Fruttoia #7

C’è un curandero a Tehuantepec (nel sud della regione di

Oaxaca) che mi aspetta. Mi ha guardato le mani e gli occhi,

credo abbia scavato dentro di me come fanno i tipi come

me e sostiene che io abbia del potenziale. Per quelle cose,

quelle da curandero, si vocifera che si debbano avere delle

capacità particolari, mica pizza e fiche, come per il tape

porno… mica da tutti (o forse sì, a patto che non esca

come con Belen), e io ce le ho queste fantomatiche

capacità (a detta di questo curandero, stregone, volpone,

truffatore, intortatore,…).

“Yo te puedo enseñar a escuchar tu intuición pero no hay

reglas, todos somos diferentes. ¡Tenes que aprender a

poner al lado la mente y escuchar el corazón cabrón!”

Nelle rughe delle mie mani ci ho guardato dentro

veramente ma non vedo cose da stregone. Sì, vedo la vita

lunga, dissacrata dagli eventi sul finale, vedo fama e soldi

ma anche tanto dolore e sacrificio, non dolore da calli, non

dolore da lavoro, Dolore: quello vero che poi ti lascia le

rughe sul cuore. Quello tanto. Lo vedo. Lo sento. Che

faccio? Il curandero mi vuole vedere perché dice che ho una

missione trascendentale da compiere, gli ho spiegato che

ho solo 1111 pesos nel portafoglio ma credo non pensi

faccia sul serio; chi pensa che uno come me faccia sul

serio? Che un poeta anonimo (in Messico) sia così folle da

fare sul serio? Prima di essere sbattuto sulla strada dal

mio destino vorrei almeno farmi un giro a Zipolite , dicono

che siano tutti nudi da quelle parti: nudi di peccati, nudi di

pelle e ossa e muscoli e Ego, nudi di pudore, nudi di

paranoie, nudi di identificazione, proprio nudi nudi, e ci

sarebbe pure Nadia là che mi aspetta nuda ad occhi

coperti (quelli mica me li dà!) gambe e braccia aperte,

fianchi aperti, guance aperte, caviglie aperte, pori e ali belle

aperte; e che dire di Puerto Angeles? Potrebbe garbarmi, ha

un bel nome sicuramente, magari mi viene l’ispirazione se

rischio il tutto per tutto là, chi lo sa? Il curandero mi avrà

pure penetrato le mani e gli occhi ma chissà come non ha

visto il cuore altrimenti gliel’avrebbe raccontato che sui

miei palmi si nasconde pure una piccola infinitesimamente

arrogante possibilità, si nasconde una lineetta del cazzo di

mezzo millimetro circa che parla di un me poeta fino al

midollo che non mollerebbe quell’ideale del tutto per tutto

nemmeno se tutti quanti i maestri ascesi si materializzassero,

tutti giù per Terra.com-promessa, per dargli una fiancata nel

baricentro del bacino energetico, cioè del corpo energetico,

stile Don Juan con Castaneda a farlo rinsavire dalle etichette

egomaniacali, fargli vedere bolle di energia sopraffina dentro,

fuori, intorno, attorno, nel contorno e dimenticarsi di giocare

a fare il gradasso uomo al centro dell’universo, Ego perverso

che tanto quello prima o poi finisce nel cestino, quell’uomo

finisce nel cesso, e allora sì che si è liberi, sì che si è se stessi,

sì che si è coscienti, emollienti, intelligenti, ammorbidenti e

quindi mica si muore di stenti!

Lo stregone è a Oaxaca che mi aspetta sussurrando il mio

nome nel suo calderone, gira, gira, gira fino all’orlo del

magone:

Io: “Perché cazzo sono ancora qua bighellonando a pancia in

su, ¿Chile-ando nachos ya podridos?”

Lo stregone sa che il poeta è un coglione

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