
Flora e i due fuochi
Serie: Flora
- Episodio 1: Flora e i due fuochi
- Episodio 2: Flora e il Natale (due uomini, un tacchino e una nonna sospettosa)
- Episodio 3: Flora e il Capodanno (o del brindisi proibito tra le lenzuola)
- Episodio 4: Gennaio – Buoni propositi e pessime compagnie(Un racconto ironico per cominciare l’anno… in tre.)
- Episodio 5: Flora e il libraio(Ovvero: come ho sfogliato un uomo e mi sono lasciata toccare con cura tipografica.)
- Episodio 6: Febbraio – San Valentino e la lista delle fantasie(Ovvero: come trasformare un innocuo cioccolatino in un detonatore erotico senza preavviso.)
STAGIONE 1
Si chiama Teo, il primo.
Il primo a volermi bene davvero.
Mi cucina la sera, mi lascia dormire quando mi addormento sul divano.
Mi insegna la pazienza delle mani che non pretendono, ma attendono.
Mi guarda come si guarda una cosa preziosa: con rispetto, con una dolcezza quasi timida.
Fa l’amore con me come si sfoglia un libro antico: piano, con timore di rovinare le pagine.
Teo è ordine, calore, stabilità. È casa.
Un corpo che sa dove mettere le mani, e quando fermarle.
Un uomo che mi ascolta quando parlo. Anche quando non dico niente.
Eppure, non basta.
Non basta perché esiste anche Santo.
Santo è tutto il contrario.
Arriva sempre senza preavviso.
Con l’alito di birra, le mani calde e sporche, la voce impastata di desiderio.
Mi bacia come se stesse per affogare.
Mi prende come se il tempo fosse finito.
Santo non fa l’amore, Santo mi divora.
Con lui non esisto, brucio.
Non ragiono. Mi sciolgo.
Mi spezzo e poi rido, sudata, esausta, viva.
Quando Santo è con me, dimentico chi sono con Teo.
Quando sono con Teo, dimentico quanto posso tremare con Santo.
Due vite.
Due me.
Nessuna menzogna.
Solo un corpo che conosce due musiche diverse, e le sa danzare entrambe.
Io?
Io mi chiamo Flora.
E sono il problema.
O la soluzione. Dipende da dove si guarda.
Provo a scegliere.
Lo giuro.
A un certo punto dico:
«Teo è quello giusto. Santo è solo un brutto vizio.»
Blocco Santo, cancello i messaggi, faccio yoga per dimenticare le sue mani.
Dopo tre giorni, abbraccio una bottiglia di gin come fosse un peluche.
E mando a Santo un messaggio che dice:
«Vieni. Ma non parlare.»
Lui arriva dopo mezz’ora.
Con una bottiglia, le mani sporche di pittura (dice che lavora, ma nessuno ha mai visto cosa fa)
E mi spinge contro la parete senza neanche salutare.
Quando finisce, dico: «Bene. Ora puoi andartene.»
E lui: «Sì. Ma torno domani.»
Come si fa a vivere senza questo?
Spoiler: non si fa.
Poi provo a lasciar perdere Teo.
Gli dico che ho bisogno di “un viaggio interiore”.
Lui mi prepara la valigia con cura, ci mette dentro un libro di meditazione e una boccetta di lavanda.
Quando torno, Santo mi ha già fatto incazzare tre volte ed è sparito due.
Teo mi riaccoglie con un plaid, una tisana e una carezza che sa di stabilità.
Mi infilo sotto la coperta e penso: Sì, però con Santo ho tre orgasmi in una notte.
E allora?
Allora smetto.
Semplicemente.
Smetto di mentirmi.
Smetto di cercare la quadratura dell’ormone.
E li invito entrambi.
Sì. A casa mia.
In salotto.
Un tavolo, tre bicchieri, nessuna spiegazione.
Santo arriva per primo, con l’aria da “non me ne frega niente ma mi interessa tutto”.
Teo arriva puntuale, col maglione beige da fidanzato modello e un barattolo di hummus fatto in casa.
Li guardo.
E dico: «Sentite. Sono stufa. Vi voglio tutti e due. E non per forza insieme. Ma nemmeno separati.
Vi voglio perché siete due pezzi di me. E io mi voglio tutta. Quindi o accettate… o uscite. Ma uscite piano, che ho il parquet.»
Silenzio.
Poi Santo versa da bere.
Teo si toglie il maglione.
E io… capisco che ho vinto.
Ora vivo felice. A turni.
Con Teo mangio bene, dormo meglio, e ho una vita regolare.
Con Santo… be’, sudo molto.
Teo mi fa sentire amata.
Santo mi fa dimenticare come mi chiamo.
Ma il bello è il terzo tempo.
Quello in cui stanno insieme.
Non per amore reciproco — Dio ce ne scampi — ma per me.
Ieri succede.
Non so se per il vino, per la luna o per noia.
Ma li vedo guardarsi, poi guardarmi.
E io dico solo:
«Se mi toccate, dovete farlo bene.»
Teo viene davanti.
Mi guarda con quella dolcezza che sa di promessa.
Mi sfiora le guance, le labbra, la gola.
«Posso?» chiede.
«No. Devi.» rispondo.
Poi sento Santo dietro.
Il suo corpo addosso al mio.
Il respiro che mi graffia la nuca.
Le mani che non chiedono niente solo prendono.
Uno mi bacia il petto.
L’altro mi morde il collo.
Uno dice: «Sei bellissima.»
L’altro ringhia: «Sei mia.»
E io?
Io rido.
Rido come una strega che ha appena trovato l’incantesimo perfetto.
Mi prendono.
In mezzo.
Come voglio.
Come merito.
E mentre mi viene il mondo addosso, penso:
Ecco. Questo è vivere.
Con un uomo davanti, un altro dietro, e tutto il mio corpo al centro.
Il cuore?
Batte.
Per entrambi.
E no, non devo scegliere.
Perché io sono Flora.
E Flora non si divide.
Si moltiplica.
Fine ?
Serie: Flora
- Episodio 1: Flora e i due fuochi
- Episodio 2: Flora e il Natale (due uomini, un tacchino e una nonna sospettosa)
- Episodio 3: Flora e il Capodanno (o del brindisi proibito tra le lenzuola)
- Episodio 4: Gennaio – Buoni propositi e pessime compagnie(Un racconto ironico per cominciare l’anno… in tre.)
- Episodio 5: Flora e il libraio(Ovvero: come ho sfogliato un uomo e mi sono lasciata toccare con cura tipografica.)
- Episodio 6: Febbraio – San Valentino e la lista delle fantasie(Ovvero: come trasformare un innocuo cioccolatino in un detonatore erotico senza preavviso.)
Bellissima storia e Flora è stupenda!!! 👏👏👏
Inizio intrigante scritto benissimo, con una protagonista molto interessante. Promette bene questa storia, bravo!
Flora non è il problema, Flora è la soluzione. Per se stessa e per loro due. La soluzione per tutti. Complimenti per la scelta della fonte di ispirazione.
Bello, sfrontato e coraggioso. Scritto bene, così bene che non lo diresti scritto da un uomo… e non perché gli uomini non sappiano scrivere bene.