Forse va bene così VS Giulia

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NELLA PUNTATA PRECEDENTE: non è successo niene la versione adesso è di Giulia

Mi sveglio e sento il suo respiro accanto a me. Da fuori, il sole illumina le pieghe del letto, ma la luce oggi sembra diversa. Non voglio muovermi ho ancora il trucco di ieri che mi tira la pelle. Sento lui, si alza e guarda fuori dalla finestra. Io resto immobile. Il nastro giallo, sfilacciato da un lato, ondeggia pigramente davanti alla porta della vicina mosso dal vento. Non riesco a togliermi dalla testa l’immagine di ieri: i suoi capelli neri sparsi sul pavimento di marmo bianco, accanto frammenti di vetro marrone e un etichetta blu per terra accanto al corpo. Non l’ho detto a nessuno. Nemmeno a lui.

Quando entro in cucina, il caffè è già pronto. Lui mi saluta, la sua voce arriva da lontano. Guardo fuori, verso quella porta. «Li hanno portati via,» sussurro. Sembra non capire, o forse non vuole capire. Ci raccontiamo forse che è tutto normale? Cosa è questo vuoto?

Bevo il caffè lentamente. Lui parla poco, cerca di comportarsi come ogni giorno, non lo guardo.

L’ho detto anche alla polizia quando dopo avermi bussato alla porta mi ha chiesto se avevamo visto niente quella mattina: “niente di particolare, la solita lite” ho risposto.

Passo la giornata in silenzio, facendo finta che tutto vada avanti. Quando torna a casa, preparo la zuppa, ma non abbiamo niente da dirci. Mangiamo nonostante noi, cercando di non sentire il peso di quello che è accaduto.

Vado a letto per prima, mi giro dall’altra parte. Lui si sdraia accanto a me, ma sento che anche lui non dorme. Restiamo lì, nel silenzio, aspettando qualcosa che non arriva. Forse va bene così. Non parlare. Forse è l’unico modo per sopravvivere a tutto questo.. Forse non abbiamo mai parlato veramente… Forse siamo solo arrivati qui come due rette parallele capaci di infinito senza mai incontrarsi.

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