacro alle prime ore del giorno nuovo, l’odore forte di collegio, di scuola o di ritiro, sensazioni profumate di natura e di pensiero, impressioni di meditazione e sentore di erba fumata sui mattoni dell’edificio – che si impone con un ‘ex’ davanti al nome, proprio di personalità dismessa o caldo rifugio per un sentimento alternativo; versi da ascoltare senza fine di fronte all’immobile abbandonato, disertato ormai dai festosi ritrovi estivi, nel contemplare sedendo a terra tutte le ore da tempo scomparse, e attendere che il sangue cessi di sgorgare, tra le occasioni avute e perse, e quelle lettere mai spedite o scritte.
Serie: Panchine
- Episodio 1: Epistola
- Episodio 2: Metaromanzo
- Episodio 3: Bildungsroman
- Episodio 4: Poesia in prosa
- Episodio 5: Prosa poetica
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