Esculapio Salvatore

Andavo camminando solo soletto per uno dei vialetti che si dipanano all’ interno di Villa Borghese diretto al tempietto.

Il tempietto di Asclepio.. quando una vocina mi chiamò sommessamente..

-Ehi!

Mi guardai in giro con accortezza.

Non vidi nessuno.

I vialetti del giardino a quell’ora meridiana risultavano ancora deserti.

-Ehi! Ehi!

Mi girai di scatto.

Nessuno ancora.

Temevo di essere vittima di uno scherzo. Una celia. Una betise.

Sporsi il collo verso qualche arbusto nei dipressi.

Volevo acciuffare il manigoldo che si acquattava nel folto del fogliame.

E dargliene.

Stavo quasi per mettere le mani dentro l’intrico quando..

-Ehi! Coglione!

Azz..a prenderlo quel fietente?? L’avrei riempito di sganassoni.

Che ce l’avessi presto fra le mani!

-Ehi! Ehi! (la vocina si fece più stridula ed acuta)

Scrutai intorno assicurandomi ancora una volta che non ci fosse ben nessuno..

Risposi.

-Chi sei?

La vocina rispose.

-Sono il tuo Ego! (flebile)

Ripetè:

-Sono il tuo Ego! (ancor più flebile)

Ora mi scusino lor signori di questo breve excursus sui miei fatti personali.

Ho vissuto bene fino a quest’oggi. Che dico.. fino a questa mattina.

Ci sono i problemi della mezza età. Eh! Quelli soliti Voi direte.

Ma oggidì la medicina fa miracoli.

Qualche pillola per la pressione, una corsetta sui prati, un esercizio con i manubri, una vogata..

Qualche sgroppatina con le puledre, quando è il caso. Voi sapete.

Le orecchie non mi sono mai fischiate.

Non soffro di disequilibri statici e di posture.

Che sia il cuore?

Un leggero affanno degli anni?

Parlerò con il caro Cavendish, il dottore qui della colonia inglese.

-Chi sei? Chi sei?

Ripetei ancora sommessamente.

-Sei sordo?

-Sono il tuo Ego! (strillò all’improvviso la vocina)

Ero per fortuna ad un dipresso di una panchina e scivolai all’indietro.

Mi trattenni sulla schienale ed a quel punto qualcosa intuii..

Non ci potevo credere.

Poteva essere lui.

Ma dai.. ma stamattina.. non può essere.

Eppure non bevo abitualmente.

Qualche cognac..qualche liquore all’assenzio.

Ma solo per fare società..al Circolo con gli amici.

Eppoi ero certo. Stamattina non ho bevuto..Solo acqua fresca dal rubinetto con il cavo della mano in hotel.

-Ehi!

Rifece di nuovo la vocina.

-Ehi! Dico a Te! Proprio a Te!

La sua cantilena aveva ora un accento stridulo come quello di un bambino capriccioso.

Ma come dire.. l’impronta, l’intonazione..ehm.. come quella di un adulto.

Che strano!

Signori miei, non sapevo proprio che pensare..

Ma la vocina riprese..

-Tu! Tu! Proprio Tu che stai lassù!

Lassù.. oddio! Chi?

-No! No! Parlo proprio con Te lassù..mi ascolti?

No, davvero non poteva essere.

Mi avvicinai di più al terreno per sentire.

Alla mia età.. oddio poteva anche capitare.. un glaucoma improvviso, un’apoplessia ostruttiva.

Una cecità fulminea.. un mancamento dell’indole.

Bambini! Sì, ci dovevano essere dei piccoli, degli infanti..

Mi alzai, scrutai, girai, perlustrai intorno alla panchina..in lungo ed in largo.

Ma di bambini, neppure molto piccoli, non ne vidi nessuno.

Mi voltai all’indietro, subitaneamente, per cogliere di sorpresa lo sciagurato.

Mi guardai un po’ intorno osservando attentamente.

Madri e bambinaie.. neppure l’ombra.

Non poteva essere.

Non era vero.

Ma signori miei a volte succede.

Voci interiori che ti parlano improvvisamente.

Sei stato bene fino a ieri oppure no.. fino all’altro ieri.

Ed ecco che improvvisamente qualche minuscola cellula del tuo lobo pre-frontale comincia a fare le bizze.

La trasmissione distorta si propaga all’infinito replicandosi..

Così Voi da un giorno all’ altro.. egregi signori.. Vi ritrovate a parlare con le voci o con Voi stessi.

Come i personaggi di un autore siciliano che oggi va per la maggiore.

Come si chiama? Pundello..Pitrello..Pirandello.. Mah?

Capita poi anche fra i migliori partiti. Nelle migliori famiglie.

Anche fra nobili di cotanto lignaggio.

A dire il vero io non appartengo a quell’ eletta schiera.

Sono uomo del popolo. Semplice scrivano d’ufficio.

E tuttavia mal dei mali poteva anche essere.

Mal francese?

Oddio?

Ne scampi il cielo!

No.

Fossi vissuto in altre ere.. la mia frequentazione assidua di donnone alle grotte o laggiù alle Lupe all’acquedotto Claudio..

Avrei capito, subito afferrato.

Anche a malanni del respiro ad insalubrità dell’ aere.

Ad orripilanti sciagure ed affezioni di altri apparati..

No. Non ci voglio neppure pensare.

Ma oggi con i progressi rapidi dell’umano sapere..con gli avanzamenti dell’igiene sociale. I provvedimenti di salubrità pubblica.

-Ehi tu! Mi vuoi stare a SENTIRE!..SENTIRE!

La vocina era diventata uno strillio cherubiniano da castrato del Settecento d’opera.

Oddio.. che fare?

Mi strinsi entrambe le mani laggiù per la paura.

-Ohi! Mi fai male!

– Ohh! STA BUONINO!

Allora mi venne voglia di dire.

Strepitare quasi.

Mi stupii anche di parlare.

Di parlargli.

Dio, a chi parlavo?

Al Pincio mi aspettava una fanciulla proprio vezzosa.. con il suo nuovo ombrellino.

Rigirai. Rimirai la foto nervosamente.

Era già quasi mezzodì.

Chiamai un vetturino sonnacchioso.

La terrazza su Roma. La Casina Valadier.

Un piccolo buffet.

Mi attendevano.

E poi..Au rencontre.

Il nostro primo appuntamento..dopo tanto tempo.

Notre petit secret.

Confortevole ora il silenzio dei giardini.

Non c’era anima viva in giro..io ed il vetturino.

Estrassi la mia cipolla dal panciotto.

Jusqu’a l’heure..Les trois..l’après-midi.

Ma jeune demoiselle non sarebbe stata furente, questa volta..par lettre.

Ah! Che delizia.. i suoi nuovi stivaletti al garretto con laccetti al ginocchio..

Il vetturale passò.. a cotè du petit étang. Le petit temple.

Il cuore tumultuava..ma lui s’era azzittito.

Finalmente.

ASCLEPIOI SOTERI (Ad Esculapio Salvatore)

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Discussioni

  1. Alla prossima visita a Roma, mi recerò di sicuro a Villa Borghese. Magari riesco a recuperare un pezzettino del mio Ego, la sua vocetta è sempre stata deboluccia e non mi dispiacerebbe averne il supporto seppure in misura molto parca: nella mia follia dissociativa mi sento comoda

    1. Non so dove ti recherai nel prossimo futuro, Micol.
      Qualsiasi luogo sulla nostra Terra è agevole -se lo si ritiene adatto- per approfondire un dialogo interiore.
      Sulle ‘forme dissociative’ non so risponderti, ma noi che amiamo scrivere, bene o male analizziamo sempre a fondo quello che siamo dentro (il nostro Io) molto di più di altri esseri umani. Siamo predisposti all’introspezione ed i personaggi dei nostri racconti (romanzi) divengono come dei figli da accudire, curare e far crescere nel tempo. Con amore, acutezza di sentimenti, perseveranza, perspicacia (se ce la si fa).
      Un cordiale saluto.